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La piazza delle sardine a Bologna, vista con gli occhi di una donna del Sud

Dante, nel Proemio all’Inferno della sua Divina Commedia, inserisce la cosiddetta e tanto discussa “Profezia del Veltro”, l’arrivo di un riformatore sul piano politico in grado di sconfiggere la lupa che rappresenta la cupidigia, uno dei tre peccati che avevano portato l’Italia (di Dante) al declino sul piano politico e morale. Il Veltro, descritto in un linguaggio volutamente oscuro, pare fosse un “cane da caccia” di “origini umili” vista l’assonanza con la parola “feltro”, appunto panno di origine umile, citato anch’esso più volte nel passo. Che siano gli occhi buoni di Mattia a incarnarlo? La gentilezza di Andrea? La dolcezza di Giulia? La discrezione di Roberto? Non lo sappiamo, quel che sappiamo di certo è che, sull’onda del declino politico e morale che l’Italia di oggi sta attraversando esattamente come quella di Dante, il portavoce dei quattro ragazzi, durante la conferenza stampa svoltasi al Teatro del Sole, a 100 metri dalle 40 mila persone presenti a Bologna in Piazza VIII Agosto, ha ribadito di non voler fare il politico “perché il mio cognome mai nessuno lo ricorda”, il cognome di Mattia infatti è Santori che spesso viene confuso con Sartori.

Alle tante provocazioni che accostano il Movimento delle Sardine all’ascesa dei pentastellati, hanno risposto categoricamente che non si riconoscono nella politica degli insulti e del populismo; anche per questa loro delicata particolarità, potrebbero incarnare la profezia di cui sopra. “Abbiamo deciso di rimanere nel reale e portare oggi tematiche, cultura, divertimento e musica. Quella di oggi voleva essere una festa. Abbiamo appena scoperto che avremmo potuto scegliere una piazza grande il doppio in quanto Piazza VIII Agosto è già stracolma di persone e non è ancora finita la partita del Bologna. A volte, il buon senso e parlare piano possono ripagare”. Così si discostano totalmente dall’ascesa del Movimento andato al governo, nato come loro nelle piazze anni fa. “Da una piccola piazza, come quella dello scorso 14 Novembre da cui è partito tutto, si può arrivare a modificare il risultato dell’elezione”. Ma Mattia sta molto attento e pesa bene le parole: durante tutta la giornata non vi sono mai riferimenti a indicazioni di voto, soltanto tanti sono gli stimoli a fare meglio, in termini di partecipazione al voto, dell’ultimo 37% e a rifiutare la politica dell’odio. Hanno davvero contatti con il candidato Bonaccini – candidato alle elezioni regionali del PD – o con il suo staff? “No, è l’unico che non abbiamo mai incontrato”, afferma schietto durante la conferenza stampa.

La giornata di domenica è stata una tappa di un viaggio appena iniziato che va da una parte all’altra dell’Italia: la parola partecipazione è stata tra le più citate durante la giornata. Ieri sono stati tutti chiamati in causa, tutti coloro che hanno contribuito e sono scesi in piazza, da Marsala a Padova, da Nord a Sud. La città di Bologna è stata invasa da tutta Italia: pullman colmi di gente dalla Puglia, dalla Calabria, dalla Sicilia sono arrivati nel capoluogo emiliano per festeggiare insieme ed essere presenti durante la giornata che sembrava leggenda. Artisti, autori, band, giornalisti emiliani hanno sostenuto la causa regalando la loro presenza sul palco – nessuno di loro, infatti, ha richiesto alcun cachet – ma non solo. Ecco come il Sud ha preso parte alla domenica più partecipata di gennaio: tra gli altri, Sandro Ruotolo – giornalista sotto scorta e neocandidato alle suppletive di Napoli – e Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, hanno portato sul palco le tematiche dell’antirazzismo, della lotta alla mafia e dell’antifascismo.

Pif, com’è possibile che dopo 20 anni di insulti al meridione, la Lega prenda voti e abbia sostenitori nella nostra terra e in tutto il Sud? A Marsala, per le comunali del 2020 è prevista una coalizione tra Diventerà Bellissima, Noi con Salvini e Fratelli D’Italia, ci credi? Dopo la mia ultima affermazione, appare sul suo volto un’espressione di disgusto- “Se solo avessimo un po’ di dignità – mi risponde – non accadrebbe tutto questo. La verità è semplicemente questa, che siamo un popolo senza alcuna dignità”. Un velo di tristezza e amarezza negli occhi del regista siciliano, voluto fortemente da Mattia e i suoi, a presenziare sul palco del 19 gennaio, a dimostrazione della coesione dell’Italia tutta. Il Sud era sul palco e in piazza, perché quella di ieri non è stata la festa delle sardine di Bologna: Bologna era anche Trapani, Barletta, Cosenza, Cagliari, Matera, Siracusa. Le uniche bandiere presenti erano le bandiere di tutti: quelle dei diritti umani e della pace. Nessun logo, nessuna presa di posizione. La piazza di domenica ha rappresentato gli ultimi di Nord e Sud: non erano presenti 40 mila persone, era presente l’Italia tutta che condanna la politica del sovranismo, del populismo, dell’odio e della paura, ma crede nell’inclusione e nella partecipazione, unica speranza.

