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Medici di famiglia: ecco il nuovo metodo di accesso alle visite. Valenti (Snami): “Provvedimenti tardivi”

Tra le tanti incredibili notizie che affollano i social in queste drammatiche giornate di coronavirus, ce ne è una che ci ha sorpreso particolarmente. Si tratta dell’informazione che è girata nella giornata di ieri secondo la quale i medici di famiglia da oggi sospendono l’attività.

Ne parliamo con Biagio Valenti, segretario dello Smani (Sindacato Nazionale Medici Italiani).

Dottore, allora che succede chiudete gli ambulatori?

“Sembra paradossale ed incredibile che la gente possa andare dietro a queste notizie. In un momento dove tutti siamo chiamati a rispettare delle regole che sono di vita quotidiana, ma anche sanitarie, proprio il presidio diretto dei cittadini chiude i battenti?”.

Allora tutto rimane inalterato?

“Anche i medici di famiglia debbono attenersi alle disposizioni delle autorità sanitarie. L’Asp di Trapani accogliendo un provvedimento della regione Sicilia ha inviato delle nuove regole di comportamento a cui i medici debbono attenersi informando anche i loro pazienti”.

Entriamo nello specifico

“Entra in vigore la sospensione dell’accesso libero presso le cosiddette guardie mediche, i medici di guardia si avvarranno di una prima diagnosi tramite il citofono oppure mediate il telefono. Non potranno ammettere nei locali persone che presentano difficoltà respiratorie o stati febbrili, in questi casi dovranno essere allertati i medici di continuità assistenziale per un primo triage telefonico“.

Per quanti non presentano questi sintomi e richiedono una visita per altre sospette patologie?

Hanno diritto di essere visitati. Potrà avere accesso all’interno degli ambulatori soltanto una persona per volta, se però non si presentano particolari patologie il consiglio è quello di stare a casa e non recarsi nei punti di guardia medica, casomai contattare il dottore tramite telefono”.

Pressappoco analoghe disposizioni per i medici di famiglia e per i pediatri di libera scelta?

Esattamente. Il medico di famiglia rispetterà gli orari di ambulatorio e la presenza fisica nella sede che i suoi pazienti conoscono benissimo. Dovrà essere contattato preventivamente per telefono e a lui verranno rappresentate le proprie esigenze. In caso di patologie curabili tramite intervento telefonico (ricordo che si sta parlando di pazienti mutuati dal medico contattato che presumibilmente conosce la loro storia sanitaria), il medico assegnerà le relative cure. Oppure fisserà l’appuntamento presso il proprio studio sempre visitando un soggetto per volta. Altrimenti, nella malaugurata ipotesi in cui si dovesse ravvisare il sospetto di una presunta infezione da coronavirus, si attiverà il protocollo che abbiamo appena descritto”.

In tanti si rivolgono al proprio medico curante per la prescrizione di ricette…

“Nel caso in cui il medico conosce la patologia cronica del proprio paziente, può usare due sistemi per fargli avere le ricette mediche: se ne conosce l’indirizzo, inviare per posta elettronica la ricetta. Il paziente provvederà a stamparla e a recarsi ad acquistare i farmaci; oppure potrà in via personale, lasciare la ricetta presso una farmacia concordata con il paziente.”

Dottore, com’è in generale la situazione nella nostra provincia?

“Abbiamo perduto tempo. Non siamo stati mai contattati dai vertici sanitari. Forti dalle esperienze negative, ma anche positive, che ci provengono dal nord Italia. Visto che il virus tarda ad arrivare e noi ci auguriamo naturalmente che non arrivi mai, avremmo potuto mettere in essere comportamenti virtuosi che ci avrebbero consentito di contrastare meglio il coronavirus. Come ho già anticipato alla vostra testata, dal 24 febbraio scorso abbiamo inviato diverse pec certificate all’ASP, chiedendo la sanificazione dei locali di guardia medica e di altri presidi sanitari, abbiamo chiesto anche materiale adatto ad effettuare visite in condizioni sicure. Abbiamo scritto al Prefetto di Trapani e soltanto in queste ultime ore abbiamo ricevuto l’informazione relativa ai comportamenti che ho appena descritto. Lo ripeto: per colpe non certamente dei medici, abbiamo perso del tempo prezioso.”

La sua associazione si è lamentata recentemente dello scarso numero di mascherine che sono state distribuite ai medici di base.

“Guardi, io parlo a nome dello SNAMI, abbiamo avuto mascherine per distribuire soltanto al 70% dei nostri iscritti. Altri hanno fatto il pienone in una distribuzione fatta senza alcun criterio. I medici di base e i loro ambulatori vanno tutelati perché possono essere un forte veicolo di trasmissione del coronavirus. Eppure si continuano a fare delle discriminazioni. Faccio un esempio, all’Inam di Marsala oggi tutto il personale era dotato, giustamente, di mascherine. Noi negli ambulatori, abbiamo continuato a visitare senza protezione. Non è giusto. A questo punto, il sistema principale per sconfiggere questa pandemia è certamente la prevenzione. Io che ho occupato posti istituzionali voglio qui spezzare una lancia a favore dell’impegno che stanno mettendo i sindaci di Marsala Alberto Di Girolamo, di Petrosino Gaspare Giacalone e di Salemi Domenico Venuti. Anche dallo SNAMI l’invito è quello di rimanere a casa.”

Gaspare De Blasi

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