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ARS, oggi la votazione sulla mozione di censura all’assessore Razza

Nel tardo pomeriggio di ieri, si è svolta la seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana che era stata convocata per le 16. Dopo una lunga riunione, infatti, la maggioranza ha trovato la quadra per sostenere l’assessore alla Sanità contro l’atto presentato dall’opposizione. La votazione è stata rinviata ad oggi.

Alle 18.30 di ieri la maggioranza parlamentare siciliana, che sostiene il governo regionale del presidente Nello Musumeci, ha trovato verosimilmente la quadra per superare la mozione di sfiducia all’assessore alla Sanità, Ruggero Razza, firmata dal Pd, dal Movimento Cento Passi e dal Movimento 5 Stelle. La seduta di Sala d’Ercole, a Palazzo dei Normanni, doveva iniziare alle 16.00. Dopo due ore e mezza di ritardo, a causa della riunione della maggioranza, per l’appunto, sono cominciati i lavori.

Prima di procedere alla discussione in Aula sulla mozione di censura, è intervenuta l’onorevole Roberta Schillaci (M5S), in rappresentanza di tutte le donne dell’Assemblea parlamentare, per ricordare la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. La deputata pentastellata ha invitato i colleghi a rimpinguare il capitolo del bilancio in occasione dell’approvazione della prossima legge finanziaria, relativo al reddito di libertà e destinato alle donne vittime di violenza.

Successivamente, ha preso la parola l’onorevole Giuseppe Lupo (PD), il quale ha presentato ai colleghi la mozione di sfiducia all’assessore Razza, secondo lui responsabile della critica situazione sanitaria siciliana. Dopo ne ha illustrato i punti essenziali. Il parlamentare regionale, in seguito, ha ricordato che i famosi 21 parametri dell’Istituto Superiore della Sanità, a cui la Regione Sicilia avrebbe dovuto adeguarsi per affrontare la seconda ondata della pandemia da Coronavirus, erano già noti ad aprile. Inoltre, il deputato ha volto un plauso ai componenti della commissione Sanità per il lavoro svolto, ma, allo stesso tempo, ha criticato il governo regionale per il suo piano inadeguato sull’epidemia e concernente le terapie intensive, portando all’attenzione la situazione verificatasi con gli ospedali di Cefalù e Termine Imerese, che non erano per l’appunto contemplati. Errori di programmazione che avrebbero delle ricadute anche sugli altri rami dell’azienda ospedaliera siciliana, per l’esponente dell’opposizione. Dopo avere espresso preoccupazione per i malati di Covid-19, che devono osservare la quarantena a casa senza ricevere i risultati dei tamponi in maniera celere, e tale da potere permettere loro di tornare alle proprie attività, l’onorevole Lupo ha terminato il suo discorso sottolineando l’incapacità politica e amministrativa dell’assessore Razza nell’affrontare l’emergenza del Coronavirus.

Dopo, ha dato il suo contributo alla discussione il parlamentare regionale dei 5 Stelle, l’onorevole Francesco Cappello. Per il deputato grillino, in questi mesi, non è stato fatto nulla dall’assessorato alla Sanità. Inoltre, la commissione parlamentare regionale competente sarebbe rimasta all’oscuro di decisioni che poi ha appreso quasi sempre dalla stampa. Anche il deputato pentastellato è tornato sul problema dei cittadini in quarantena che aspettano per troppo tempo l’esito del tampone, ed ha chiesto al governo cosa occorre fare per un sistema informativo adeguato. Le Asp a suo avviso avrebbero dovuto occuparsi solo della medicina del territorio. “Il sistema è imploso” ha dichiarato. Il drive-in per effettuare, inoltre, non avrebbe agevolato il sistema sanitario. Gli ospedali, ha evidenziato l’on. Cappello, sono in sofferenza in quanto il personale sanitario è impegnato per lo più per affrontare il Covid-19. La sfida vera, per il deputato grillino, è quella di continuare a garantire le cure ordinarie, non solo quella dell’emergenza da Coronavirus.

Il suo intervento è stato seguito da quello dell’onorevole Anthony Barbagallo del Pd che ha definito l’assessore alla Sanità “Inadeguato a gestire l’emergenza Covid”. Nello specifico, il deputato regionale ha evidenziato il fatto che in Sicilia è saltato sia il tracciamento dei positivi al Coronavirus che il tempo in cui questo avviene: oltre le 48 ore di quelle dichiarate da Musumeci nelle interviste. Anche l’onorevole Barbagallo, come i suoi colleghi, ha espresso preoccupazione per la gente lasciata a casa ad attendere i risultati dei tamponi ed ha affermato che è stato un errore del presidente Musumeci assegnare un assessorato che assorbe il 40% del budget della Regione ad un politico giovane. Inoltre, il parlamentare del Partito Democratico ha criticato la scelta di Palazzo d’Orleans di effettuare le elezioni del 4 e 5 ottobre scorso, nonostante una curva epidemica in crescita ed esponendo al rischio i siciliani. Un accanimento, secondo l’onorevole Barbagallo, nel non prendere evidentemente le giuste cautele. Per l’esponente democratico è la cifra dei comportamenti dei cittadini a fra crollare il governo Musumeci. Infine, il deputato ha chiesto spiegazioni sulla presenza del presidente della Regione nel Comune di Pietraprezia il giorno delle elezioni amministrative siciliane per il sostegno al candidato sindaco.

