Categorie: AperturaCommercioCucina & CiboCucina e CiboEconomiaLavoroMarsalaTurismo

«Noi ristoratori rispettiamo regole e distanziamento, non facciamo i furbi, siamo penalizzati» . Lo sfogo dei ristoratori marsalesi

Se vieni nel mio ristorante dopo esserti sposato, con i tuoi parenti, ed io faccio sedere te e loro rispettando la distanza, anche se siete in 100, cosa cambia? Vi faccio sedere a gruppi di 30 fino a raggiungere il numero nel rispetto delle regole anticovid. Del resto, se siete amici o parenti con quelli degli altri tavoli o non vi siete mai visti, quale è il problema, non accade di solito così in un ristorante in tempi “normali? L’importante è non baciarsi o ballare insieme o fare giochi d’artificio, nel rispetto delle regole. Non capisco tutto questo polverone. Che sia un matrimonio o una cena di routine, se nella mia Sala rispetto le regole, cosa c’è di strano?

Macchè raggiro e furberie del Genio Italico per eludere le regole! Macchè “ fatta la legge e trovato l’inganno”! Lo sfogo di un ristoratore, proprietario di una Sala Ricevimenti marsalese, lascia pochi dubbi sul concetto dei “30 invitati a tavolo moltiplicati per 4 o per 5 fino a raggiungere il numero di invitati ad un matrimonio” e che è stato bollato recentemente come l’ennesima “genialata” italiana per aggirare l’ostacolo. Secondo la incrollabile logica del ristoratore che ha preferito restare anonimo, se si è amici oppure perfetti sconosciuti e si occupa lo stesso spazio possibile in una Sala Ricevimenti, quale regola viene elusa? Si tratterebbe dunque, secondo l’anonimo proprietario, di un “inutile polverone buono solo a far leggere il giornale. Fermo restando che il settore sta subendo contraccolpi e che ho 80 dipendenti che non posso mandare a casa. Sono 80 famiglie che non avrebbero di che altro vivere, aspettiamo ulteriori chiarimenti su questa legge che si presta ad interpretazioni. Ieri sera, Giuseppe Conte, non ci ha nemmeno citati “a parte”, dunque possiamo considerarci come categoria “ristoratori”. Abbiamo preso impegni, comprato merce, non possiamo buttare o svendere tutto come la scorsa volta.

Se questa è la voce di un proprietario di Sala, altrettanto preoccupata è la “vis” di un altro ristoratore marsalese che ha acquistato un altro locale in pieno lockdown sperando in tempi migliori: ” Il problema non sono i ristoranti aperti dopo la Mezzanotte, il problema è la folla di giovani per le strade. Non c’è la prevenzione e se c’è bisogno, che intervenga l’Esercito. Ci vuole il controllo. Personalmente a me non dispiace che i locali chiudano presto. Vedo tanti ragazzi bere per strada e questo non mi sta bene perchè trasgrediscono le regole. Io rispetto le regole. Su 140 posti ora ne posso utilizzare 86, questo per rispettare regole e distanziamento dei tavoli e adesso facciamo anche alzare i clienti non appena scocca la Mezzanotte. Nell’altro mio ristorante, lo scorso Sabato sera, una pattuglia di Polizia, si è fermata e ci ha detto di chiudere. C’erano ancora persone che avevano appena finito di cenare. Io pensavo che chiusura significasse non fare entrare altra gente. Prima della Mezzanotte non c’era nessun controllo ma non appena è scoccata, magicamente, sono spuntate le pattuglie. Ma prima dove erano? Non devono fare multe ai ristoratori ma controllare gli assembramenti al centro storico per tutelare la salute di tutti noi.

Anche quest’altro ristoratore che preferisce restare anonimo, punta il dito sui controlli che mancherebbero, a giudicare dalle immagini dello scorso week end che ritraevano una movida abbastanza ravvicinata. Il problema, sempre secondo questo ristoratore marsalese, si acuirebbe se ci fosse un’ulteriore stretta sull’ orario di chiusura, ovvero se venisse, in un nuovo DPCM, anticipata alle ore 22. In quel caso “ tanto varrebbe dirci state chiusi. Con le abitudini che hanno i marsalesi nell’andare a cena come orario, chiudere presto è una limitazione. Noi lavoriamo con i marsalesi anche perchè il turismo è così ristretto da limitarsi a 20 giorni d’Agosto. Noi in Sicilia avevamo pochi casi di Coronavirus ma hanno fatto il lockdown. Mi chiedo: perché avete aperto le frontiere senza tra l’altro fare nessun controllo all’entrata? Potevamo vivere anche solo di turismo siciliano. Se fosse stato al contrario, ci avrebbero chiusi, ci avrebbero impedito di uscire dalla Sicilia. Sono molto preoccupato perché durante la crisi ho comprato un nuovo locale, sperando che l’emergenza finisse. Ora non so proprio come andrà.

Un po’ fuori dal coro è invece la voce di un altro ben noto ristoratore marsalese, Nicola Sammartano, il quale non si è voluto trincerare nell’anonimato e ha dato una chiave di lettura un po’ diversa:

Il mio target di clienti è aumentato sia in qualità che in numero. Manteniamo il distanziamento dei tavoli e non superare il numero di prenotazioni ha creato, per me, un ordine molto positivo. In questo modo riusciamo a coccolare molto di più i clienti. Per la banchettistica, mi sono organizzato e ho prenotazioni per diversi matrimoni con 30 invitati. Un numero ridotto di invitati anzi consente di realizzare un banchetto di alto livello. C’è una metamorfosi commerciale, ma è positiva. Come ristoratore non ho mai puntato sul doppio turno e non mi interessa. Chi viene da me, deve poter mangiare in pace senza doversi alzare ad un certo orario. Anzi, mangiare al ristorante, è l’unico modo per stare insieme fra amici, sempre rispettando le regole, ovvio. Questa pandemia, sta penalizzando alcuni ma non tutti. Chi ha qualche euro in tasca, preferisce mangiare bene e sceglie locali dove può star tranquillo e sceglie vini costosi. Chi aveva puntato sulla qualità si sta trovando bene. Ho ridotto del 30% il numero dei tavoli. Semmai, sono le prenotazioni delle camere che stanno subendo un crollo. Marsala non è solo turismo, ci sono manager, rappresentanti, dirigenti che in questo momento magari non vengono per motivi di lavoro. Questo è un dato certo”

Di turismo locale che ha salvato la stagione ha invece parlato il ristoratore Tonino Laudicina.Abbiamo avuto un afflusso maggiore di turisti siciliani specialmente provenienti dalla parte Orientale dell’Isola ma anche italiani. C’è stato un incremento di catanesi, siracusani che non erano mai stati da queste parti. Se si è fatto un buon lavoro, magari con la buona fama, si spera che ritornino”.

Tiziana Sferruggia

Tiziana Sferruggia

Condividi
Tags: NICOLA SAMMARTANOristorantiTONINO LAUDICINA