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Sicilia “arancione”, M5S, Pd e Italia Viva all’attacco di Musumeci, Attiva Sicilia invita alla responsabilità

Cinque Stelle e Partito Democratico all’attacco del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci dopo la decisione del Ministero della Salute di inserire la Sicilia nel gruppo delle regioni “arancione”, sottoposte a diverse limitazioni per contenere il contagio da Coronavirus.

Un provvedimento fortemente criticato da Musumeci, su cui sono piovute, però, non poche critiche, tenendo conto che la decisione di Speranza è legata all’insufficienza di posti letto nei reparti Covid e in terapia intensiva.

Particolarmente duro il viceministro delle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri (M5S): “Per chiarezza e onestà intellettuale nei confronti dei miei corregionali siciliani, Musumeci, anziché attaccare in maniera pretestuosa il governo Conte, dovrebbe dire che i parametri che hanno determinano il colore delle Regioni non sono stati dati dal numero dei contagi, ma dalla situazione del sistema sanitario di ogni singola regione. Che, come sappiamo, in Italia viene gestito dalle stesse regioni”, dichiara il vice ministro Giancarlo Cancelleri. “Il presidente Musumeci, dovrebbe anche dire che la scelta non è stata fatta per simpatia o antipatia o per appartenenza partitica, ma esclusivamente in base a 21 parametri scientifici e al monitoraggio dell’Istituto Superiore Sanità. Dati incontrovertibili che, al di là della situazione più grave in numeri assoluti (contagi, ricoverati in terapia intensiva e indice Rt, ad esempio), Campania e Lazio – additate come regioni giallo-rosse raccomandate – avevano degli indicatori di monitoraggio meno gravi rispetto a quelli della Sicilia”.

“Musumeci – continua Cancelleri – piuttosto dovrebbe spiegare a noi siciliani perché in questi mesi, dei 301 posti di terapia intensiva richiesti, il suo governo ne ha realizzato solo poco più di 100.

Il Governo Conte, che Musumeci non perde occasione di attaccare, ha messo a disposizione dell’Isola ben 125 milioni da spendere nella sanità per fronteggiare l’emergenza Covid, il governo regionale ne ha spesi ad oggi solo meno di 50. La verità è che il presidente della Regione Siciliana ha perso l’ennesima occasione per tacere. Diventerà bellissima promette da anni, ma la Sicilia purtroppo è diventata arancione. Il continuo scarica barile del presidente Musumeci, la polemica martellante per ogni decisione del governo Conte e il goffo atteggiamento di rivendicare risultati inesistenti, sono la dimostrazione di come Musumeci e Razza perdano più tempo in sterili polemiche, piuttosto che lavorare veramente per la Sicilia e per il bene dei siciliani”.

Un invito generale ad un’assunzione di responsabilità è arrivato da parte della deputata regionale di Attiva Sicilia, Valentina Palmeri: “In questa grave situazione non è tollerabile, dalla politica, il gioco delle speculazioni o dello scarica barile delle proprie responsabilità, da ogni lato, anche alla luce delle reazioni che si potrebbero innescare ritengo inoltre che ognuno debba assumersi le proprie responsabilità. Data la delicatezza del momento ed i recenti episodi accaduti in diverse città con manifestazioni anche violente, oggi più che mai le istituzioni devono stare vicine ai cittadini, alle attività economiche maggiormente colpite come i bar, i ristoranti e tutto il commercio ed il turismo che gli gravita attorno, costretti a chiudere”.

Duro anche il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo: “La Sicilia è area arancione perché, pur avendo meno ammalati Covid di altre regioni area gialla, non ha un numero adeguato di posti letto di terapia sub-intensiva e intensiva per garantire le cure necessarie. Se Musumeci avesse utilizzato il periodo estivo per adeguare le strutture sanitarie la Sicilia sarebbe area gialla. È surreale che Musumeci, inadeguato e irresponsabile, pensasse qualche giorno fa di derogare alle restrizioni del Dpcm. Se non ci fossimo opposti sarebbero esplosi i contagi e la Sicilia sarebbe area rossa”.

