Sono iniziate questa mattina, 30 maggio, le ricerche della Marina militare per individuare e recuperare il relitto del peschereccio di Terrasini “Nuova Iside” scomparso nelle acque tra Ustica e San Vito Lo Capo la notte tra il 12 e il 13 maggio.
Nei giorni scorsi un altro reparto speciale della Marina aveva scandagliato i fondali della costa tra Terrasini e Trapani e grazie ad un sonar ad alta frequenza in grado di individuare oggetti di medie dimensioni fino ad una profondità di 2000 metri, i militari sono riusciti a restringere ulteriormente la zona delle ricerche.
Secondo l’analisi dei primi dati, i militari avrebbero individuato la zona del naufragio poche miglia al largo di San Vito, la stessa zona in cui la mattina del 15 maggio (due giorni dopo il naufragio) alcuni pescatori avevano avvistato delle chiazze di gasolio in mare presumibilmente provenienti dal peschereccio affondato.
L’ultimo contatto radar del peschereccio risale alle 21:45 del 12 maggio scorso. A bordo si trovavano Giuseppe e Matteo Lo Iacono (i cui corpi sono stati recuperati dopo il naufragio) e Vito Lo Iacono, figlio di Matteo, che risulta ancora disperso.
Tra le varie ipotesi circolate finora, quella più probabile sembra essere quella che il peschereccio sia affondato a causa di una collisione con un’altra imbarcazione.
Adesso, il cacciamine della Marina “Numana”, inviata nelle acque della Sicilia occidentale dal ministero della Difesa, utilizzerà il proprio reparto speciale “Comsubin” e attraverso sofisticati sommergibili esplorerà i fondali per acquisire immagini ad alta definizione, attraverso videocamere subacquee, e tenterà il recupero di alcuni oggetti presenti sul fondo mediante i rispettivi bracci manipolatori.