L’Italia è quel paese in cui si
riaprono le discoteche, ma in modalità “statica”. In cui,
in sostanza, devi ballare stando fermo. In cui Sandra Milo,
incatenata sotto Palazzo Chigi, viene ricevuta da Conte. In cui
invece uno qualunque, incatenato sotto Palazzo Chigi, viene portato
in Questura dalle forze dell’ordine. In cui ai comuni mortali,
per accedere alla professione di insegnante, vengono richiesti
laurea, crediti formativi, formazione e aggiornamento continui. In
cui invece, per ricoprire la carica di Ministro, basta la terza
media.
In cui indicono un concorso straordinario per
l’immissione in ruolo dei docenti precari in un balletto fra test a
crocette, soli titoli e servizio, prova scritta a risposta aperta,
con vittoria di quest’ultima. Perché si sa, non si possono affidare
le sorti di un insegnante a delle crocette. In cui indicono un
concorso straordinario ai soli fini del conseguimento di
un’abilitazione affidando le sorti dei candidati niente poco di meno
che… Alla meritocrazia, direte. No, a un test a crocette. In cui un
docente precario plurititolato viene utilizzato per decenni nella
scuola pubblica, ma poi ha bisogno di essere giudicato idoneo da un
concorso per ottenere la stabilizzazione. In cui la mobilità docenti
è legata a un CCNI che le riserva una ristretta percentuale di
posti, che finiscono quasi totalmente a personale in possesso di
presunte precedenze. In cui un docente con pochissimo punteggio
“scavalca” un docente con punteggio esorbitante. In cui il
CCNI appare palesemente in contrasto con norme che sanciscono la
priorità della mobilità rispetto alle nuove immissioni in ruolo
(NORMATIVA DI RIFERIMENTO: art. 465 comma 1 del d.lgs. 297/1994
art. 470 comma 1 del d.lgs. 297/1994. GIURISPRUDENZA DI
RIFERIMENTO: Consiglio di Stato del 22.7.2019, n. 3722. Tar
Lazio del 23.4.2020, n. 3053. Tar Lazio del 24.4.2020, n. 3165).
In cui si parla di garantire il ritorno
a scuola a settembre sponsorizzando l’importanza della distanza di
sicurezza, senza un minimo accenno alle modalità di rientro degli
alunni con particolari disabilità e degli insegnanti di sostegno che
tale distanza non potranno mantenerla. In cui si pensa di risolvere
il problema “rientro a scuola” rendendo obbligatorio l’uso
delle mascherine per i bambini, senza immaginare i nasi colanti che
si celano dietro. In cui ci si riempie la bocca con la parola
“inclusione” e con la parola “continuità”
facendo finta di non rendersi conto che la realtà è ben diversa.
Eppure l’Italia non è solo questo. È anche la voce di tutti coloro
che lottano quotidianamente contro questi paradossi. È la voce
pacata, educata e determinata di chi si oppone a chi fa la “voce
grossa”. Ma è anche la libertà di decidere da che parte
stare.
Noi lo sappiamo. E continueremo a lavorare per
l’Italia che ci piace. Ma anche per quella che non ci piace. Saremo
“scomodi” per molti, ma la verità è sempre una sedia
scomoda.
Gruppo di insegnanti
della provincia di Trapani “Corsi e ricorsi”
Portavoce Floriana Oliva