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Il denaro dalla Regione

Sono trascorsi tre mesi dal varo della Finanziaria regionale che il governatore della Sicilia definì di guerra ma fino ad oggi non un euro è stato speso, anzi come comunica ufficialmente l’Anci, l’associazione che raggruppa i comuni siciliani (i sindaci, va!), le imprese, le famiglie, gli stessi Enti Locali e tutto il comparto turistico attendono da maggio aiuti per quasi 800 milioni di euro.

Abbiamo appreso che questo denaro Palazzo d’Orleans non lo ha mai avuto in cassa perché deve recuperarli da una riprogrammazione di fondi europei e di fondi statali e che deve quindi essere autorizzata da Bruxelles e da Roma. Questi soldi sono il frutto di proposte e di iniziative che la nostra Isola deve motivare, ma come riportato da alcuni organi d’informazione secondo il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano: “non abbiamo ricevuto alcuna proposta di spesa da parte del governo Musumeci “.

Ma la colpa, è giusto saperlo, secondo Nello Musumeci, è dei lavoratori regionali «che si grattano la pancia ». Poi vai a vedere le dichiarazioni dei sindacati e leggi che secondo le organizzazioni dei lavoratori “…del pacchetto da 800 milioni la giunta ha approvato una riprogrammazione solo per metà, 400 milioni di euro. Soldi che serviranno per acquistare materiale per la didattica a distanza (15 milioni), per potenziare le sedi delle scuole (25 milioni), per combattere la dispersione scolastica ( 20 milioni), per aiuti alle imprese ( 255 milioni, dei quali 80,5 passeranno dall’Irfis e 40 dalla Crias), per il sostegno dei noleggiatori con conducente (10 milioni) e per il turismo ( 75 milioni)”.

Questa prima riprogrammazione riguarda fondi europei, quindi adesso occorre ottenere il via libera del Comitato di sorveglianza e poi dei funzionari europei, ma da Bruxelles non arrivano notizie incoraggianti. Perché dopo un primo approccio molto largo, nel pieno dell’emergenza, adesso i tecnici europei vogliono entrare nel merito della spesa per evitare di disperdere fondi in mille rivoli e non per misure reali che aiutano la ripresa economica.

Il rischio è che i tempi si allunghino a dismisura, mentre l’assessore alle Attività produttive, l’alcamese Mimmo Turano assicura: “Io sono pronto a pubblicare bandi per 130 milioni per dare aiuti diretti alle riprese, anche con finanziamenti a fondo perduto — dice — spero che arrivi subito il via libera di Bruxelles, in questo caso ad agosto noi possiamo partire”.

L’altra riprogrammazione da 400 milioni di euro, quella a valere sui fondi statali per lo sviluppo invece ancora non è stata nemmeno portata in giunta e per questo il ministro Provenzano da giorni ribadisce: “Nessuno dica che spetta a me sbloccare questi fondi, ancora non ci hanno mandato nulla”. E a quanto pare è vero. Questa seconda riprogrammazione dovrebbe servire a coprire altre spese fondamentali, a partire dagli aiuti ai Comuni per compensare le minori entrate. Ma non solo: in questo pacchetto ci sono anche i fondi per i prestiti agevolati alle famiglie anche per acquisti ordinari, una misura molto attesa. La Sicilia ancora non ha messo in circolo un solo euro, comunque. E chissà quando, di questo passo, potranno essere spesi i fondi della «Finanziaria di guerra».

Vuoi vedere che anche i politici si “grattano la pancia”?

Gaspare De Blasi

redazione

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