In attesa di conoscere la decisione di Giulia Adamo, il fatto politico sicuramente più rilevante del week end è stata la rinuncia di Andreana Patti alla candidatura a sindaco. Una scelta sofferta, che ha lasciato una certa amarezza tra le sigle politiche (Città Futura, Attiva Marsala, parte del Pd) e i cittadini che avevano accolto con entusiasmo la possibile partecipazione alla contesa elettorale della professionista marsalese. A questo punto c’è da capire se il gruppo che si era creato intorno alla Patti andrà avanti con un altro candidato o se ognuno procederà in ordine sparso. Tra i più convinti sostenitori della necessità di costruire un’alternativa alle candidature di Di Girolamo e Grillo c’è il portavoce di Città Futura Daniele Nuccio, comunque consapevole delle difficoltà che una scelta del genere comporterebbe.
Cosa farete adesso?
Abbiamo riflettuto a lungo e siamo arrivati alla determinazione che Città Futura abbia il dovere di proseguire l’impegno profuso in questi lunghi mesi di preparazione alla campagna elettorale. Lo dobbiamo a quanti hanno creduto sinceramente che è possibile un’alternativa credibile ai modelli che si ripropongono. Non possiamo tradire le aspettative di quanti, in queste settimane, ci hanno manifestato fiducia ed entusiasmo e abbandonarci alla consapevolezza che mai niente potrà cambiare nella nostra terra, convinti come siamo che la politica quale espressione alta del servizio civile sia cosa troppo importante per essere sacrificata sull’altare delle solite logiche, tattiche e strategie. C’è un pezzo di città che merita rappresentanza.
Cosa è mancato per concretizzare la candidatura di Andreana Patti?
La generosità di quanti hanno impedito un percorso unitario fondato sulla partecipazione democratica, sulle idee e sul coinvolgimento delle migliori energie del territorio. Ha prevalso l’egoismo e l’autoreferenzialità di quanti hanno completamente smarrito il senso stesso del fare politica, che non può essere la gestione del potere o dell’ordinaria amministrazione, ma il governo dei processi di crescita di una comunità.
Ma in queste settimane siete riusciti a fare una riunione di coalizione?
Mai. Abbiamo in tutti modi cercato un terreno di confronto, abbiamo proposto le primarie di coalizione che, pur fuori tempo massimo, potevano essere un momento di sintesi per offrire alla città un progetto unitario, funzionale anche al superamento di tutte le criticità di questi cinque anni. Il Partito Democratico ha una grande responsabilità in questo: abbiamo avuto più rispetto noi del Pd rispetto ai vertici comunali e provinciali. Non ci è dato sapere se, ancora oggi, al netto del documento sottoscritto da sei consiglieri comunali e dagli assessori, ci sia stato un deliberato del partito stesso sulla ricandidatura di Di Girolamo.
E’ immaginabile un ticket in cui possano allearsi, con pari dignità, i sostenitori dell’amministrazione Di Girolamo e quanti sarebbero stati con Andreana Patti?
Non credo sia ipotizzabile, starebbe a significare che tutto quanto abbiamo detto in questi anni fosse finalizzato all’ottenimento di posizioni di potere, sia questo un assessorato o qualsiasi prebenda di sorta. La verità è che fare politica in una provincia così difficile impone serietà e coerenza. Due valori che devono tornare ad avere la centralità che meritano e che troppo spesso sono stati sviliti e mortificati da dinamiche personalistiche, secondo cui tutti hanno un prezzo, come magari pensa anche Alberto Di Girolamo, quando sostiene che tutti coloro che lo hanno criticato in questi anni erano mossi da interessi personali o dall’intenzione di fare becero clientelismo.
Ma così non rischiate di essere ricordati come quelli che hanno creato le condizioni per la vittoria del centrodestra?
La storia politica di questa città insegna che le divisioni dell’area progressista sono sempre state funzionali all’avanzata delle destre o di progetti che mettono insieme tutto e il contrario di tutto. Abbiamo tentato varie strade affinchè il centrosinistra si presentasse unito. Ma, è una mia personale opinione, l’influenza di determinate consorterie politiche di matrice salemitana ha contribuito pesantemente alla determinazione dell’attuale quadro.
A questo punto Daniele Nuccio si candida a sindaco?
Non posso negare che di giorno in giorno ricevo sollecitazioni in tal senso, la qual cosa rimanda alla volontà, manifestata da una parte importante dell’elettorato marsalese, di non rassegnarsi all’idea che non si possa costruire un’alternativa che parli un linguaggio nuovo, sganciato totalmente dalle liturgie stantie gradite ai circoletti e ai salotti buoni di questa città. Ad ogni modo, è una scelta che definiremo all’interno di Città Futura e che dovrà, eventualmente, trovare il favore della mia famiglia e di mia moglie. In ogni caso, ci aspettiamo da quanti hanno contribuito a definire il percorso che avrebbe visto Andreana Patti candidata, di non disperdere le energie, consapevoli che sia all’interno del Partito Democratico che al di fuori, ci sono importanti realtà, disponibili a continuare il lavoro iniziato.