La Riserva Orientata delle Isole dello Stagnone, per chi c’è nato, è un luogo sacrale. Non per usare parole enfatiche, ma per chi è del posto, per chi lo vive quotidianamente, lo Stagnone è un luogo “religioso”, il posto natìo. Quello di cui conosci le acque basse, i punti in cui tuffarsi, il percorso alla Torre San Teodoro, come evitare le secche con imbarcazioni, canoe o pedalò. Lo Stagnone non ha segreti, ospita tutti, le famiglie, i bambini, i nonni… la sua acqua salata lenisce ed è quasi curativa per chi soffre di dermatiti e psoriasi. Ha una bellezza tutta selvaggia ma non per questo meno affascinante. Chi ama questo posto tende a preservarlo ma quello che si fa è sempre troppo poco.
La Riserva da decenni e decenni vive uno stato di degrado che è sotto gli occhi di tutti, mostrando una sofferenza causata sia dai gesti di cittadini incivili sia dalla mancanza di progetti da parte delle Autorità competenti. La Provincia fatica a trovare somme consistenti e solo quest’anno la Regione ha stanziato dei fondi per aggiustare i solarium. Solo che i lavori stanno iniziando adesso, ad estate inoltrata, quando invece potevano cominciare a settembre se non in primavera, vista l’emergenza Covid. L’Amministrazione comunale di Marsala per il vero si è data da fare nell’ultimo anno per portare a casa bandi e finanziamenti europei, al fine di potere avviare finalmente – come si sta già facendo – i lavori per la realizzazione della pista ciclabile. Ma è a progetto finito che si vedranno i risultati, in quanto il litorale ha diversi punti in cui la carreggiata restringe. Poi c’è anche un bando per la realizzazione della Via dei Salinari, con 750 mila euro da spendere in manutenzione straordinaria, con la speranza che si trasformi in qualcosa di concreto e non solo sulla carta, come in parte si fece con la Via del Sale.
Lo Stagnone è veramente un luogo anomalo. Pensi che lì non ti manchi nulla: il mare non lo temi, nuoti con i pesci, c’è uno dei tramonti più spettacolari al mondo… eppure, nello stesso momento, sai che ti manca tutto. Una pulizia del verde pubblico, un costante monitoraggio dell’abbandono dei rifiuti che sta deturpando la zona della Lupa e con i cestini stracolmi di ogni tipo di spazzatura. E’ necessario l’uso di telecamere di video-sorveglianza anche a turnazione. Perchè non è possibile che ogni anno si ripete sempre lo stesso scempio: l’incendio di canneti o di rifiuti con conseguente rilascio di sostanze tossiche. No, nel 2020 con tutti i mezzi che ci sono a disposizione (dai droni alle telecamere) non è accettabile.
E poi che dire delle scuole di kitesurf? Più volte abbiamo scritto che bisogna regolamentare correttamente questo sport per non arrecare danni alla fauna ma soprattutto per mettere in sicurezza chi lo pratica; i luoghi del kite sono diventati altresì punti di ritrovo e in tanti si stanno organizzando per creare delle aree di ristoro e aperitivo. Bene… ma bisogna metterli in condizione di avere luoghi puliti, non attaccati dagli insetti, più illuminati (il Lungomare dello Stagnone è quasi al buio), ben collegati (con l’arrivo dei nuovi bus è più fattibile) e con una cartellonistica che non si limiti alle scritte blu sui muri “KITE” con conseguente freccia indicativa.
Non ultimo i posti auto durante il periodo estivo. Creare un percorso che preveda il senso unico sul litorale comporterebbe delle scomodità evidenti. Ma parcheggiare le auto lungo la strada non dà modo a due mezzi di attraversarla nel doppio senso di marcia. Ecco perchè – anche per evitare multe – bisognerebbe trovare delle aree (o dei terreni abbandonati da espropriare) dove realizzare dei parcheggi. Si fa ancora troppo poco per la nostra Riserva, meta di turisti provenienti da tutto il mondo. O forse siamo noi che non riusciamo a valorizzarla. Attivarsi per lo Stagnone non deve diventare solo un proclamo politico, viste le imminenti elezioni comunali.