Categorie: Lettere

Scrive Nino Contiliano: La città dei marsa-lesi

Che fortuna vivere in una Città di protetti! Città che, in tempi di Covid-19, per politica amministrativa, è andata ad abbeverarsi – sembra – alle fonti delle teorie e delle pratiche bio-politiche di Michel Foucault. Infatti, in atto, è la pratica di un governamento “quadrillage”. Come cioè far diventare una Città e dintorni una quadrettatura del territorio (quadrillage, direbbe M. Foucault di Sorvegliare e punire). Un recintato di “ospedale generale” per appestati diversificati, e, senza esserlo, sotto il controllo di un controllore governatore che sfugge al controllo dei governati.

Il fare. Ipotizzare il possibile “lebbroso”, colpevole delinquere, come un potenziale di delinquenza diffusa e appiccicata al “qualunque” (elemento) dell’astratta massa o popolazione in generale (e il morbo è localizzato appunto perché è trattato come un invisibile diffuso, una pura possibilità; ovvero il non individuabile, né realizzato (un non attuale). Il “qualunque”, perciò, che pre-giudizialmente attenta alla sanità pubblica. Una convinzione cioè generale e astrattamente universalizzata che mette in circolazione comunicativa l’in-formazione del malanno, quello che avvelena un mondo finora al riparo dalla peste pandemica. Una predizione onnisciente senza (però) prove e riscontri oggettivi in corso di verificazione. Il delinquente della salute pubblica è così in agguato dappertutto.

Siccome il pericolo – dice il diagramma della previsione congetturata – ha menti e corpi individuali e collettivi (predisposti alla diffusione del contagio), è necessario così essere vigili onniscienti (squadre di vigilanza e perlustrazione del territorio in permanente assetto di guerra socio-umanitaria), osservare, formattare e punire i corpi che seminano il potenziale rischio (tuttavia, indeterminato e invisibile).

Basta un decreto di potere, e delle regole enunciate (enunciati). Un dispositivo funzionale più che sufficiente, e di immediata applicazione. Neanche un confronto pubblico e un conflitto di posizioni (la difesa del bene comune – che è la salute e le condizioni di contorno – non appartiene però all’emergenza e agli stati d’eccezione, calendarizzati o dichiarati di ora in ora!).

Tuttavia, sembra però che l’Amministrazione Comunale marsalese, grazie ai poteri di cui è cinto il suo “principe” (il Sindaco), invece, nella lotta Covid-19, persegua una medicina piuttosto schizofrenica (scissione – e non solo – dalle linee di allentamento rigoristico nazionale internazionale). Sembra, per grazia ricevuta, seguire la logica pastorale e del divino intelletto (il pastore che, suo malgrado, si prende cura del gregge, sempre colpevole, ignorante, smarrito, peccatore incallito…).

In questi giorni di allentamento della cintura carceraria (ante 18 maggio 2020), illuminato dal manuale politico-giuridico di ispirazione foucaultiana, infatti il Sindaco di Marsala, incarnandosi come Sindaco-padre-pastore-medico-preveggente, diversamente ir-responsabile, seduta stante scrive, firma e affigge la bolla che obbliga (comunque e ovunque, fino a sua sacra decisione finale, anche emendativa) tutti (a partire da una certa età) a coprire il viso con la museruola antivirus (è credibile che il burqa, nei meandri del suo inconscio, sia stato un’illuminazione imitabile? Ma se lei, Sindaco, come tutti, ha un inconscio condizionante, come può pretendere di dire/agire che il suo “compito” è, suo malgrado, di prendere certe decisioni, pur non potendo suffragarne legittimamente la gittata? Il maestro M. Foucault direbbe: “illegalismi-legittimi”!).

Signor Sindaco, accolga un’altra illuminazione di ragionevole sapientia e prudentia: modifichi il gravame (ab ovo ingiustificato) della sua ordinanza inopportuna (in quei termini di rigorismo sadiano) quanto dannosa. È tempo di svolta e rivolta! Albert Camus ha lasciato un saggio detto: in certi stati di cose è arrivato il momento in cui bisogna avere il coraggio di dire “No”!

Lei e il suo corpo di Giunta e Consiglio, inoltre, ha prova provabile (di perfetta e completa tenuta) che nel quadrillage dell’agro marsalese (Centro, Sappusi, Amabilina, il Bronx marsalese, et alia luoghi delle sparse contrade del largo territorio e camere nostrani), i suoi controllori (e compagni d’altra armata o corpi di polizia) esercitino accesso e controllo garantiti, e, toto modo, rassicuranti la comunità che amministra?

E cosa può dire ai suoi cittadini e cittadine, dell’azione di controllo per i lavoratori che sudano nelle terre dei feudi del marsalese!

Rifletta e moderi (dovutamente) il rigorismo fuori posto della bolla papale!

Nino Contiliano

redazione

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