Bionda, minuta e con gli occhi verdi indagatori. Valentina Palmeri, alcamese, 44 anni a luglio, deputato regionale targato Cinquestelle, ha sostenuto, con la sua presenza, l’evento pentastellato organizzato dal MeetUp a Marsala, sabato dove, tra l’altro, si è discusso dell’ormai famoso “taglio dei vitalizi” ridotto in Sicilia di un terzo rispetto a quanto recepito nel resto d’Italia. Insieme al senatore Santangelo e al deputato Sergio Tancredi, la Palmeri è stata anche promotrice dell’esposto alla Procura affinchè si facesse luce sulla gestione del comarketing all’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi e ai ritardati pagamenti che avrebbero dovuto essere versati all’ENAC.
Onorevole Valentina Palmeri, come prima cosa le chiedo del taglio dei vitalizi che infiamma gli animi. Cosa dirà fra poco ai cittadini?
La lotta ai privilegi è ovviamente un tema fondamentale, un tema di dignità umana di rispetto dei diritti dei cittadini. Ci sono delle sproporzioni veramente esorbitanti fra i cittadini normali e i privilegiati.
Siete stati accusati di “aver violato il principio di uguaglianza e ragionevolezza, sancito dalla Costituzione, nonché i principi di coordinamento della finanza pubblica e di leale collaborazione” almeno così si legge nell’impugnazione del Consiglio dei Ministri. Cosa risponde?
Sì, è così. Capisco che vi siano dei vincoli di incostituzionalità in alcune norme ma qui c’è una questione di dignità come dicevo e di etica che non viene rispettata. Perché un qualsiasi cittadino deve lavorare, 40, 45 anni, per avere una pensione di 500 euro al mese mentre altri cittadini privilegiati che fanno le leggi a loro vantaggio, anche dopo solo un anno di attività politica, devono aver diritto ai vitalizi?
Cosa avete intenzione ancora di fare?
Noi abbiamo sempre lottato contro i privilegi sia all’Assemblea Regionale Siciliana che al governo. Inoltre con la nostra presenza oggi qui stiamo tentando di spiegare che, anche se non ci sono delle leggi, i singoli politici in quanto cittadini, possono anche in maniera volontaria mettere a segno un contrasto concreto ai privilegi.
E come?
Ad esempio noi restituiamo buona parte delle nostre indennità. Io ad esempio ho restituito più di 350 mila euro in 7 anni di attività all’ARS. Ora sono al secondo mandato e dico che ognuno di noi può fare lotta ai privilegi. Noi dobbiamo dimostrare quello che abbiamo detto in campagna elettorale.
Onorevole Palmeri, lei, insieme al senatore Santangelo e al deputato Tancredi, siete stati i promotori dell’esposto che ha innescato l’indagine della Procura sull’aeroporto di Birgi. I quindici accusati, ex dirigenti Airgest nonché l’attuale presidente Salvatore Ombra attendono a giorni l’esito dell’indagine e si teme il rinvio a giudizio. Cosa risponde a che vi accusa di aver ostacolato lo sviluppo dell’aeroporto?
Io mi sento di rispondere che noi non abbiamo ostacolato né intralciato nessun sviluppo. Le criticità dell’aeroporto ci sarebbero state comunque così come ci sono state. Quello che noi abbiano fatto è un esposto sulla mala gestio amministrativa che è stata portata avanti dalla Procura. Le indagini effettuate dalla magistratura hanno messo in luce una certa mala gestio. Noi dunque avevamo visto bene. I cittadini, semmai, dovrebbero darci ragione e riconoscere la nostra buona azione. Noi abbiano sollevato delle perplessità su come fossero gestiti questi finanziamenti pubblici all’aeroporto di Birgi. Fare un esposto significa questo, non significa accusare né tantomeno condannare qualcuno.
Lei è dunque soddisfatta di quanto avete fatto e lo rifareste?
Sì, assolutamente. La nostra azione non ha compromesso l’aeroporto, non c’è un legame fra la crisi subita dal “Vincenzo Florio” e l’esposto presentato da noi che, ribadisco, ha messo in luce alcune irregolarità burocratiche amministrative. Non c’è nesso fra la crisi dell’aeroporto e il nostro esposto. Sicuramente c’è una parte dell’aeroporto politicizzata che in malafede mette in relazione i problemi di Birgi con la nostra richiesta di accertare alcune cose. Il deficit e le problematiche che riguardano l’Airgest sono in buona parte provocate dalla scelta di società aeree come Ryanair che non hanno nulla a che vedere con l’indagine.