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Il Covid e i rischi di una seconda ricreazione

Finalmente, dopo diversi giorni di apprensione, anche in provincia di Trapani si sta cominciando a delineare uno scenario più incoraggiante sul fronte dei contagi da Coronavirus. In particolare, come abbiamo raccontato in cronaca, anche Marsala, Petrosino e Mazara hanno visto rallentare i contagi e aumentare i guariti, dopo alcune giornate segnate da un’inquietante incremento, peraltro in controtendenza col resto della provincia.

Il sollievo di queste ore, però, non può consentire a nessuno di abbassare la guardia o di rinunciare a quei comportamenti precauzionali che ormai abbiamo imparato a conoscere: indossare la mascherina protettiva, rispettare il distanziamento fisico, lavare frequentemente le mani. In estate, quando sembravamo usciti dall’incubo della pandemia, il ritorno alla normalità è stato accompagnato da comportamenti dissennati di alcune minoranze (oscillanti tra l’incoscienza e il negazionismo) che purtroppo hanno condizionato la vita di tutti.

Col senno di poi, qualche limitazione in più agli spostamenti e una più accurata strategia di controllo sulle situazioni di assembramento nei locali pubblici sarebbe stata opportuna per scongiurare un nuovo lockdown. Si è preferito pensare a quei mesi come a una sorta di ricreazione in vista di un autunno complicato. Richiudere (quasi) tutto a novembre è stato praticamente inevitabile, con l’effetto di penalizzare diversi settori che avevano comunque cercato di adeguarsi alle normative per contenere il contagio (bar, ristoranti, pizzerie) o che sono stati ritenuti (spesso a torto) non essenziali dalle autorità politiche (cinema, teatri, palestre).

Adesso che il governo ha dato il via libera alla riapertura, bisognerebbe far tesoro della lezione dei mesi scorsi e rassegnarsi a qualche ulteriore sacrificio sulle cosiddette tradizioni natalizie. Dispiacerà a tutti fare a meno delle grandi riunioni familiari, delle rimpatriate tra amici, delle partitelle di calcetto o delle giocate a carte con annesse abbuffate di panettoni e torroncini. Mancheranno i brindisi in piazza per Capodanno, i veglioni danzanti, le feste a tema e tutto il resto. Perchè anche il più noioso dei rituali, quando la rinuncia è forzata, sembra assumere un rinnovato fascino.

Tuttavia, non possiamo permetterci di vivere le settimane che verranno come una seconda ricreazione in cui scatenarci come scimmie liberate dalle gabbie, in attesa di potervi rientrare. Il calendario e le pubblicità in tv, infatti, ci ricordano che le prossime settimane saranno anche quelle in cui si registrerà il picco dell’influenza stagionale, che già in tempi normali crea non poche difficoltà ad un sistema sanitario carico di fragilità come quello siciliano. Medici di base e pediatri sono già in allerta e sui loro volti la preoccupazione è evidente.

Ci aspettano mesi ancora difficili, il cui esito dipenderà in gran parte da quanto saremo responsabili da qui all’Epifania. Dopo di che, il vaccino anti Covid e la primavera potrebbero restituirci progressivamente quella serenità che ci è mancata in questo 2020. Non è mai facile rinunciare a un pezzo della propria libertà, ma i sacrifici che faremo nei prossimi giorni rappresentano il miglior regalo di Natale che possiamo fare a noi stessi, ai nostri familiari e all’intera comunità per garantirci un nuovo anno migliore di quello ormai trascorso.

redazione

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