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Carceri allo sbando, a Trapani rinvenuti droga e un cellulare. Sindacati guardinghi

Nel momento in cui la Polizia Penitenziaria è protesa ad effettuare ogni sforzo possibile pur di lenire il disagio dei detenuti, derivante dalla sospensione dei colloqui visivi, mettendo in campo telefonate oltre il limite previsto, colloqui skype con i familiari, allungando gli orari di servizio al personale pur di venire incontro alle esigenze dei detenuti, lasciando la possibilità ai familiari dei detenuti di effettuare i pacchi (vestiti e cibo), il 17 marzo scorso al carcere trapanese, all’interno di una busta di formaggio, imbustato e sigillato, grazie ai controlli serrati disposti dal Comandante di Reparto e al fiuto di Margot, il pit bull dei cinofili della Polizia Penitenziaria, venivano rinvenuti 4,5 grammi di sostanza stupefacente, destinata ad un detenuto trapanese.

Nel tardo pomeriggio inoltre a seguito di una perquisizione straordinaria veniva rinvenuto un telefonino di 5,2 cm. che un detenuto aveva abilmente occultato all’interno dell’ampolla rettale. “E’ vergognoso come i familiari si prestino a questi giochetti pur di fare arrivare piccole dosi di stupefacenti ai loro parenti detenuti, infischiandosene persino della inevitabile denuncia alla Autorità Giudiziaria”, scrivono i sindacalisti.

Non si arresta l’arroganza dei detenuti commentano i Segretari Regionali di SAPPE (Navarra), OSAPP (Quattrocchi), UILPA POLIZIA PENITENZIARIA (Veneziano), USPP (Poma), FNS CISL (Ballotta), CNPP (Spinelli) FP CGIL (Giurato) che, nonostante la devastazione operata appena alcuni giorni fa a seguito di una rivolta insensata, continua ad avere comportamenti criminali.

Il personale di Polizia Penitenziaria di Trapani dopo la rivolta si è messo a disposizione interrompendo le ferie e i congedi, ed infatti il Nucleo Traduzioni e Piantonamenti sta supportando il reparto, fermo restando che ha già posto in essere una prima operazione di sfollamento dei detenuti implicati nella pesante rivolta che ha visto implicati oltre 100 detenuti riconosciuti tramite attività di intelligence della Polizia Penitenziaria che ha acquisito le immagini dell’elicottero della Polizia di Stato che ha sorvolato per tutto il tempo il penitenziario permettendo di scoprire tutti i partecipanti e quindi di procedere alle operazioni propedeutiche a cura della A.G.

Inoltre pare sia stato intercettato un “drone” dalle pattuglie della Polizia Penitenziaria posto all’esterno, al fine di controllare il perimetro del carcere nell’arco delle 24 ore, aumentando sensibilmente la sicurezza dell’istituto e dei cittadini stessi che vedono la presenza dello Stato presente in questo periodo di emergenza.

I sindacati infine sollecitano il Prefetto di porre in essere tutte le iniziative che snelliscano l’approvvigionamento di mascherine e guanti protettive al personale che in trincea all’interno del carcere sta combattendo una guerra, in quanto anche se è lapalissiano ricordarlo, la Polizia Penitenziaria e una Forza di Polizia a pari di tutte le altre.

redazione

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