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Scuola, due alternative per gli esami. Il prossimo anno inizio delle lezioni il primo settembre. Previste 4500 assunzioni

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al dl scuola, con tutte le misure per finire l’anno scolastico alle prese con l’emergenza Covid-19. Confermate alcune delle anticipazioni nei giorni scorsi:

sono due gli scenari previsti, a seconda che riprendano le lezioni in presenza, oppure, come è più probabile, gli studenti per quest’anno non tornino più in classe.

In via eccezionale tutti gli alunni saranno ammessi all’anno successivo, anche quelli con insufficienze registrate nel primo quadrimestre, infatti i ragazzi saranno valutati con voti finali corrispondenti all’impegno dimostrato durante l’anno e nella didattica a distanza.

La data spartiacque è quella del 18 maggio: nel caso si tornasse in classe entro questa data, e si avessero quindi quattro settimane di lezione, l’esame di maturità verrebbe assimilato alla prova che conosciamo, ma con qualche differenza. Il 17 giugno si inizierebbe con il tema di italiano, una prova nazionale uguale per tutti. La seconda prova scritta invece “non sarà a carattere nazionale, ma predisposta dalla singola commissione di esame affinché sia aderente alle attività didattiche svolte nel corso dell’anno scolastico”

Il decreto stabilisce che le commissioni di esame siano composte dai professori interni e da un presidente esterno.

Per gli esame di terza media “è prevista una versione più “facilitata” dell’esame. L‘ipotesi più probabile però è che l’attività didattica in classe non possa riprendere entro il 18 maggio per ragioni sanitarie. In questo caso i maturandi salteranno entrambi gli esami scritti, italiano e seconda prova. La valutazione finale verrà affidata a un esame orale, “un unico colloquio, articolandone contenuti, modalità anche telematiche e punteggio, per garantirne la completezza e la congruità della valutazione”.

Salteranno anche gli esami di terza media. Prevista, si legge nella bozza “la sostituzione dell’esame di stato conclusivo del primo ciclo di istruzione che tiene conto altresì di un elaborato del candidato“.

Per gli alunni che hanno lacune formative, è prevista la possibilità “dell’eventuale integrazione e recupero degli apprendimenti relativi all’anno scolastico 2019-2020 nel corso dell’anno scolastico successivo, a decorrere dal 1 settembre 2020, quale attività didattica ordinaria“.

Via libera anche alle assunzioni chieste dal ministero dell’Istruzione per recuperare parte dei posti liberati nell’estate del 2019 da quota 100. Si tratta di 4.500 posti che andranno ad altrettanti insegnanti, vincitori di concorso o presenti nelle Graduatorie ad esaurimento, che non hanno potuto occupare questi posti lo scorso settembre perché non erano stati messi a disposizione.

redazione

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