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Alcamo, il sindaco Surdi ha informato il Consiglio sulla questione rifiuti

Nel corso della seduta consiliare sono state approvate due mozioni di indirizzo della minoranza.

Si è tolto qualche sassolino dalla scarpa il primo cittadino, Domenico Surdi, intervenuto in videoconferenza sulla questione rifiuti durante il Consiglio comunale di martedì sera. Un argomento che ha iniziato a infuocare la città dopo qualche mese dall’insediamento della giunta grillina, avvenuto nell’estate del 2016. In questi quattro anni di amministrazione pentastellata, infatti, gli alti e i bassi sul fronte della raccolta dell’organico e dell’indifferenziato hanno impegnato il dibattito politico alcamese. I 5 stelle, d’altronde, hanno dovuto fronteggiare sin da subito il problema della scadenza dell’affidamento settennale alla ditta che già si occupava del servizio, senza che fosse già predisposto un piano per una nuova gara. Il primo cittadino, nel corso delle sue comunicazioni in Aula Consiglio, dunque, ha voluto fare diverse precisazioni sul tema, criticando anche la stampa per non avere riportato notizie complete sulle sue interlocuzioni con l’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione), nate a seguito di un esposto anonimo che ha fatto aprire una procedura in merito. Il sindaco Surdi ha voluto chiarire che è stato lui a chiedere all’ANAC di essere sentito proprio sulle proroghe e di non essere stato convocato dalla stessa, come invece è stato riportato da alcuni media. Due proroghe, infatti, sono state decise dalla SRR Trapani Nord, della quale, come sottolineato dal primo cittadino, la città non fa più parte solo per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti e non per la programmazione e pianificazione degli impianti. La costituzione dell’ARO è avvenuta infatti nel corso del 2017. Una scelta che è stata presa dall’organo elettivo alcamese a seguito della prima gara andata deserta, all’interno della quale la SRR TP Nord aveva previsto un lotto, formato da Alcamo e Calatafimi, ritenuto evidentemente non soddisfacente dal punto di vista imprenditoriale. D’obbligo, quindi, le proroghe all’impresa che si è occupata dal 2009 della raccolta dei rifiuti, l’Energetikambiente (ex Aimeri) per l’appunto. Il municipio alcamese, invece, ha effettuato la proroga tecnica all’impresa citata solamente una volta.

