Categorie: Dall'Italia e dal mondo

Penny Stock: una guida per orientarsi

La traduzione letterale di penny stocks è “azioni da penny”, ovvero azioni che valgono come una moneta di piccolo taglio.

Nel gergo finanziario è un’espressione che spesso viene utilizzata per definire strumenti di basso valore oppure ci si riferisce effettivamente a quelle azioni e a quei titoli che vengono scambiati per un valore che varia tra uno e cinque dollari.

Uno strumento finanziario considerato con diffidenza, anche perché spesso non quotato sui mercati regolamentati.

La causa principale, comunque, deriva da un passato in cui piccole società tentavano di attrarre investitori in cerca dell’affare “che cambia la vita” e poi facevano esplodere la bolla insieme all’azienda.

I penny stock sono quotati over the counter e da qui la definizione di “azioni OTC”.

Attualmente gli scambi over the counter che elencano penny stock includono, OTC Bulletin Board o OTC Link LLC, quindi è possibile negoziare sulle borse valori ma negli Stati Uniti, la SEC e la Financial Industry Regulatory Authority (FINRA) hanno regole specifiche per definire e controllare la vendita di penny stock.

Un regolamento fondamentale

Si fa riferimento agli Stati Uniti in quanto è quello il luogo in cui svariate vicende di frode portarono il governo, nel 1934, ad occuparsi della situazione e a regolamentare le transazioni di titoli attraverso la Securities Exchange Act (SEC) sostenendo che i titoli azionari commercializzati a meno di 5 dollari per azione, non potevano essere quotati nella borsa valori o sull’indice nazionale.

Per le autorità che si occupano della regolamentazione, negli stati uniti, un penny stock viene riconosciuto come tale e come titolo quando può soddisfare determinati standard.

Tra gli specifici criteri da considerare sono inclusi: il prezzo, la capitalizzazione di mercato e il patrimonio netto minimo.

Naturalmente, quando i titoli vengono negoziati su una borsa valori nazionale, al di là del prezzo, si ritiene che siano meno vulnerabili alla manipolazione proprio perché si opera in borsa.

Un esempio è quello di Citigroup e altri titoli quotati al NYSE che durante la flessione dei mercati negli anni 2008-2009 furono scambiati al di sotto di 1 dollaro.

Questi vennero semplicemente considerati titoli “a basso prezzo”in quanto non rientravano tecnicamente tra i penny stocks.

Oggi la negoziazione di penny stock negli Stati Uniti è controllata attraverso regolamenti applicati dalla SEC e dalla FINRA ma la genesi di questi controlli proviene dalle leggi sui titoli di Stato.

É lo Stato della Georgia il primo ad aver codificato una legge completa sui titoli di penny stock e poi la FINRA e la SEC si sono occupate di promulgare le revisioni dei regolamenti.

Trader ansiosi in avanscoperta

Quando si decide di investire in penny stock la spinta fondamentale è data dal forte desiderio di trovare “la gallina dalle uova d’oro”.

Anche Amazon e altre compagnie tra le più famose al mondo, ai loro inizi erano piccole aziende e chi ha deciso di puntare su queste realtà ha poi avuto la fortuna di potersi ritenere molto soddisfatto.

Ma ci sono differenze fondamentali tra avere uno sguardo lungimirante e mettere a rischio il proprio capitale acquistando enormi quantità di azioni che pur costando poco non sono supportate da retroscena “ufficiali”.

Sicuramente la mancanza di informazioni intorno alle società che operano su queste azioni dovrebbe essere il primo campanello d’allarme utile al trader.

La ricetta perfetta allo scopo di manipolare gli investimenti e truffare chi è interessato, infatti, ha come ingredienti principali: la mancanza di rendicontazione pubblica e un mercato di riferimento esiguo.

Rimane fondamentale essere consapevoli del fatto che guadagnare all’interno del mercato azionario implica studio e impegno oltre alla variabile del tempo.

In questa ricetta potrebbe rientrare un pizzico di fortuna ma in questo campo è molto più facile avanzare grazie alla passione che agli “affari facili”.

redazione

Condividi