L’unità del comparto pesca di Mazara del Vallo sarebbe importante per sbloccare la vicenda e permettere al più presto ai pescatori e ai pescherecci sequestrati in Libia di far ritorno a casa”. Questo l’auspicio di Gaspare Ingargiola, responsabile provinciale di C.I.F.A. Italia, nonché addetto alle relazioni industriali con la Tunisia, intervenuto sulla questione relativa al sequestro dei due pescherecci mazaresi “Antartide” e “Medinea” fermati da una motovedetta libica lo scorso primo settembre a 35 miglia dal porto di Bengasi.
“A nome della Confederazione e del suo presidente nazionale, Andrea Cafà –sottolinea Ingargiola- esprimo vicinanza e solidarietà ai diciotto marittimi in stato di fermo a Bengasi e alle loro famiglie che stanno vivendo momenti di grande ansia in attesa di buone notizie. Purtroppo –aggiunge Ingargiola- il trascorrere dei giorni non aiuta certamente la soluzione della vicenda che appare difficile per diverse ragioni, in primis per l’annoso contenzioso relativo alla cosiddetta ‘zona economica esclusiva’ libica che comprende quel tratto di acque internazionali ove storicamente i pescatori di Mazara del Vallo esercitano, con molti sacrifici, la pesca del rinomato gambero rosso”.
Il responsabile di CIFA Trapani altresì dichiara: “E’evidente che la situazione è complessa ma registriamo anche un silenzio assordante da parte delle diverse confederazioni della pesca e associazioni armatoriali. Facile salire sul carro dei vincitori al momento della soluzione della vicenda. Oggi quello che serve –ecco l’appello di Ingargiola- è una coesione di intenti da parte di tutti, un voce unitaria che rappresenti le problematiche di un comparto quello della pesca di Mazara del Vallo che da poco più di due anni è rimasta orfana di una grande figura come quella di Giovanni Tumbiolo capace, come lui nessuno, in situazioni similari, attraverso un formidabile know-how e consolidati rapporti di cooperazione con i Paesi dell’Africa Mediterranea, di sbloccare questioni intricate come la presente”.