Più severo il collega Antonello Cracolici: “Ogni giorno ci rendiamo sempre più conto dell’inadeguatezza di questo governo regionale ad affrontare l’emergenza Covid. Hanno fatto solo chiacchiere inconcludenti sugli immigrati che portavano il Covid, accumulando ritardi su ritardi nell’attrezzare un sistema sanitario in grado di reggere l’urto di una pandemia che si sta diffondendo in Sicilia come in ogni angolo del pianeta. Eppure, abbiamo avuto mesi di vantaggio che potevano essere utilizzati per rafforzare il sistema sanitario territoriale: con le Usca, con il rafforzamento dei Dipartimenti di prevenzione delle Asp, con una rete ospedaliera e di terapia intensiva idonea a fare fronte ai picchi che arriveranno nei prossimi giorni. Per mesi ci hanno spiegato che dovevamo prepararci a convivere con il Covid, ma convivere vuol dire attrezzarsi, preparare al meglio i servizi, recuperare i ritardi strutturali del nostro sistema sanitario regionale. E invece solo chiacchiere, propaganda. Per Musumeci un giorno dovevamo chiudere tutto, il giorno dopo dovevamo aprire. Per settimane abbiamo denunciato la irresponsabile decisione del governo regionale di autorizzare i mezzi di trasporto pubblico a viaggiare a pieno carico, quando era del tutto evidente che il trasporto pubblico fosse uno dei principali fattori di rischio di contagio. È saltato il sistema di screening sui contatti dei contagiati. La gente sta per settimane a casa senza che nessuno li contatti, senza che si facciano i tamponi a coloro che hanno sintomi, ma anche a quelli che aspettano il tampone per uscire dalla quarantena. Migliaia di potenziali contagiati vanno tranquillamente in giro senza avere una strategia per individuarli. L’unica cosa intelligente è stata la iniziativa dello screening di massa alla Fiera del Mediterraneo di Palermo ma questa iniziativa, se isolata, serve a poco (comunque, meglio averla fatta). Per il resto, in Sicilia è il caos.

Ci si sorprende che la nostra isola sia stata identificata come “area arancione”, ma solo qualche ora prima Musumeci chiedeva che fosse lo Stato a decidere le chiusure, salvo protestare nelle stesse ore per il DPCM che chiudeva alle 18 bar e ristoranti. Ci rendiamo conto che tutto questo avveniva mentre la Sicilia era tra le regioni a più alto rischio in Italia, nell’immobilismo del governo regionale? C’è una sola parola per definire tutto ciò: incapaci!”.

Per una volta, anche Italia Viva è sulla stessa lunghezza d’onda di M5S e Pd, come evidenziano le dichiarazioni di Luca Sammartino: “Siamo zona arancione per responsabilità del governatore Musumeci e dell’Assessore Razza che in questi mesi non sono riusciti ad organizzare un sistema sanitario efficiente e all’altezza della seconda ondata di Covid 19. Abbiamo perso mesi preziosi. Meno posti in terapia intensiva, nessun tracciamento, non c’è stato alcun potenziamento dell’assistenza domiciliare, proclami di “Covid-free”, ricerca di colpevoli in un vergognoso scaricabarile. E’ un Governo inadeguato. Inutile nascondere le proprie mancanze attaccando il Governo nazionale, la smetta lui di fare furbizie e si metta a lavoro per garantire un sistema sanitario all’altezza. Ora la zona arancione comporterà anche una crisi economica, con la perdita di numerosi posti di lavoro, la chiusura delle aziende. Per colpa dell’incapacità di questo Governo la Sicilia rischia il disastro e siamo tutti consapevoli che non possiamo permettercelo. Musumeci e Razza non perdano tempo e invece di fare proclami sui posti letto, li attivino. Adesso dipende dalla serietà che verrà messa in campo dal Governo per far dichiarare la Sicilia “zona gialla”.  

redazione

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