Categorie: #CoronavirusAperturaRegioneSalute

Dal 3 dicembre in previsione riapertura di bar e ristoranti. In sicilia negozi chiusi la domenica

Il Governo potrebbe allentare le restrizioni attualmente in corso a causa del Coronavirus in vista del 3 dicembre, data fissata per la scadenza del Dpcm tuttora in corso che divide l’Italia in zone rosse, gialle e arancioni, a seconda la crescita dei contagi. Contagi che da settimane sono stabili. Certo la situazione desta ancora molta preoccupazione, ma dopo il 3 dicembre si pensa che potrebbero riaprire bar e ristoranti, per aiutare il settore nel periodo natalizio e cercare di sopperire alle perdite avute.

Naturalmente ci saranno regole stringenti per evitare che si possano creare assembramenti che potrebbero dare origine a una nuova esplosione di contagi. Uno dei punti in discussione è l’apertura di bar e ristoranti nelle zone gialle e arancioni. La sera potrebbero restare aperti, ma con il limite di 4 persone consentite per ogni tavolo. Intanto i presidenti delle Regioni chiedono un allentamento delle misure di restrizione per i centri commerciali. 

Tra questi c’è il Governatore siciliano, Nello Musumeci.

«Siamo in una fase di grande attenzione e ho ritenuto di accompagnare le decisioni nazionali e regionali con un’ordinanza che ha l’obiettivo di sostenere i primi segnali positivi, evitando nei giorni domenicali e festivi le occasioni di assembramento che abbiamo visto in tante immagini pubblicate dai mezzi di comunicazione. Chiediamo a tutti uno sforzo nelle prossime importanti giornate».

Musumeci, ieri sera ha adottato un’ordinanza destinata a limitare le occasioni di contagio nei giorni domenicali e festivi. Prevista la chiusura delle attività commerciali ad eccezione di farmacie, parafarmacie, tabaccherie ed edicole e del domicilio per i prodotti alimentari, dei combustibili per uso domestico e per riscaldamento.

«Lo dobbiamo – prosegue il governatore – agli operatori della sanità che stanno dimostrando una capacità di intervento senza precedenti, ma lo dobbiamo anche a tutti gli operatori economici che stanno affrontando un momento difficile e, in definitiva, lo dobbiamo a noi stessi, perché bisogna ritornare a una vita il più possibile normale nei tempi che la pandemia impone».

«Ho sentito il ministro Speranza – riprende Musumeci – che mi ha anticipato la decisione di rinnovare la propria ordinanza per tutte le zone arancioni in Italia, fissando per la prossima settimana un primo confronto tecnico per una nuova valutazione del rischio-Regione. Nel corso della telefonata avuta con l’assessore regionale per la Salute, il ministro ha avuto modo di evidenziare il miglioramento del quadro regionale, anche alla luce di misure di contenimento che erano state già adottate».

Il presidente della Regione annuncia che «… nelle prossime giornate proseguiremo con il monitoraggio degli indici di contagio, con la valutazione di misure di contrazione della mobilità extra-regionale, con l’adozione di protocolli di contenimento condivisi con gli Enti locali, con screening a tappeto nelle categorie. Dobbiamo fare tutti la nostra parte e noi non possiamo fare finta di niente di fronte a comportamenti individuali che troppe volte sembrano improntati a una mancanza di responsabilità. Il presidente della Regione ha il dovere di garantire il difficile equilibrio tra diritto alla salute e diritto alla socialità».

«Abbiamo recepito – conclude – le indicazioni provenienti dal nostro Osservatorio epidemiologico e la Regione sta allargando il monitoraggio su aree più vaste dei Comuni, con parametri oggettivi che portano all’adozione di misure da “zona rossa”. Serve tempestività, ma soprattutto rigore scientifico. Servono controlli per garantire effettività alle misure. Ciò che non serve, lo dico con rispetto di ogni opinione, sono le polemiche che tendono a dividere le Istituzioni. Faccio mio il messaggio di unità del presidente Mattarella e voglio essere interprete, garantendo, come abbiamo fatto fin dall’inizio della emergenza sanitaria, decisioni che siano frutto di analisi e condivisione».

redazione

Condividi