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MammaAvventura: 1+1=11

Una antica ricetta trasmessami per gentile concessione da una amica meno giovane quando seppe della mia seconda gravidanza vuole che se fai un bambino e a questo aggiungi un fratellino, ottieni l‟equivalente numerico di una squadra da calcio. Se poi si stratta di due sorelline, moltiplica per tutte le volte in cui a turno, insieme con la mamma, saranno “colpite” da crisi isteriche, sindrome premestruale, sindrome preadolescenziale, adolescenziale, da menopausa, da fidanzamento, da ex fidanzamento, crisi da “cosa mi metto”, “sono troppo magra”, “mi sento troppo grossa”, e così via. E voilà. La minestra è servita. Il dado è tratto. I giochi sono fatti. Insomma, ottieni soltanto un bel casino.

Ho fatto due figlie, quindi, ma valgono davvero per undici. Sono ancora piccole, ma posso certamente affermare che gridano per undici, mangiano per undici, mi impegnano per undici. Ma soprattutto, sporcano per undici.
Trovo incredibile come due bimbe così pulite e pacate possano inesorabilmente sporcarsi gli ultimi cinque minuti prima di indossare il pigiama. Sembra ci sia un allineamento dei pianeti tale da permettere che questo accada tutte le sere, senza via di scampo.

Se per caso un giorno doveste passare da via Mazara, il mio appartamento lo riconoscereste subito. È quello con lo stendino pieno di vestitini rosa. Come se non esistessero altri colori, come se non ci fossero anche gli indumenti degli altri familiari da lavare. Tutto solo rosa o tuttalpiù fucsia.
Che poi a me piacciono il celeste, l’azzurro, il blu. Una volta ho comprato un completino verde acqua per Nina, la piccola di casa. Quando gliel’ho messo, ho trascorso il pomeriggio a rispondere alla gente che per strada mi diceva “ma che bel bambino”, “come si chiama questo principe”, “quanti mesi ha questo cucciolotto”. Dopo la decima volta ho lasciato perdere. Ora per tutti si chiama Nino, ha cinque mesi, ama il verde acqua e i fiocchettini sulle scarpe. E, ovviamente, è sporco.

E comunque l‟equivalente di undici figli non è roba da poco conto. Soprattutto perché, lasciando stare il completo annullamento di te in quanto donna e moglie, con i peli come quelli di Tarzan e il semipermanente che non permane più, trascurando la stenuante e continua perdita di sonno ormai svanito nel nulla, volendo tenere da parte tutta una serie di conseguenze che meriterebbero un libro a parte, con due figli e due mani, a meno che tu non sia un polpo, ti ritrovi a fare tutto con una mano. Nell’altra 59 c’è sempre lei, che pur di rimanere fra le tue braccia, si accontenta di prendere tutte le botte, sopportare i tuoi lamenti, sudare quindici body. Ma lei è contenta così.
Qualche giorno fa pensavo proprio a questo. Dovrei fare un tutorial per mamme: “Come fare tutto con una mano e tenere nell’altra il tuo neonato”.
Prima lezione: sessione di make-up.
Passo numero 1: apri il beauty-case.
Passo numero 2: raccogli la miriade di trucchi che hai fatto cadere sul pavimento, curandoti di non far cadere anche il neonato.
Passo numero 3: osserva con nostalgia l‟eye-liner, prendi quello nero con il tappo rosa, resistente all’acqua.
Passo numero 4: pensaci due volte e posalo. Non fa per te. Se non vuoi andare in giro come un dipendente del circo di Moira Orfei, mettilo via.
Passo numero 5: senza aver il tempo di preparare una buona base per il trucco o di idratare la tua pelle, cospargi sul viso un po’ di terra abbronzante.

Hai concluso. Sei esattamente come prima, ma un po’ meno mozzarella fiordilatte confezione prendi 3 paghi 2 e un po’ più color Barbamamma.
La sera, quando rientrerai dalla tua festosa giornata fuori, ricordati di togliere tutto quel trucco, come raccomandano le migliori make-up artist del mondo. Prendi una salviettina di quelle per pulire il culetto di tuo figlio e passala sul viso. Fai attenzione a non invertire i passaggi.
E buonanotte ai sognatori.

redazione

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