Discorso di Mattia a chiusura: “…alla fine non erano 6000 ma 15 mila le sardine in piazza Maggiore lo scorso 14 Novembre. Nessuno ci prendeva sul serio, poi è arrivata la piazza di Modena, la piazza di Sorrento, di Napoli, di Barletta, di Reggio Emilia, di Palermo, di Firenze, di Torino, Bari. Non le posso dire tutte! Ogni persona ha deciso di trasformarsi in una sardina, abbiamo invaso le piazze. Siamo tornati a fare politica, a dire la nostra, perché i corpi non sono manipolabili e neanche i cervelli: i nostri non lo saranno mai. Semplicemente non eravamo uniti, ora lo siamo e abbiamo creato un’onda inarrestabile. Perché? Perché mezzo milione di persone spendono tempo, pagano soldi e prendono pioggia e freddo per stare come una sardina in una piazza? Perché c’eravamo rotti i coglioni! E non era la politica il problema ma un certo tipo di fare politica. Un linguaggio di odio studiato, costruito e pagato appositamente per creare nemici e vincere le elezioni sulle spalle dei più deboli. Torniamo a riconoscere la bellezza, torniamo a prendere posizione, torniamo a votare, non abbiamo paura di partecipare perché chi partecipa non perde mai. E’ già vinta la battaglia se partecipi! (…) Dove c’è aggregazione non c’è paura, dove c’è dialogo non c’è populismo. (…) La verità è che le sardine non esistono, noi 4 potremmo sparire domani, abbiamo solo avuto il privilegio di poter scoperchiare questa pentola, ma il merito di quanto è successo è stato di ogni persona che in ogni parte d’Italia si è sporcata le mani e che vuole continuare a farlo perché ha capito che la testa e il cuore valgono molto più della pancia. Come emiliani o romagnoli abbiamo una responsabilità nei confronti delle sardine di tutto il resto d’Italia, che guardano all’Emilia e vengono qui perché è il simbolo di cosa significa fare buona politica rispettando l’altro”.

Il prossimo 8 marzo il Movimento delle Sardine andrà a congresso per definire e strutturare quello che doveva essere un semplice flashmob di metà novembre in Piazza Maggiore ma che ha stravolto l’Italia e si è guadagnato almeno una pagina della storia. La data tanto discussa e portatrice di molte simbologie pare troverà pace nella scelta della città dove si svolgerà la due giorni nazionale, luogo che rimane però ancora top secret. Non avendo ambito a una dimensione nazionale, le Sardine al momento hanno dichiarato di non avere un organigramma ben preciso ma un semplice Coordinamento Nazionale, necessario per gli ultimi risvolti. Ma è vero che nel momento in cui strutturi qualcosa diventa bersagliabile? La tensione intorno alle scelte future delle sardine è molto alta e i 4 ragazzi sembrano comunque non mollare. Cosa accadrà dopo l’8 marzo? Cosa si strutturerà esattamente? Come sarà il futuro delle Sardine? Sono domande alle quali nessuno, in questo momento, può dare una risposta, nemmeno il migliore osservatore politico del momento, perché nessuno avrebbe mai immaginato quello che sarebbe accaduto dopo quel famoso 14 novembre. Una cosa è certa: le elezioni di domenica 26 della regione Emilia Romagna riguardano l’Italia e l’Europa tutta. Il futuro di una regione da sempre rossa e simbolo di una determinata politica di sinistra e del sacrificio dei partigiani, nel caso in cui dovesse vincere la Lega (ex Lega Nord), farebbe crollare equilibri che, anche se ammaccati, tuttavia hanno sempre resistito. Un nuovo capitolo della storia sarebbe da scrivere, dal titolo “Quella volta che, nonostante ce l’avessimo messa tutta, il Papeete, l’arroganza e l’odio hanno vinto su tutto”. I vostri nipoti vi chiederanno da che parte eravate nel secondo decennio del 2020; se siete di Marsala e vi coalizzate con la Lega (ex Lega Nord) durante le comunali, nascondendovi dietro l’alibi de “le comunali sono diverse dalle politiche” o “si vota la persona, non il partito politico”, mi dispiace ma ho una notizia per voi: dovrete rispondere, ai vostri nipoti, che siete senza alcuna dignità (Cit. Pif) perché avete abbassato la testa alla bestia del sovranismo che solo qualche anno fa vi insultava tutti, indistintamente e vergognosamente.

Marianna Laudicina

redazione

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