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Firmato il decreto sugli aeroporti: Birgi e Comiso chiusi fino al 25 marzo. Ombra: “Il lavoro fatto non è perduto”

Adesso è ufficiale, la metà degli aeroporti italiani resteranno chiusi dal 14 al 25 marzo. Dopo le indiscrezioni filtrate ieri, la Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli ha firmato il decreto per razionalizzare il servizio di trasporto aereo in considerazione della ridotta mobilità sul territorio nazionale e per contenere l’emergenza sanitaria da coronavirus. Nel provvedimento si dispone che, per tutelare la salute dei passeggeri e dei lavoratori, sono assicurati nel settore del trasporto aereo esclusivamente tutti i servizi essenziali.Di fatto, restano operativi 16 scali (Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Genova, Lamezia Terme, Lampedusa, Milano Malpensa, Napoli Capodichino, Palermo, Pantelleria, Pescara, Pisa, Roma Fiumicino, Torino, Venezia Tessera e Roma Ciampino per i soli voli di stato, trasporti organi, canadair e servizi emergenziali), cui si aggiungono i piccoli aeroporti di Pantelleria e Lampedusa, la cui apertura è necessaria per la condizione di insularità delle due isole minori siciliane. Resteranno chiusi, per quanto riguarda la Sicilia, gli aeroporti “Vincenzo Florio” di Birgi e il “Pio La Torre” di Comiso.

“Sembra un incubo”, ha commentato il presidente di Airgest Salvatore Ombra in un lungo post pubblicato sulla propria pagina facebook, con cui ha comunque lanciato un messaggio di lucida speranza per il futuro: “Il lavoro fatto non è perduto, è solo in attesa di quel domani che ci vedrà più forti, uniti e reattivi di prima. Non ci lasceremo abbattere o travolgere dagli eventi, dobbiamo solo rimodulare il nostro planning di crescita per farci trovare pronti a raccogliere le nuove sfide che si presenteranno, e soprattutto crederci esattamente come abbiamo fatto otto mesi fa. L’empasse è globale ed è dirompente. Ma è anche transitoria, e sono certo creerà, non appena passata, nuove opportunità che noi dovremo essere pronti a raccogliere ed ottimizzare”.

Nel decreto si legge che gli operatori sanitari che prestano servizio presso gli scali che resteranno chiusi fino al 25 marzo potranno essere da supporto per le esigenze sanitarie di aeroporti o porti limitrofi.

E’ comunque “rimessa alla valutazione dell’Ente nazionale per l’aviazione civile la possibilità di consentire l’operatività degli altri aeroporti in considerazione delle seguenti esigenze: mantenimento dei requisiti di certificazione aeroportuale; previsione dell’accesso alle infrastrutture e del loro utilizzo per i dipendenti dell’ENAC, di Enav S.p.A. e degli Enti di Stato basati in aeroporto; ripristino immediato della piena operatività dell’aeroporto, qualora ritenuto necessario; esigenze operative di voli cargo e posta, nonché di voli di Stato, di Enti di Stato, di emergenza sanitaria o di emergenza di altro tipo”.

Ninny Bornice

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