Altra vicissitudine, affrontata dall’amministrazione pentastellata, è stata quella relativa alla gara c.d. “ponte”, predisposta in attesa dell’affidamento del servizio settennale al nuovo gestore. Anche questa gara ponte, ha subito dei blocchi a causa della rinuncia prima della ditta Tecra e poi della misura interdittiva antimafia, ritirata di recente dal Tar Sicilia, concernente una delle ditte subentrate nell’aggiudicazione del servizio di raccolta rifiuti. Dal primo giugno, quindi, il servizio è passato all’Ati costituita dalle imprese Camedil e Mirto. E da lunedì è entrato in vigore il nuovo calendario per l’appunto. Una delle principali novità è l’abolizione delle due zone, verde e azzurra, nelle quali erano da tempo suddivise Alcamo e Alcamo Marina. Quindi, il servizio per le utenze domestiche contempla adesso la raccolta dell’organico tre volte a settimana (lunedì, mercoledì e venerdì). Altra novità è la riduzione ad un giorno a settimana del turno dell’indifferenziata (martedì). La raccolta della plastica il giovedì e quella della carta il sabato. Il vetro e alluminio saranno ritirati ogni 15 giorni. Attualissima, invece, è l’assegnazione definitiva per sette anni alla Ciclat srl dall’Urega di Trapani. Quest’ultima notizia potrebbe spazzar via una delle tante critiche fatte all’amministrazione Surdi, ossia che il piano per la raccolta rifiuti messo a punto dai pentastellati non fosse appetibile. Il sindaco ha ricordato che il piano venuto fuori dal Consiglio comunale è stato inoltre validato dalla Regione. Ovviamente, fino al passaggio della ditta che si occuperà per i prossimi sette anni della raccolta rifiuti, l’Ati gestirà anche la pulizia della spiaggia. Quest’ultimo servizio, insieme alla pulizia del verde cittadino, è stato inserito nella gara settennale ad un costo per la collettività di poco superiore a quello pagato fino ad oggi. Un punto voluto dall’amministrazione Surdi anche in vista degli annunciati licenziamenti di 18 dipendenti in esubero da parte dell’Energetikambiente (in questo momento sospesi in virtù della legislazione che li impedisce in situazione di Covid). Il numero dei dipendenti, sovradimensionato, è stato anche uno dei motivi per cui la Tekra si sarebbe ritirata dall’aggiudicazione provvisoria della gara ponte. Su tale questione è stato ricordato dal primo cittadino che il piano del 2008 dell’ex Aimeri prevedeva 93 unità. Eppure, si è arrivati nel tempo a picchi di 120-130 dipendenti. “Scelte fatte nel passato di cui oggi non comprendiamo l’evoluzione” ha affermato il primo cittadino. Tra l’altro, con lo stesso canone di pagamento del servizio a carico del Comune di Alcamo mantenuto negli anni. Invece, dopo l’insediamento dei grillini, sono stati chiesti dalla ditta costi aggiuntivi per altri servizi, come quello della spiaggia. A fronte dell’aumento dei livelli occupazionali non è stato dato, dunque, un servizio in più. Una precisazione, dovuta dal primo cittadino, per ribadire che non è il comune che si occupa delle assunzioni o dei licenziamenti dei dipendenti di una ditta privata. Tuttavia, il sindaco Surdi ha menzionato la clausola sociale che consentirebbe alla nuova ditta affidataria del servizio di attingere dal bacino locale, in termini di manodopera. I lavoratori infatti vantano un diritto a transitare nel successivo appalto, ma ciò non costituisce un obbligo per l’impresa. Sono 108 in totale i dipendenti di Energetikambiente che fino a maggio sono stati impiegati nella raccolta del Comune di Alcamo. Il primo cittadino ha rimembrato che il sindacato ha rifiutato la proposta di una riduzione delle ore e, dunque, dei salari (l’87%) dei lavoratori per far traghettare tutti nella nuova impresa. Proposta resa possibile, tra l’altro, grazie ai servizi in più previsti anche dal piano della nuova gara settennale. Al tavolo convocato appositamente, le parti sociali hanno invece ribadito: tutti assunti con medesime condizioni. Da non dimenticare che esiste anche per tali lavoratori la possibilità dei c.d. “vasi comunicanti” che consentirebbe all’Energetikambiente di impiegare dipendenti in esubero negli altri servizi in provincia.

Sulla questione dei livelli della differenziata, il primo cittadino si è soffermato per ribadire i risultati raggiunti dalla città dal suo insediamento. Si è passati dal 50% al 60%, con punte del 66%. Gli sforzi della collettività alcamese però sono stati vanificati dal sorgere dei problemi dell’impiantistica regionale dell’organico, nell’aprile del 2019, che hanno indotto il sindaco Surdi a emanare la nota ordinanza, seguita da altri suoi colleghi, con la quale la raccolta dell’organico e del secco è stata unificata per più di un anno. Ad aggravare questa situazione, che ha fatto precipitare le percentuali della raccolta della differenziata ad Alcamo, secondo il primo cittadino è stata anche una politica regionale che negli anni ha messo nelle mani dei privati la scelta di poter accettare o meno il conferimento dell’organico dei comuni. “In questa Regione, lo stesso impianto può essere pubblico, nonostante sia di proprietà privata, quando si deve conferire l’RSU, l’indifferenziato. Magicamente diventa privato quando si parla di organico. La Regione non ha mai regolato questo secondo aspetto”, ha affermato il sindaco. Un vuoto normativo che, per il primo cittadino, dovrebbe essere evidenziato in maniera più incisiva dai rappresentanti politici regionali. Finalmente, il municipio alcamese ha individuato, dopo delle manifestazioni di interesse, dei siti per il conferimento dell’umido, uno in Calabria e l’altro in Sicilia. Anche in questo caso non sono mancate le polemiche. Un’altra ditta, insistente sul territorio alcamese, ha spiegato il primo cittadino, paradossalmente si è defilata dopo che non sono state recepite da parte dell’ente delle sua richieste: 15 giorni per il pagamento. Una proposta che non poteva essere accolta dal momento che la legge impone il termine di 60 giorni. Nella relazione del sindaco, occorre dire, non è mancato anche un “Mea culpa” del primo cittadino per la famosa slide del 2016, diffusa dal M5S, sul risparmio di 1,4 milioni di euro dell’ente, di fatto non verificatosi. Un errore evidentemente dettato da una realtà ben più complessa con la quale i grillini, alle prime armi in materia di amministrazione locale, si sono dovuti confrontare. Le opposizioni hanno replicato al discorso del sindaco Surdi. E sono arrivate le richieste di dimissioni dell’assessore all’ambiente Pino D’Angelo.

