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Incendio Montagna Grande, la Città di Trapani parte offesa solleva dubbi all’Autorità Giudiziaria

Il Comune di Trapani si dichiara parte offesa per i fatti criminosi relativi all’incendio di Montagna Grande avvenuti la scorsa estate nei giorni tra il 31 luglio ed il 1° agosto. Lo fa con un esposto inviato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani e facendo seguito ad un’apposita delibera di Giunta, la n. 319 del 22 ottobre scorso.

L’esposto inviato dal Comune mette a disposizione degli inquirenti una serie informazioni e dettagli che non possono essere trascurati, così come si legge nella nota stampa a firma del sindaco Giacomo Tranchida. In primo luogo, si ritiene possa essere utile accertare il punto di innesco del fuoco, che sembra abbia avuto inizio nella zona della discarica inerti di c.da Agnone, così come ubicata nelle planimetrie del PRG vigente, posta a nord del bosco e su proprietà privata; accertamento che potrebbe facilitare l’analisi delle relative celle telefoniche, al fine di tentare di individuare l’autore dell’incendio. In secondo luogo, si ritiene possa essere rilevante accertare lo stato in cui versasse il cosiddetto “viale tagliafuoco”, che è stato attraversato dall’incendio fino a determinare la devastazione che si è verificata – si legge -. In particolare, poiché l’incendio in questione si è propagato anche da tale punto, è probabile che lo stesso non fosse tenuto in conformità alle regole tecniche e normative, sicché probabilmente presentava sterpaglie e vegetazione che hanno impedito che assolvesse al compito di fermare il propagarsi del fuoco? Con la conseguenza che, laddove il viale tagliafuoco fosse stato tenuto a regola d’arte, l’incendio di cui si tratta con alta probabilità si sarebbe ivi fermato”.

Inoltre, l’Amministrazione comunale non si spiega come mai da anni siano inutilizzati il “vascone” e l’asta antincendio, progettate e realizzate nel tempo allo scopo. “Tali circostanze si ritiene oltremodo necessario vengano approfondite dall’Autorità Giudiziaria, poiché si reputa che, laddove i suddetti sistemi di prevenzione (viale tagliafuoco, vasconi per accumulo di acqua e aste antincendio) avessero regolarmente operato, l’incendio in parola non avrebbe determinato l’ingente danno che ha di fatto provocato, rimanendo al contrario confinato ad una porzione molto più ridotta dell’area boschiva – afferma nella nota il primo cittadino trapanese -. Ne è prova il fatto che da decenni tale area era rimasta indenne da incendi, proprio perché la gestione dell’area ha sempre mantenuto attivi i suddetti sistemi di prevenzione. Dubbi anche in capo a chi aveva l’incarico di vigilare sull’area una responsabilità di natura colposa, per non avere messo in atto i doverosi comportamenti di diligenza, prudenza e cautela, utili ad impedire l’evento, che ha provocato una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili di un ecosistema di Montagna Grande, della sua biodiversità, anche agraria, della sua flora o della sua fauna, ciò anche ai sensi dell’art. 452 bis c.p. Ed infine ulteriore dubbio: se i tempi e le modalità di intervento del complessivo sistema antincendio si siano realizzati con la dovuta diligenza e tempestività, tale da limitare il più possibile il fenomeno incendiario.

Siamo sicuri che gli inquirenti – affermano il sindaco Giacomo Tranchida e l’assessore Giuseppe Pellegrino – stiano approfondendo le indagini per arrivare ai colpevoli di questa grave sciagura ambientale. I cittadini trapanesi e quanti hanno a cuore la salvaguardia del nostro territorio, non potrebbero accettare un’archiviazione del caso. La nostra personale esperienza di pubblici amministratori oltre a quella professionale portano ad escludere la casualità naturale. Gli elementi forniti da questa Amministrazione alla Procura della Repubblica vanno approfonditi e chiariti”.

redazione

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Tags: incendio di Montagna Grande