Le elezioni amministrative, si sa, sfuggono spesso alle logiche delle alleanze nazionali, finendo per risentire di dinamiche strettamente locali, legate a rapporti personali o alla volontà di sperimentare nuovi laboratori politici. Rientra in quest’ottica la scelta di Italia Viva, annunciata alla nostra testata dal coordinatore provinciale Giacomo Scala, di sostenere a Marsala il progetto ultra inclusivo di Massimo Grillo, nato intorno al civismo e alle forze moderate ma aperto anche a Diventerà Bellissima, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Tuttavia, a due anni dalle elezioni regionali, appare chiara la volontà del leader siciliano dei renziani Davide Faraone di battere strade alternative a quelle del centrosinistra tradizionale, come del resto testimonia anche la posizione più dialogante assunta nei confronti del governo Musumeci.
Tuttavia, non tutti a Marsala hanno gradito la scelta e all’attenzione di Scala sono già arrivati i primi malumori da parte di alcuni iscritti della prima ora a Italia Viva che avrebbero preferito sostenere il sindaco uscente Alberto Di Girolamo. A tal riguardo, si stigmatizza una decisione presa dall’alto senza consultare la base, nello stile che ha spesso contrassegnato le dinamiche trapanesi del centrosinistra. Di conseguenza, si sta facendo strada la richiesta di un’assemblea degli iscritti in cui si discuta della strada da intraprendere per le prossime amministrative.
Nel frattempo, l’area progressista alternativa a Di Girolamo sta continuando a ragionare sulla possibilità di partecipare autonomamente alla competizione elettorale. Sempre in campo, in quest’ottica, la candidatura del consigliere comunale Daniele Nuccio, che potrebbe essere affiancato da Giovanni Gaudino nell’ambito di un ticket rappresentativo anche di profili generazionali diversi. In questo ragionamento potrebbero trovare spazio anche alcuni dissidenti del Partito Democratico che non hanno condiviso nel metodo e nel merito il percorso delle ultime settimane che ha portato a sostenere il sindaco uscente, ottenendo che nell’ultimo direttivo si mettesse per iscritto il loro malcontento. Si sta facendo strada, tra i soggetti coinvolti in questo progetto, la convinzione che la riproposizione del duello del 2015 Grillo – Di Girolamo e il ritiro di alcune candidature lascino ampi spazi vuoti che, in mancanza di un’alternativa, finirebbero per alimentare l’astensionismo. Tuttavia, resistono anche alcune posizioni più caute, nella consapevolezza che si andrebbe incontro a una campagna elettorale complessa e per certi versi lacerante, come fu quella del 2007 che vide il centrosinistra correre con due punte (Leonardo Giacalone e Ottavio Navarra) per poi finire sconfitto da Renzo Carini al ballottaggio. Uno scenario che preoccupa anche alcuni dirigenti del Pd provinciale, che stanno lavorando per ricompattare le divisioni che finora continuano a separare i fedelissimi del sindaco Di Girolamo dal movimento Città Futura. Un compito quanto mai arduo, tenuto conto delle difficoltà di comunicazione sedimentate nel tempo e puntualmente alimentate dai soliti “seminatori di zizzania”, pronti a scambiarsi sui social post e commenti al vetriolo senza riuscire a confrontarsi di presenza secondo una logica costruttiva. La sensazione, a questo punto, è che solo un’azione di leadership politica del sindaco Di Girolamo possa consentire di ricucire lo strappo. Ma i tempi ormai sono strettissimi e, verosimilmente, ogni discorso finirà per essere rimandato a un eventuale ballottaggio.