“Se le cose andavano così bene, signor sindaco, come mai avete preso un assessore esperto, che è il signor D’Angelo, il quale viene pagato dal popolo, con i soldi della città? Noi più volte abbiamo detto che, essendo latitante, quantomeno lasciasse lo stipendio. Tranquillamente. Quantomeno piangiamo con un occhio, perché è sempre assente. Questa professionalità, almeno ad oggi, non l’abbiamo vista”, ha dichiarato il consigliere di Sicilia Futura, Giacomo Sucameli, presente in Aula Consiglio.

Anche il consigliere comunale Gino Pitò (ABC-Alcamo Cambierà) ha rivolto un rimprovero all’assessore “Il ruolo del tecnico che viene nominato dall’amministrazione come esperto è un ruolo, un tipo di attività. Quando diventa assessore è un’altra attività. Magari è utile che sia un tecnico, e comprenda qualche cosa, ma manca la fase di contatto con la città, con le forze politiche, le imprese. Un’attività che credo non sia stata fatta. E lì un minimo di autocritica ci vuole”, ha dichiarato.

Così, invece, il capogruppo dell’UDC Saverio Messana: “Scaricare sugli altri è facile – ha affermato rivolgendosi al collega Pitò che aveva attribuito anche delle responsabilità alla Regione sulla gestione dei rifiuti in Sicilia- “Io penso all’assessore che è arrivato da 10 mesi a libro paga di questo comune e che prima faceva il tecnico in questo comune. Come diceva bene qualche collega che mi ha preceduto, ora fa l’assessore. Ed è molto diverso. Se una persona che non è di Alcamo ha già problemi, nel senso che non è alcamese ed ha più problemi di un alcamese, una persona che già ha un incarico alla Regione, un incarico perché lavora presso un comune del palermitano, fa l’assessore al comune di Alcamo a tempo libero…Noi non siamo d’accordo sindaco. E io la responsabilità, dopo dieci mesi, faccio una critica garbata, non la do all’assessore, la do a lei caro sindaco”.

L’assessore all’ambiente Pino D’Angelo si è difeso ricordando che Alcamo ha fatto in questi anni dei buoni risultati e ne sono una testimonianza i premi riconosciuti alla città dallo stesso ritirati, poco tempo dopo essere stato nominato. L’esponente della giunta 5 Stelle ha spiegato “Sempre uno rimane l’obiettivo: recuperare i lavoratori con chiarezza. Diteci voi sindacati chi ha quota100, chi può andare in pensione. Noi aggiungiamo i servizi e ne possiamo parlare. E la seconda cosa: noi non siamo qui per fare un risultato eclatante. Siamo qui per mantenere quello che Alcamo ha sempre avuto, un sistema intorno al 60%, e garantire un servizio efficiente. Adesso accettiamo tutte le critiche, almeno io personalmente. Ma che mi si venga a dire che è colpa o non è colpa della Regione, ne possiamo parlare. Le competenze…Ognuno deve svolgere le sue. Il comune non può essere abbandonato a se stesso. Perché noi sappiamo perfettamente quello che è successo e quello che succederà nei prossimi giorni con l’inchiesta Sicula Trasporti: ci sarà anche un rischio per l’RSU”.

Nel corso della seduta consiliare sono state approvate due mozioni di indirizzo della minoranza. La mozione di indirizzo sulla “Rimodulazione del volantinaggio attraverso la promozione tramite mailing list”, a firma dei consiglieri di Abc-Alcamo Cambierà, è stata votata a maggioranza: 19 voti favorevoli (13 M5S, 3 UDC, 1 Abc-Alcamo Cambierà, 2 Misto) e 2 astenuti (Francesco Dara di Noi per Alcamo e Giacomo Sucameli di SF). L’altro atto di indirizzo sull’“Acquisto n. 3 cannocchiali a pagamento da collocare in Piazza Bagolino”, a firma del consigliere Giovanni Calandrino, del gruppo Misto, è stato deliberato all’unanimità.

Linda Ferrara

Linda Ferrara

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