La Lega Italiana Antivivisezione, anche quest’anno, ha pubblicato il proprio Rapporto Zoomafia 2019, un elaborato statistico dei dati riguardanti i procedimenti per reati commessi contro gli animali su tutto il territorio nazionale, interrogando tutte le Procure Ordinarie e quelle presso i Tribunali per i Minorenni d’Italia .
Per la Sicilia le risposte sono giunte da 14 Procure Ordinarie su 16 (non hanno risposto Agrigento e Barcellona Pozzo di Gotto) e da tre quarti delle Procure Minorili (non ha risposto la Procura per i Minorenni di Caltanissetta).
Secondo i dati raccolti su scala nazionale, proprio la Sicilia risulta essere la regione italiana con più fascicoli registrati (1094), circa l’11,23% di quelli nazionali), con una media di 21,63 procedimenti ogni 100.000 abitanti e 683 indagati (circa l’11,7% di quelli nazionali). La Procura che ha registrato più procedimenti penali per reati contro gli animali è quella di Siracusa: 157 procedimenti con 46 indagati.
Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia LAV, afferma: «La Sicilia è una delle regioni dove la zoocriminalità è più attiva. Si registrano tutti i reati presi in esame, ed alcune condotte sono fortemente radicate nel sottobosco delinquenziale. Le corse clandestine rappresentano il business più allarmante. […] Frequente anche il ritrovamento di cani morti o feriti nelle lotte. Molto preoccupanti anche le illegalità che ruotano intorno al randagismo, che alimentano interessi economici e maltrattamenti. Le infiltrazioni della criminalità organizzata si registrano anche nel settore della pesca e del commercio di pesce […] Ovviamente non possiamo non ricordare la cosiddetta “mafia dei pascoli” con il controllo del territorio e dei pascoli, le macellazioni clandestine, gli allevamenti illegali, il traffico di sostanze anabolizzanti o di farmaci non autorizzati, la vendita di carne di animali affetti da patologie».