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Nell’inferno del Covid, la buona sanità nel reparto Ginecologia di Castelvetrano raccontata da una cittadina

Riceviamo e pubblichiamo una lettera che ci giunge da una signora che ci racconta una particolare vicenda di… buona sanità. Queste le sue parole:

“Si parla spesso di malasanità, si tende a criticare o notare le cose negative…invece voglio proprio ringraziare il personale ospedaliero del reparto di ginecologia ed ostetricia di Castelvetrano.

Il momento che viviamo è molto particolare…ma oltre al Covid-19 vi sono altri problemi di salute. Mi madre ha dovuto subire un piccolo intervento e dal primo momento che abbiamo messo piede in questo reparto, abbiamo subito notato l’accoglienza, la gentilezza, la disponibilità del personale e in primis del primario Dott. Angelo Caradonna: persona eccezionale, un professionista umile, umano e sensibile.

L’umanità e la gentilezza di questo personale ci ha colpito fin da subito, anche il solo salutare, il “Buongiorno”, detto con gli occhi sorridenti. Sappiamo il periodo che tutti viviamo, ma ancor di più loro che lavorano con l’ansia, la preoccupazione… ma che non viene manifestata alle persone che arrivano lì ed hanno bisogno. La mascherina non impedisce di notare il loro sguardo umano, la loro gentilezza, la loro disponibilità, la loro umanità. Pur mantenendo e rispettando tutti i protocolli di sicurezza, riescono ad “abbracciare e confortare” la gente con il loro sguardo e modo di fare, nonché con il loro tono di voce.

Dall’esterno si nota subito l’armonia e la collaborazione che c’è e come si lavora in questo reparto… la prima persona che ho incontrato è stata l’infermiera Anna, che con la sua gentilezza, simpatia ed empatia ha tranquillizzato una ragazza straniera che non parlava e capiva bene l’italiano; quest’ultima doveva fare il tracciato.

La caposala Giovanna che parlando del suo personale mostra e dice chiaramente la sua stima con l’emozione negli occhi… precisa, attenta e sensibile verso i colleghi e le pazienti, e soprattutto verso i familiari dei pazienti ricoverati: loro sono il nostro tramite. Pur facendo rispettare egregiamente le regole, faceva in modo di farmi avere notizie di mia madre che si era operata, come se io fossi lì con lei. In questo modo, anche se non la potevo vedere, ero tranquillizzata ed informata da loro. Che sensibilità.

Con questo articolo voglio ringraziare tutto il personale, anche se di alcuni non ricordo il nome, ma il loro sguardo sì e non è una mascherina ad impedire di vedere la loro umanità. Ringrazio di cuore il dott. Angelo Caradonna (di nome e di fatto), la dott. Francesca (coordinatrice dell’ostetricia): che persona e professionista attenta! Ringrazio oltre ad Anna, Giovanna, anche Donatella, Sonia, Graziella, Maria Antonietta, la dott. Li Causi… e mi scuso con gli altri per non ricordare il nome.

Entrando in altri reparti, ospedali mi è successo che il personali ti guarda e nemmeno ti saluta… oppure che indossando un camice si diano delle “arie”… o che presi dal loro lavoro ti trattino in modo superficiale.

Invece l’umiltà, l’armonia, il rispetto, la gentilezza, la disponibilità …tutto ciò distingue questo reparto.

E’ vero: è il loro lavoro. Ma c’è chi lavora per lo stipendio e chi lavora col cuore. Questo è il caso di queste persone. Auguro loro di non perdere mai l’amore e l’entusiasmo per il proprio lavoro e l’attenzione per i loro pazienti e i loro familiari.

Adesso mia madre sta bene ed è anche grazie a loro che si sono prese cura di lei come se ci fossi stata io accanto a lei.

Con stima

Rosaria, figlia della sig.ra Adragna

redazione

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