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Registro dei bambini mai nati, donne Pd e centri antiviolenza si mobilitano: “Proposta oscurantista”

L’approvazione della delibera che istituisce il “registro dei bambini mai nati” a Marsala da parte del Consiglio comunale lilybetano continua a fare discutere. Sull’argomento si registra adesso una mobilitazione da parte di 20 iscritte al Pd in provincia di Trapani. Dirigenti o semplici tesserate, le firmatarie dell’appello tornano a definire la mozione presentata dalla consigliera Giusi Piccione e approvata a maggioranza a Sala delle Lapidi “una proposta oscurantista”.
“La notizia – scrivono le 20 democratiche trapanesi – è balzata sulla cronaca nazionale, trovando molto spazio soprattutto sui giornali di destra, a conferma che certe posizioni non sono isolate e locali, ma rientrano in un progetto più ampio, che ci riporta alla mente le tristi giornate di Verona.
Tante, tuttavia, sono state le prese di posizione di singoli ed associazioni che si occupano di donne e di diritti, e questo è importante. Attendiamo ancora una presa di posizione del Partito Democratico, convinte che su certi temi, proprio nel rispetto della libertà di coscienza dei singoli e di ognuno, un partito debba schierarsi ed avere le idee chiare. Riteniamo che le parole siano importanti, solo il fatto di pronunciarle, di richiamarle e scriverle su dei documenti amministrativi abbia conseguenze culturali importanti, sulla mente e sul pensiero di chi le ascolta, e aprono la strada verso fattispecie che altrimenti non avrebbero luogo. Per questo chiamare “bambino” il frutto del concepimento non solo non è corretto, considerato che non vi è stata nascita, ma nasconde fini che vanno oltre la semplice modifica di un testo regolamentare. Noi non rimaniamo indifferenti, lo dobbiamo alle donne che dopo anni di lotte e sacrifici hanno conquistato diritti, oggi acquisiti ma che, a ben vedere, rischiano quotidianamente di essere messi in discussione. Riteniamo che il voto del consiglio comunale rappresenti una pagina triste della storia di Marsala, perché entra a gamba tesa in un tema delicato, attaccando, neppure tanto indirettamente, i diritti delle donne, e manipolando anche l’intimità di una scelta, il dolore di un momento che segna profondamente la vita di una donna, aldilà delle modalità con cui questo avvenga. Riteniamo che utilizzare un consiglio comunale per attaccare una norma di civiltà sia particolarmente grave e inopinatamente invasivo, e dimostra chiaramente quale sia l’idea di città che qualcuno vorrebbe far prevalere, una Marsala medievale che pensando di tutelare le donne scivola verso la loro colpevolizzazione. Da donne e democratiche non possiamo tollerare che passi questo messaggio e facciamo nostre le prese di posizione di tante donne e uomini e di tutte quelle associazioni che hanno manifestato pubblicamente la loro disapprovazione e le loro preoccupazioni, che si battono ogni giorno per la tutela dei diritti delle donne e che troveranno sempre spazio nel Partito Democratico che vogliamo.
I diritti vanno garantiti e tutelati sempre, protetti e ampliati, si possono non esercitare, ma porre le basi per la loro messa in discussione è inaccettabile. Le scelte etiche non devono mai sconfinare in quelle politiche affinché i codici morali, plurali in uno Stato di diritto, non si sovrappongano mai al codice penale, e non può di certo farlo un atto consiliare. Chiediamo l’adesione delle democratiche ma anche dei democratici, di iscritti ed elettori del Partito Democratico”.

L’appello è sottoscritto dalle consigliere comunali marsalesi Luana Alagna e Linda Licari (che avevano già votato no alla proposta in Consiglio), dalla presidente dell’assemblea provinciale del Pd Valentina Villabuona, dalla segretaria del Pd di Erice Mariella Barraco, da Gabriella Rallo (Trapani), Pina Santoro, Maria Gandolfo e Isabella Campo (Assemblea provinciale del Pd), Mariolina Stabile e Gabriella Basiricò (Erice), Marina Rondello (Paceco), Maria Carmela Russo (Poggioreale), Maria Teresa Tortorici (Favignana), Elvira Navarra, Alba Galante, Vittoria Genna (Castellammare), Caterina Piacentino (Erice), Enrica Marchetti, Nina Pantaleo e Matilde Sciarrino (Marsala).

Anche i centri antiviolenza Casa di Venere e Metamorfosi di Marsala, responsabili dello Sportello Antiviolenza della Procura della Repubblica del Tribunale di Marsala si mobilitano contro il registro. Le volontarie esprimono “… profonda indignazione per la delibera avanzata dalla consigliera Giusi Piccione e votata favorevolmente dal Consiglio comunale di Marsala. Tale delibera è assolutamente ingiusta e profondamente lesiva della sfera emotiva femminile e dei diritti delle donne”

redazione

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  • Mai che le donne e gli uomini del PD si schierino a favore delle donne che desiderano avere i figli, a favore delle madri, a favore della famiglie, per fare una prevenzione seria dell’aborto, così come prevede la legge 194. Prevale sempre la cultura della morte, mai quella della vita.

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