“Non è un buon momento per l’economia siciliana, anche se gli effetti concreti della crisi delle imprese per l’emergenza sanitaria da coronavirus si potranno registrare soltanto tra qualche mese”. E’ quanto afferma il presidente di UnionCamere Sicilia Giuseppe Pace.
Secondo i dati pubblicati oggi dall’Osservatorio Unioncamere, che analizza l’andamento della nati-mortalità, regione per regione, in Sicilia nel I trimestre 2020 si è avuto un saldo negativo (-1.265), rispetto alle 446.442 registrate, una flessione di 0,27% rispetto allo stesso periodo del 2019, quando le registrate erano 467.750. A fronte delle 6.785 nuove iscrizioni ci sono state 8.050 cessazioni.
Ecco i dati relativi alla nati-mortalità delle imprese per provincia. Trapani: nuove iscrizioni 674, cessazioni 900, saldo -226; Palermo: nuove iscrizioni 1.509, cessazioni 2.008, -499; Messina nuove iscrizioni 741, cessazioni 828, saldo -87; Agrigento: nuove iscrizioni 661, cessazioni 722, saldo -61; Caltanisetta nuove iscrizioni 326, cessazioni 550, saldo -224; Enna: nuove iscrizioni 237, cessazioni 387, saldo -150; Catania: nuove iscrizioni 1.580, cessazioni 1.614, saldo -34; Ragusa: nuove iscrizioni 588, cessazioni 660, saldo -72; Siracusa: nuove iscrizioni 469, cessazioni 381, saldo +88.
“Con riferimento alla forma giuridica – spiega il segretario generale Santa Vaccaro – prosegue l’andamento positivo delle società di capitali con una media del tasso di crescita di +1,17%; in terreno negativo le società di persone così come le ditte individuali, ad eccezione della provincia di Siracusa in cui si registra in media un lieve andamento positivo (+0,23%)”. In tutti i settori i dati sono negativi, ma quello settore che maggiormente risente della flessione negativa è il commercio con -1.814 cessazioni (iscrizioni 975, cessazioni 2.789), seguito da agricoltura, silvicoltura e pesca -839 (iscrizioni 558, cessazioni 1.367), servizi di alloggio e ristorazione -431 (iscrizioni 145, cessazioni 596), manifatturiero -201 (iscrizioni 188, cessazioni 389). Sud e Isole fanno registrare un saldo di -8.474, come tutte le altre aree geografiche dell’Italia”. Per Pino Pace che è anche presidente della Camera di Commercio di Trapani, “…sono dati preoccupanti che devono cominciare a farci riflettere, perché risentono delle prime restrizioni seguite all’emergenza coronavirus rivelano infatti la situazione al 31 marzo scorso, quando eravamo a poche settimane dall’inizio del ‘lockdown’ stabilito dal governo nazionale per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Ritengo che, di questo passo, nei mesi a venire la situazione non potrà che peggiorare. Ci auguriamo che il governo nazionale per la sua parte e quello regionale, in tempi stretti, possano attivare strumenti concreti per arginare una crisi che sta distruggendo interi settori vitali dell’economia siciliana a partire dal turismo e dalla ristorazione”.