L’onorevole Emanuele Dipasquale del PD, in linea con quanto espresso dal collega che lo ha preceduto, ha ribadito l’inadeguatezza all’emergenza dell’assessore Ruggero Razza. Poi, ha ripercorso quanto effettuato dal governo regionale durante la prima ondata e, in particolare, si è soffermato sulle dichiarazioni rese da Musumeci nel maggio scorso. Il parlamentare regionale ha affermato relativamente alla prima ondata “Allora ci hanno aiutato il Signore e Conte”, ricordando che con la seconda ondata in Sicilia in totale vi sono stati oltre 1000 morti a causa dell’epidemia. Poi, ha aggiunto “Avete fatto un balletto, il balletto è quello delle terapie intensive. Ad aprile- maggio parlavate di 500 posti oltre, già pronti. Ora parlate di 416 posti. Vorrei capire: o avete detto una menzogna allora, di 500 posti, o altrimenti non avete fatto nulla in questi mesi.”

Il deputato grillino Salvatore Siragusa ha preso dopo la parola dichiarando anche lui che la Regione non ha fatto nulla. Il parlamentare pentastellato ha rilevato, infatti, che il numero dei tamponi effettuati in Sicilia è più basso rispetto a quello del resto d’Italia e, in particolare, rispetto a quello della Regione Emilia Romagna, la quale ha anche meno abitanti. Per l’onorevole Siragusa, il tracciamento dei positivi si poteva e doveva pianificare. Sulle terapie intensive, il governo siciliano avrebbe agito come la tela di Penelope. “Si fanno e si disfano”, ha dichiarato. Dopo avere citato l’audio circolato dall’ingegnere La Rocca della Regione, sui dati da fornire al governo siciliano, il deputato regionale ha concluso “Voterò perché è lecito sbagliare quando si fa, quando non si fa niente si dimostra incapacità”.

Anche l’onorevole Giorgio Pasqua (M5S) è intervenuto nel dibattito di Palazzo dei Normanni. “La seconda ondata, ve la siete cercata” ha dichiarato. Poi, ha aggiunto “Avevate un compito da fare, e non l’avete fatto”. La prova del fallimento di Razza, secondo il deputato, si sarebbe manifestata quando insieme a Musumeci avrebbero agito da negazionisti alla dichiarazione della Sicilia come zona arancione dal governo nazionale. Per il parlamentare pentastellato andava fatta prevenzione. “L’epidemia si ferma con il tracciamento” ha detto. Poi, si è soffermato sugli indicatori che la Regione avrebbe dovuto tenere in considerazione. I dati dei positivi sarebbero giunti con ritardi abissali, soprattutto quelli delle città metropolitane, secondo il parlamentare. Per l’onorevole Pasqua l’inaffidabilità del governo regionale risiederebbe nell’attivazione di metà delle USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale). I primi dati, poi, alla commissione competente sono stati forniti il 4 novembre, ma dalla giunta Musumeci è stato comunicato che solo dopo il 30 novembre si avrà conoscenza del numero dei posti in terapia intensiva nuovi e vecchi.

Ultimo intervento calendarizzato è stato quello dell’onorevole Nunzio Di Paola del Movimento 5 Stelle, il quale ha esordito affermando che “La parola querela è stata quella che ha ripetuto l’assessore Razza in questi anni a chi voleva dare dei consigli”. Successivamente, ha aggiunto che “Una pandemia non si batte con l’arroganza e la propaganda”. Dopo ha ricordato la chat degli “Avengers” sui posti Covid della sanità siciliana finita sulle pagine dei giornali. “I siciliani nel frattempo si ammalano”, ha detto. E, successivamente, ha affermato “Come con altre mozioni di censura, il presidente Musumeci non risponderà”. Poi, rivolgendosi al banco del governo regionale ha chiesto di chiarire se il presidente della Regione si è realmente aumentato la pensione, vicenda criticata e cavalcata dai 5 stelle in queste settimane. “Per 20 anni la sanità pubblica è stata devastata. È stata il bancomat della politica siciliana” ha concluso il parlamentare grillino.

Nel corso della seduta vi è stata anche una tensione tra il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Micciché e la deputata pentastellata Valentina Zafarana, la quale aveva chiesto in precedenza la parola per fatto personale. La parlamentare dei 5 Stelle, infatti, avrebbe voluto intervenire per evidenziare che l’Aula era stata convocata alle 16. E, dunque, i lavori si sarebbero conclusi alle 20, orario di chiusura del Parlamento siciliano, non per colpa della minoranza evidentemente, ma perché la seduta avrebbe dovuto iniziare due ore prima. Il presidente dell’assemblea siciliana Micciché rivolgendosi alla deputata le aveva detto “Faccia la brava”. Quindi, prima di terminare il dibattito, il presidente Micciché ha dichiarato “Non le posso dare la parola perché si deve lamentare che è stata trattata male da me, perché le ho detto di fare la brava. Lei fa parte di un partito dove il suo leader ha mandato a fare in culo il mondo intero”. Poi, la parlamentare grillina è intervenuta “È indefinibile quello che sta succedendo”. In seguito ha precisato “Il fatto personale si contesta al momento o non se ne parla più”. Inoltre, l’onorevole Zafarana ha aggiunto, riferendosi al presidente dell’Assemblea, “Lei è il custode della pratica parlamentare”. Infine, ha dichiarato “Questo è un fatto di violenza di genere”. La seduta riprenderà questo pomeriggio alle 16.

Linda Ferrara

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