Massimo Grillo è il nuovo sindaco di Marsala. A distanza di cinque anni, l’ex parlamentare dell’Udc ha consumato l’attesa rivincita, ribaltando l’esito del 2015. A differenza di allora, stavolta la competizione si è decisa direttamente al primo turno, con una tendenza favorevole a Grillo che è emersa fin dalle prime schede scrutinate.
Al di là dell’affluenza (61,63%, la più bassa di sempre per un primo turno a Marsala) il risultato della coalizione di Grillo appare addirittura superiore alle attese. Nelle ultime settimane sembrava infatti che Alberto Di Girolamo fosse in rimonta e anche gli altri competitor (soprattutto Rodriquez e Dugo) venivano dati su percentuali più alte. Lo scrutinio ha invece sgombrato ben presto il campo dai dubbi della vigilia: l’ex deputato avanti quasi ovunque, con percentuali bulgare nella zona nord (in particolare a Birgi) ma ben posizionato anche nella zona sud, tradizionale fortino del centrosinistra lilibetano.
Alla fine, Grillo è stato eletto con 23.495 voti e con una percentuale del 56,85 %. Alle sue spalle, il sindaco uscente Alberto Di Girolamo ha raccolto 12.721 voti (30,78%). Poi, a distanza, Aldo Rodriquez del Movimento 5 Stelle (2.783; 6,73%), Giacomo Dugo della Lega (1.875; 4,55%) e su Sebastiano Grasso della Lista Civica Arcobaleno (451 voti; 1,09%). Massimo Grillo, 57 anni, sposato con la signora Mariella Basiricò, tre figli – Nicola, Antonino e Gloria – a soli 23 anni fu eletto deputato all’Assemblea regionale siciliana nelle elezioni del 1986, nella lista della Democrazia Cristiana, prendendo il posto in lista del padre Salvatore, deputato uscente che non si ricandidò. Nel 1990 venne eletto a Sala delle Lapidi (dove rimase per circa due anni) e nel 1991 venne confermato deputato regionale per l’XI legislatura. Dal 1992 al ’93 fece anche parte del governo di centro sinistra come assessore degli enti locali. Durante questa carica propone e riesce a fare approvare la legge regionale che istituisce l’elezione diretta dei sindaci e dei presidenti delle Province siciliane, anticipando questa grande innovazione istituzionale a livello nazionale. Nel 1995 fu invece nominato assessore alla cooperazione, commercio, artigianato e pesca, per poi passare alla sanità, fino al 1996. A seguito dello scioglimento della DC, costituisce il Movimento dei Liberi e Forti, ispirato all’appello A tutti gli uomini liberi e forti del sacerdote cattolico e uomo politico siciliano Luigi Sturzo. Aderisce, quindi, al secondo Partito Popolare Italiano – quello fondato da Mino Martinazzoli nel 1994 – per poi partecipare nel 1995 alla fondazione dei Cristiani Democratici Uniti guidato da Rocco Buttiglione, di cui diviene vicesegretario nazionale vicario e segretario regionale per la Sicilia. Nelle elezioni politiche del 1996 è eletto alla Camera dei Deputati per il Polo per le Libertà, sempre in rappresentanza del CDU. Entra a far parte della XIII Commissione permanente (agricoltura) e della XIV (politiche dell’UE). Nel 2001 è rieletto deputato nella lista CCD-CDU, continuando ad occuparsi dei problemi dell’agricoltura, ed entrando nella Commissione parlamentare antimafia. Nel 2005 è nominato dal Presidente della Camera dei Deputati a rappresentare il parlamento italiano nell’Apem, l’Assemblea permanente dei Parlamentari Euromediteranei. Verso la fine della legislatura entra in conflitto, all’interno del partito, con l’allora presidente della Sicilia Totò Cuffaro, rinunciando alla candidatura in Senato. Nel 2006, costituisce il Movimento Liberi e lascia l’Udc. Nel 2007 è candidato alla carica di presidente della Provincia di Trapani, ma viene battuto dall’ex sottosegretario di Forza Italia Antonio D’Alì. Il resto, è storia recente, con la sconfitta del 2015 contro la coalizione di Di Girolamo e la rivincita di questa tornata elettorale.
