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Processo Fazio, sentito il presidente Musumeci

Il presidente della Regione è stato interrogato relativamente a degli esposti anonimi arrivati in commissione antimafia nel corso della precedente legislatura e avente ad oggetto la Ustica Lines.

Ieri mattina, presso il tribunale di Trapani, nell’aula intitolata al magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto si è svolta l’udienza del processo a carico dell’ex sindaco di Trapani e deputato regionale, nel corso della precedente legislatura, Girolamo Fazio, accusato di corruzione nell’ambito dell’inchiesta “Mare Monstrum” del 2017, condotta dalla Procura di Trapani. Anche il troncone palermitano dell’indagine è stato affidato di recente dal GIP del capoluogo di Regione ai magistrati trapanesi per competenza territoriale. Davanti al collegio dei giudici, presieduto dal dottore Enzo Agate e a latere le dottoresse Roberta Nodari e Chiara Badalucco, si è svolto l’esame dei testimoni. Il primo ad essere interrogato dalla difesa dell’ex primo cittadino è stato il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci.

Il governatore siciliano, esaminato dall’avvocato Michele Cavarretta, che difende Fazio nel processo, ha spiegato di avere conosciuto l’ex sindaco nel 2012, prima della conclusione della campagna elettorale per le regionali, poi conclusasi con la sconfitta di Musumeci, il quale anche all’epoca correva come candidato alla presidenza dell’Isola. Inoltre, il presidente Nello Musumeci ha raccontato di avere lavorato insieme a Girolamo Fazio all’interno della commissione antimafia regionale, insediatasi nel 2013. Allora, il governatore siciliano ricopriva la carica di presidente della commissione summenzionata. Il presidente della Regione ha comunque escluso che l’ex sindaco di Trapani abbia mai parlato con lui di trasporti marittimi. Successivamente, Musumeci è stato ascoltato dall’avvocato Lillo Fiorello, altro legale di Fazio, in merito a degli esposti anonimi pervenuti alla commissione antimafia regionale. Il presidente della Sicilia ha spiegato che le denunce anonime per regolamento venivano cestinate. E sulla domanda dell’avvocato, relativa ad una lettera avente ad oggetto informazioni sulla Ustica Lines (oggi Liberty Lines), il governatore ha dichiarato di non ricordare la questione. Durante il contro esame del pubblico ministero, la dottoressa Brunella Sardoni, il presidente Musumeci ha, invece, precisato che la cartella degli esposti del 2017 conteneva anche delle fotocopie di denunce che conservava per i casi verso i quali aveva un interesse ad approfondire. Tra quelle mostrate tre anni fa nel corso dell’interrogatorio reso al dottore Franco Belvisi, titolare dell’inchiesta insieme alla dottoressa Sardoni, il governatore siciliano ha ricordato di essersi impegnato del caso di una dipendente regionale che si era occupata del bando dei trasporti marittimi con le isole minori. Nello specifico, la dirigente regionale non aveva confessato che la figlia era una dipendente della Ustica Lines. È proprio il bando regionale sui trasporti marittimi del 2014 che avrebbe fatto innescare l’inchiesta della magistratura trapanese e palermitana. Infatti, nel 2016, la dottoressa Dorotea Piazza, dirigente regionale dell’assessorato alle Infrastrutture, rilevava che l’appalto sui collegamenti marittimi, le cui procedure di gara erano state seguite dalla precedente responsabile, la dottoressa Salvatrice Severino, coinvolta nel filone palermitano dell’inchiesta, era caratterizzato da compensazioni eccessive alla Liberty Lines. Per tale motivo la neo dirigente aveva disposto l’annullamento in autotutela del bando, atto che avrebbe provocato delle tensioni con la società di Vittorio ed Ettore Morace, proprietari della azienda di trasporto marittimo. La dottoressa Piazza, inoltre, ha affidato l’esame del bando di gara anche ad una società di consulenza della Regione Sicilia. Tale consulenza, poi, ha indicato che le compensazioni previste dall’appalto sarebbero state indebitamente eccessive.

Nel corso dell’udienza al Palazzo di giustizia di Trapani sono stati sentiti anche l’onorevole Nino Oddo, eletto nel 2012 nel listino a sostegno dell’ex governatore Rosario Crocetta ( anche quest’ultimo finito nell’inchiesta Mare Monstrum), un dipendente della Fazio Wines srl, il signor Vito Croce, due ex impiegati dell’azienda Stefania Mode, Sergio Virgilio e Leonarda Patti, e Francesco Scarcella del Consorzio Irsap (il Consorzio di Trapani gestisce le aree destinate alla realizzazione degli agglomerati e degli insediamenti industriali per la Provincia).

Gli esami di detti testimoni si sono in prevalenza concentrati sui rapporti tra Girolamo Fazio e la ditta trapanese di moda. L’ex primo cittadino, infatti, è stato il legale della società suddetta. Inoltre, tramite la sua azienda vitivinicola, l’ex deputato regionale avrebbe rifornito il vino necessario ad alcune feste della Stefania Mode. In particolare, l’esame delle parti si è soffermato sulla festa organizzata in occasione di un primo maggio di qualche anno fa presso il ristorante El Pescador di Favignana. Sulla fattura per il rifornimento del vino sono stati sentiti i due ex dipendenti della nota azienda trapanese. Inoltre, l’interrogatorio del pm alla teste Patti si è concentrato su una busta consegnata brevi manu da Fazio nel settembre 2017, riguardante una fornitura di vino, alla ex dipendente e da far recapitare all’amministratore Aldo Carpinteri della Stefania mode. Busta che l’amministratore le indicò di non accettare e non pagare. Dopo, le domande sono state rivolte alla teste su una fattura dell’aprile 2017 della Stefania mode che è stata emessa per 42 mila euro alla Cantina Primavera, socia della Fazio Wines srl. Un’altra fattura del maggio 2017 per lavori edili è stata oggetto dell’esame. Su alcuni lavori effettuati presso il Palazzo Europa da operai della ditta di Girolamo Fazio ha deposto il teste Croce, in passato anche lavoratore della Cantina Primavera.

Infine, sia all’onorevole Oddo che all’istruttore dell’Irsap sono state rivolti dei quesiti sul dl presentato da Fazio nel 2015. L’allora deputato regionale chiese al collega dell’opposizione di condividere la proposta di riconversione dell’ex aree industriali di Trapani e l’aumento dal 10% al 20% dell’area a fini commerciali. Il disegno di legge Fazio è stato rimandato dall’ARS e infine non ripresentato. Il pm ha contestato all’onorevole Oddo una dichiarazione resa durante un interrogatorio. In particolare, l’ex parlamentare regionale aveva affermato che Fazio difese con veemenza le posizioni della Ustica lines nel corso di una seduta della IV commissione regionale all’ambiente. Poi, secondo quanto riportato durante l’esame del dipendente dell’Irsap, il signor Scarcella, Girolamo Fazio avrebbe partecipato anche al tavolo tecnico regionale, presso l’assessorato attività produttive, in rappresentanza della Stefania mode. In quell’occasione l’ex primo cittadino avrebbe proposto l’aumento dal 10 al 20% dell’area a fini commerciali. Suggerimento successivamente tradottosi nella proposta di legge succitata. Inoltre, sembra che la società avesse interesse ad acquisire il lotto 41 di citate aree, dove è situato anche Palazzo Europa. Secondo l’istruttore se la proposta fosse andata in porto avrebbe comunque rigettato la richiesta della società perché avrebbe dovuto essere inattiva da almeno tre anni.La prossima udienza è stata fissata per il 25 marzo.

Linda Ferrara

redazione

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