Categorie: AperturaCronacaMazaraPesca

«Siamo accusati di traffico di droga»: drammatico appello dei pescatori mazaresi. Il sindaco: «non ho conferme»

Sta assumendo connotati sempre più complicati la vicenda dei pescatori di Mazara sequestrati la sera dello scorso primo Settembre in Libia. Il loro ultimo drammatico appello è una telefonata fatta con i familiari nella quale uno dei 2 capitani racconta di trovarsi rinchiuso, assieme agli altri 18 componenti dell’equipaggio dei 2 pescherecci, Antartide e Medienea, nel carcere di El Keufia a 15 Km da Bengasi. “Siamo carcerati, in galera, però stiamo bene. Dovete farci uscire, non possiamo stare qua. Fate l’impossibile, siamo esauriti, non ce la facciamo più. Ci trattano bene ma il Ministero degli Esteri deve aiutarci”

Le accuse rivolte loro dalle autorità libiche del Generale Haftar, sono pesanti e rischiano di aggravare ancora di più la già complessa ed annosa vicenda dei sequestri “mazaro libici”. I pescatori mazaresi sono accusati di aver gettato le reti ad appena 35 miglia dalle coste libiche, uno dei punti più ricchi di fauna ittica, nel Golfo della Sirte, delineato dai libici come “acque nazionali”, decisione non riconosciuta però dall’Italia. L’accusa forse più grave è quella però in cui viene contestata la presenza di droga sui pescherecci sequestrati e ormeggiati adesso al porto di Bengasi . Sarcastico il commento dell’armatore Marco Marrone che ovviamente respinge le accuse di traffico di droga. “Ci vogliono incastrare. E’ un fenomeno che va avanti da anni, siamo stanchi, non si può più lavorare così. Adesso la priorità, però, è portare a casa l’equipaggio e la barca. Speriamo che la Farnesina riesca a fare tempestivamente qualcosa. C’è massima attenzione” . Secondo indiscrezioni, le autorità libiche, avrebbero già chiesto uno scambio di prigionieri. Il rilascio dei mazaresi avverrebbe infatti dopo la scarcerazione dei 4 libici condannati in Italia in quanto riconosciuti di essere scafisti, ovvero trafficanti di uomini che tentano la traversata del Canale di Sicilia per approdare nell’agognata Europa. Questi 4 scafisti condannati da un tribunale italiano, sono conosciuti in Libia come dei giovani calciatori.

Lo scorso 1 Settembre, altri 2 pescherecci stavano per essere sequestrati ma sono riusciti a sfuggire alla cattura. Si tratta del natante Anna Madre di Mazara del Vallo e del Natalino di Pozzallo di Ragusa.

Salvatore Quinci

Il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, ha commentato poche ore fa quest’ulteriore aggravio della posizione dei marinai sequestrati e detenuti: “non ho conferme ufficiali dell’accusa di traffico di droga. A me sembra una modalità per fare pressione e tenere alta la tensione“. La posizione di Quinci è allineata con quella del Ministero degli Esteri. La Farnesina infatti non ha confermato ancora questa accusa.

Tiziana Sferruggia

Condividi
Tags: pescherecci MazaraSalvatore Quinci