I marsalesi hanno dunque deciso di premiare il lavoro paziente che Grillo ha portato avanti in questi anni nel riunire attorno a sé gran parte degli scontenti dell’amministrazione Di Girolamo, dal presidente del Consiglio comunale Enzo Sturiano ad Antonio Vinci, da Alfonso Marrone a Franco Coppola, fino agli ex socialisti Oreste Alagna, Arturo Galfano, Michele Gandolfo e Letizia Arcara. Persino alcune frange del Pd (Rino Ragona, Marcello Linares) avevano invitato fino alla vigilia al voto per Grillo, in dissenso rispetto alle indicazioni ufficiali del partito. Consapevole dello squilibrio tra gli schieramenti in campo, lo staff di Di Girolamo sperava in un ampio voto disgiunto a proprio favore che solo in parte si è effettivamente registrato senza però sortire gli effetti sperati a fronte della debolezza di almeno due tra le quattro liste messe in campo dallo schieramento progressista. Al di là di tutto, l’emorragia di voti rispetto al primo turno del 2015 è risultata evidente (dal 49,76% a circa il 30%), segno di una generale disaffezione che comunque c’è stata rispetto all’amministrazione uscente e, più in generale, al centrosinistra. Grande delusione da parte di Alberto Di Girolamo: “I marsalesi hanno scelto in maggioranza di interrompere il percorso iniziato nel 2015. Al neo sindaco Grillo va il mio augurio di buon lavoro. Lascio una città migliore di quella che io stesso ereditari cinque anni fa. Una città risanata con meno debiti, meno disavanzo, meno sprechi e una dote di circa 50 progetti per un valore di oltre 180 milioni di euro finanziati con fondi europei. Il mio auspicio è che la nuova amministrazione sappia fare tesoro di questa eredità per proseguire il piano di modernizzazione della città che abbiamo faticosamente avviato negli anni scorsi. Per quanto mi riguarda, ho sempre detto che non era in gioco il mio destino personale ma il destino collettivo di Marsala. Ora è tempo di pensare al domani e di lasciare spazio ad una nuova classe dirigente fatta di giovani preparati e volenterosi, pronti a dare il proprio contributo per costruire il futuro”.
In calo rispetto a 5 anni fa anche il Movimento 5 Stelle, che comunque si piazza al terzo posto con il candidato sindaco Aldo Rodriquez arrivato davanti al professore Giacomo Dugo, sostenuto dalla Lega e dall’ex sindaca Giulia Adamo, ottenendo – anche qui – un risultato inferiore alle aspettative. Chiude il lotto dei candidati Sebastiano Grasso, che intorno al suo Movimento Popolare Arcobaleno ha provato a costruire una proposta alternativa agli altri schieramenti, trovando però pochi consensi effettivi nell’opinione pubblica marsalese.
Intorno alle 18 lo staff di Grillo ha acquisito la matematica certezza della vittoria: la commozione del neo sindaco e della moglie si è poi sciolta nell’entusiasmo di amici, alleati e supporters. Come da tradizione, il vincitore della competizione elettorale e il suoi gruppo hanno poi attraversato il centro cittadino per la consueta passeggiata verso i palazzi spagnoli di via Garibaldi. Giunto al Municipio, Grillo è salito su assieme alla moglie e a diversi componenti della sua coalizione, tra cui anche l’ex primo cittadino Salvatore Lombardo, che già lo aveva sostenuto nel 2015. Dalla finestra del Comune i saluti ai sostenitori da una delle finestre dell’edificio, con qualche difficoltà per il servizio d’ordine nel fare rispettare le norme anti-Covid che avrebbero richiesto maggiore cautela. “Lo spirito con cui mi accingo a ricoprire la carica di sindaco di Marsala è quello di un cittadino libero che ha a cuore e mette al centro della propria vita il senso delle istituzioni – ha affermato Massimo Grillo nella sua prima dichiarazione ufficiale da sindaco della città -. In questo momento il mio pensiero va a quei sindaci di Marsala dell’era repubblicana che hanno fatto grande la nostra città facendola rinascere dalle macerie del dopoguerra. Per questo invito tutte le forZe politiche a ritrovare l’unità e la voglia di lavorare tutti insieme per il bene comune e in tal senso invito il sindaco uscente Di Girolamo a non rinunciare a sedere a Sala delle Lapidi per lavorare assieme al bene di Marsala e dei marsalesi”.