Nel prossimo Consiglio comunale che sostituisce quello che ha appena terminato il suo mandato in conseguenza del voto del 4/5 ottobre scorso, non ci saranno esponenti dei maggiori partiti italiani. Non perché, come si usa adesso, si sono camuffati sotto le spoglie di liste civiche, ma proprio perché con i loro simboli e i loro candidati non ce l’hanno fatta a superare il previsto sbarramento del cinque per cento. Parliamo di sondaggi ma anche di presenze in Parlamento, ma la Lega che viene data come primo partito, il Movimento 5 Stelle che alla Camera e al Senato ha i gruppi più numerosi di parlamentari e il Partito Democratico che viene dato in forte recupero, non avranno loro rappresentanti a Sala delle Lapidi.
Cosa è accaduto in termini politici è da analizzare, intanto numericamente hanno toccato davvero il fondo. L’ottica con cui si guarda il risulto di questi partiti è determinate per dare un giudizio, resta però il fatto che in Consiglio comunale non ci saranno nei prossimi cinque anni. Per quanto attiene alla Lega le giustificazioni saranno anche valide, è partita in ritardo, ha avuto difficoltà ad approntare la lista, si è calata in una realtà per così dire nuova e via così argomentando. La verità è invece che il centro destra classico che ha sostento l’ormai sindaco Massimo Grillo, nella sua interezza non ha voluto apparentamenti con la Lega. Sorprendono alcuni partiti che con quello di Salvini governano la Regione ma nei comuni (non è un fatto soltanto locale), non l’hanno voluto. Ancora più sorprendente è il risultato del Partito Democratico e del M5S. Governano il Paese ma a Marsala sono andati ognuno per proprio conto.
I Grillini avevano scelto da tempo il loro candidato a sindaco e non hanno voluto (saputo) malgrado le decisioni del vertice del Movimento, fare un passo indietro. L’elettorato li ha puniti, chissà se avessero fatto come a Termini Imerese dove assieme al Pd, con la candidata sindaca grillina Maria Terranova, hanno vinto al primo turno. Stupefacente il risultato dei democratici che da primo partito cinque anni fa, diventano quasi l’ultimo. Eppure avevano candidati di rilievo elettorale, tre consiglieri uscenti e la neo segretaria. Non hanno raggiunto il 5%. Pagano errori del gruppo dirigente certamente. Errori che “partiti” da Marsala sono ritornati “approvati” anche dai vertici regionali e provinciali. Non tutti erano convinti che si dovesse andare alla riconferma del sindaco uscente, allora perché forzare a costo di dividere il partito? Noi sappiamo che la scelta definitiva fu presa con 9 presenti in direzione comunale. E la direzione provinciale che aveva deliberato di non autorizzare candidature di iscritti in altre liste, che ha fatto? E i dirigenti nominati, a cominciare dalla segretaria locale, nella compagine di giunta di Alberto Di Girolamo, con chi ne ha discusso il candidato sindaco? Potremmo continuare ma… lo faremo nei prossimi giorni quando affronteremo anche le vicende dei vincitori.
Gaspare De Blasi