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La rivincita di Massimo

Massimo Grillo è stato eletto sindaco di Marsala. Cinque anni fa non lo avremmo mai detto: la sconfitta del 2015 sembrava un macigno sulle aspirazioni future dell’ex parlamentare dell’Udc che invece ha dimostrato forza e resilienza nel superare momenti difficili vissuti personalmente e dalla sua famiglia in questi anni e, al contempo, pazienza e abilità nell’incunearsi tra le difficoltà della coalizione di Alberto Di Girolamo, rivelatasi litigiosa e poco coesa fin dai primi mesi.

Da politico navigato, Grillo però sa bene che le stesse doti gli serviranno per tenere assieme i pezzi della sua composita coalizione, formidabile in termini elettorali ma di complessa gestione. A riguardo, sarà interessante vedere, nelle prossime ore, se il voto per il Consiglio comunale è stato nel segno della continuità o del cambiamento rispetto all’ultima assemblea di Sala delle Lapidi perchè anche da questo dipenderanno tante cose negli anni a venire. Non sarà facile mantenere un equilibrio tra gli uomini d’esperienza che hanno dato un importante contributo a questo risultato elettorale, i giovani che Grillo vorrebbe gradualmente inserire per creare una nuova classe dirigente e le competenze dei professionisti coinvolti nella governance. Non sarà facile gestire una città inquieta, che alle storiche criticità legate alla sua conformazione territoriale ha visto anche incrementare il fenomeno dell’emigrazione giovanile, le diseguaglianze economiche e il disagio sociale senza contare le conseguenze dell’emergenza epidemiologica e lo spettro della criminalità organizzata che non va mai dimenticato. Ci vorrà forza, chiarezza d’intenti e spirito laico. Riconoscendo, a campagna elettorale chiusa, che l’eredità che lascia l’amministrazione Di Girolamo è migliore rispetto alla percezione popolare, a partire dal lavoro fatto con i fondi europei o in materia ambientale (che non è solo legata alla raccolta dei rifiuti, ma a un diverso rapporto con la fruizione degli spazi verdi). Serve anche questo per ricreare davvero uno spirito unitario, quanto meno su alcuni punti specifici, fermo restando che alla maggioranza servirà un’opposizione attenta e critica, capace di incalzarla e di stimolarla a lavorare nella maniera possibile per la crescita e lo sviluppo della città.

In fin dei conti, Massimo Grillo insegna proprio questo: una sconfitta rovinosa può essere l’inizio di un lungo cammino verso una vittoria futura. Ben poco servirebbe alla città, invece, una minoranza che vorrebbe trascorre i prossimi cinque anni “a mangiare i pop corn”, nella speranza che gli avversari si auto eliminino da soli. Farebbero un pessimo servizio a se stessa e alla comunità.

Vincenzo Figlioli

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Tags: massimo grillo