In provincia di Trapani continua a oltrepassare la soglia del 50% il lavoro nero nel settore edile. A denunciare, ancora una volta, la crisi, la sottoccupazione, il sottoinquadramento lo sfruttamento e l’illegalità nel settore delle costruzioni sono la Cgil e la Fillea Cgil di Trapani.
In un sistema sano, denunciano la Cgil e la Fillea Cgil, il 40 per cento della forza lavoro in edilizia dovrebbe essere costituita da operai specializzati, il 20% da secondi livelli, ovvero da lavoratori qualificati, e il restante 40% da manovali, ma nei fatti, nel territorio trapanese, sono tutti assunti, nonostante le qualifiche, come manovali.
“Il sottoinquadramento in edilizia – dicono il segretario generale della Cgil Filippo Cutrona e il segretario provinciale della Fillea Enzo Palmeri – è una realtà che investe il settore. A questo si aggiungono anche i lavoratori assunti a part time, ma solo sulla carta perché in realtà riscuotono come part time ma lavorano a tempo pieno”.
A complicare la già difficile situazione nell’edilizia c’è adesso la cancellazione della Regione, in commissione bilancio, del comma 1 dell’articolo 81, l’articolo sul Durc che garantisce diritti e tutele ai lavoratori e alle aziende che chiedono di lavorare al riparo dai ricatti, dai raggiri e dalle minacce.
“Attraverso il comma 1 dell’articolo 81 – dicono i segretari Cutrona e Palmeri – era stato previsto il limite massimo del 15 giugno 2020 per la proroga della validità del Durc, il documento unico di regolarità contributiva. La cancellazione del comma 1 dispone la sospensione del diritto al salario differito e accessorio, ovvero gli accantonamenti alla cassa edile, maturati dai lavoratori. Inoltre – proseguono – si determinano disparità di condizione per la partecipazione alle gare pubbliche, che stanno per essere avviate, in quanto potrebbero concorrere indistintamente le imprese in regola con il versamento dei contributi e degli oneri e le imprese irregolari”.
Cgil e Fillea Cgil chiedono ai parlamentari regionali, espressione del territorio trapanese, di attivarsi per ripristinare il comma 1 dell’articolo 81, bocciando in parlamento quanto previsto dalla commissione bilancio.
Il sindacato chiede, infine, che si assumano tecnici incaricati al controllo nei cantieri pubblici e che si applichi il Durc per congruità, ovvero che le imprese dichiarino in base ai lavori da eseguire il numero reale, e non inferiore, degli operai assunti per eseguire le opere.
“Solo con azioni mirate – concludono Cutrona e Palmeri – si potrà dare a miglia di lavoratori dell’edilizia e dell’indotto la possibilità di ritornare non solo a lavorare ma in condizioni dignitose”.