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Dalla Regione arriva il BonuSicilia. il commercialista De Stefano ci spiega le modalità per richiederlo

La Regione Sicilia ha emanato un provvedimento a sostegno del sistema produttivo colpito dall’emergenza Covid‐19.

Chiediamo al Commercialista e Revisore dei Conti Andrea De Stefano di cosa si tratta.

“Con un contributo a fondo perduto destinato alle microimprese artigiane, commerciali, industriali, di servizi e alberghiere si concede una agevolazione, fino a un massimo di 35 mila euro. E’ concessa attraverso un bando, con procedura semplificata, su piattaforma informatica dedicata. (https://siciliapei.regione.sicilia.it)”.

Quanto ha stanziato la Regione?

“La dotazione finanziaria prevista è di 125 milioni di euro”.

Quali sono gli obiettivi?

“Con BonuSicilia la Regione intende fornire liquidità alle aziende più piccole, per compensare la riduzione di fatturato sofferta durante il lockdown, come previsto dalla Legge di stabilità regionale 2020‐2022. Le risorse finanziarie (europee, nazionali e regionali) provengono da una specifica riprogrammazione del Programma Operativo Fesr Sicilia 2014/2020 per fronteggiare l’emergenza Covid‐19”.

In casi come questo i possibili aventi diritto si chiedono quali sono i requisiti per accedervi.

“Possono accedere a BonuSicilia le aziende artigiane, commerciali, industriali, di servizi ed alberghiere. Devono essere classificate come microimprese (cioè con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo e/o un totale di bilancio annuale\ non superiore a 2 milioni di euro); devono avere la sede legale e/o operativa in Sicilia alla data del 31 dicembre 2019. Inoltre devono avere l’attività economica sospesa durante il lockdown. Possono altresì accedervi le imprese alberghiere che non hanno esercitato l’attività economica, ovvero che abbiano avuto una diminuzione di fatturato nel periodo marzo‐aprile 2020”.

Si tratta di un contributo a fondo perduto?

“Il BonuSicilia prevede un una tantum di 5 mila euro alle imprese che hanno avviato l’attività dopo il 31 dicembre 2018; un una tantum di 6 mila euro alle aziende che hanno avviato l’attività prima del 1° gennaio 2019 ed erano in regime fiscale forfettario nell’anno di imposta 2018; 5 mila euro più un importo pari al 40% del fatturato medio di due mesi (calcolato in base al fatturato/volume d’affari del 2018) alle imprese che hanno avviato l’attività prima del 1° gennaio 2019 ed erano in regime fiscale ordinario nell’anno di imposta 2018 (fino a un massimo complessivo di 35 mila euro)”.

Come fare per partecipare a BonuSicilia?

Attivare subito l’identità digitale SpiD, pre‐compilare l’istanza sulla piattaforma SiciliaPei (https://siciliapei.regione.sicilia.it dal 21 settembre 2020). Inviare l’istanza già compilata cliccando sul pulsante “invio” (dal 5 ottobre 2020). Richiedere l’erogazione di BonuSicilia. L’Avviso sarà pubblicato il 18 settembre 2020 sulla Gazzetta Ufficiale Siciliana, sul sito del Dipartimento regionale Attività Produttive e su EuroInfoSicilia”.

redazione

Visualizza commenti

  • E' solo campagna pubblicitaria per racimolare voti. Come si puo' pensare che una piccola ditta ferma 3 mesi possa pagare contributi e tasse ed avere il DURC. Come mai INPS ed Agenzia delle Entrate per gli aiuti che hanno erogato non hanno chiesto il DURC ed invece la Regione Sicilia lo richiede? E' un aiuto agli amici degli amici.

  • Confermo, basta leggere le 40 pagine dell'avviso che è uscito il 18 per capire che questi soldi li prenderanno in pochi. Io avevo tutti i requisiti possibili, DURC perfetto compreso, e il sistema che gestisce l'istanza per caricare i dati,in attesa del 5 ottobre, ha bloccato la pratica quasi subito, perchè dalla camera di commercio è arrivato un codice ateco che non rientra tra quelli DECISI dalla regione sicilia per la richiesta di questi fondi. Intanto con il miraggio di questi soldi, si sono formate code pazzesche per accaparrarsi le firme digitali presso le varie camere di commercio dell'isola e presso vari intermediari come Buffetti, che prestano ugualmente servizio, nonchè le file alle poste per avere lo SPID! Il risultato è che per il 70% delle partite iva siciliane che hanno fatto e faranno richiesta, l'unica cosa certa saranno le spese sostenute che per la sola istanza di contributo che vanno dai 60 ai 100 euro. I fortunati che poi dovessero riuscire ad "infilarsi" in mezzo agli amici degli amici, dovranno fare anche i conti con le spese per il revisore che deve certificare la seconda istanza, ossia quella per l'erogazione del contributo.....insomma, uno schifo totale.

    Davide Cosentino (purtroppo partita iva siciliana)
    p.s: maledetto il giorno che ho deciso di tornare a vivere nella mia terra.

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