Diego Maggio, unico candidato ufficiale a sindaco per le prossime elezioni amministrative, con una nota stampa interviene sul ruolo della politica a Marsala.
“Sono in molti e da più parti a chiedersi se, archiviate le feste e deglutiti gli ultimi bocconi di panettone, sarà gennaio il mese decisivo per delineare il futuro di Marsala.
Quali i candidati a Sindaco?
Riguardo a me, è bene intanto si sappia quanto io sia lontano dalle ricostruzioni (spesso fantasiose) della stampa locale. E soprattutto assicurare e rassicurare tutti sul fatto che non mi lascerò angosciare dal toto-nomi.
Credo molto, invece, nella esigenza che – come sostengo da anni e, più recentemente, da almeno quattordici mesi – questa nostra città abbia un governo di “numeri uno”, di una intera squadra che sia in grado di dialogare con le forze politiche regionali e nazionali. In mancanza di ciò, amministrare potrebbe risultare relativamente facile. Governare, molto meno. Per uscire da questa malattia della “mediocrazia” non basta un (pur buono) medico generico, ma occorrono, anzi sono indispensabili, otto specialisti qualificati.
Non abbiamo bisogno di chi predica un romanticismo bigotto e precotto di promesse trionfalistiche e annunci antiquati che ormai non costituiscono più richiamo neanche per le allodole.
Marsala ha, invece, necessità di tornare ai fasti della sua grandezza straordinaria, imponendosi come irrinunciabile destinazione culturale e turistica, come luogo centrale e vocato di un territorio vitivinicolo che non ha eguali nel mondo, come scalo attrezzato di un mare che le restituisca il suo ruolo geografico/imprenditoriale di approdo naturale per un “orizzonte mediterraneo” comune a tutti i paesi rivieraschi, a tutti i navigatori per commercio e per diporto.
Cosa ce ne facciamo di un nome, di una coalizione – seppure aritmeticamente determinanti nell’ elezione di un sindaco – se poi non ci sono le idee fondanti e non c’è il sangue della marsalesità che scorre appassionatamente nelle vene?
Chi (a titolo di cronaca) si schiera a fianco di Papa Francesco che – alla stregua del suo Alto Rappresentato che ha scacciato i mercanti dal tempio – sta sgomberando il Vaticano da pedofili e banchieri?
So bene che siamo di fronte non al rinnovo cariche delle Nazioni Unite, ma semplicemente alle amministrative di un Comune abitato da 83.700 persone.
Ma anche l’elettore di contrada Ciavolotto ha diritto di sapere, per esempio, come la pensano i candidati di Marsala 2020 sul buono, pulito e giusto che sta alla base del provvidenziale Slow Food di Carlin Petrini. E al diciottenne di Birgi non va taciuto cosa ne sarà di Stagnone e saline, né se le follie aggressive di Trump rischianoo meno di far chiudere ancora il nostro aeroporto ai voli civili.
È vero, potremo incidere risibilmente sulla soluzione della fame nel mondo, ma abbiamo la necessità di conoscere chi e come si spenderà per far diventare Marsala più solidale con i marsalesi in difficoltà e con il cristianesimo operoso di don Enzo Amato in Ecuador e di don Mario Pellegrino in Sud-Sudan.
Certamente incrementeremo il turismo se svilupperemo la ruralità della nostra enogastronomia e se investiremo sulla nostra ventosità che sta sublimando il kitesurf di fronte a Mozia e a Santa Maria. Ma abbiamo pure l’opportunità di schierarci con Jeremy Rifkin che, aprendo la strada al futuro dell’umanità, spiega come un nuovo sistema collaborativo sta trasformando il nostro modo di organizzare la vita economica, rendendo possibile una drastica riduzione delle disparità di reddito, democratizzando l’economia globale e dando vita ad una società ecologicamente più sostenibile.
Siamo proprio sicuri che il futuro del cielo sopra Marsala non sia minimamente interessato ai venerdì di Greta Ernman Thunberg?
Quanti degli operatori politici di questa città saranno a chiedersi – come fa Yuval Noha Harari – dove stiamo andando in un periodo in cui la crisi della democrazia liberale si sta facendo evidente enel quale – aggravandosi gli eterni problemi primari del cibo/casa/salute/assistenza – stanno implodendo fenomeni non locali (stradelle, lampadine, certificati), bensì epocali come il cambiamento climatico, l’intelligenza artificiale, l’invasione delle notizie false e l’insignificanza del concetto di libertà?
Sono fotomontaggi quelle piazze italiane stracolme di giovani d’ogni età che rivendicano la gioia di ritrovarsi senza arruolarsi in nessun partito e di smontare le macchine dell’odio?
Avete per caso sentito cosa, a questi riguardi, gli altri soggetti (che cercano voti confezionando…confetture e congegnando congetture) vogliono fare? Proprio questo silenzio-vuoto di ragioni e sentimenti deve farci capire che trattasi di operazioni di palazzo, di scelte a tavolino e di spartizioni di poltrone: il tutto previsionalmente programmato per le convenienze e le vittorie facili dei soliti personalismi.
E vi siete chiesti cosa accadrà l’indomani?
Io, come dichiaro da mesi, sono pronto a metterci la faccia – ma soprattutto il cuore, le mie esperienze e tutto il mio tempo – per una Marsala che invoca buon senso e competenze, che merita – nella Amministrazione e nel Consiglio Comunale – un insieme di eccellenze e di persone che non vivano dei gettoni della politica, ma che hanno dimostrato di valere qualcosa nel lavoro che già hanno fatto.
Sono pronto ad unire le forze, ad unirmi agli altri che – qualunque sia la loro provenienza o appartenenza – condividono questa disponibilità e a non pretendere di fare io l’ammiraglio di questa grande flotta.
Si vince se si dispone di un buon equipaggio, non con un uomo solo al comando!
Incontriamoci, dunque, fra noi candidati di buona volontà, mettiamoci insieme anziché “intavolare” conventicole o fare campagne-acquisti di capetti elettorali. Coinvolgiamo quanti – a prescindere dalle rispettive ideologie – hanno prima dato prova di avere saputo bene amministrare.
Scambiamoci le conoscenze e studiamo insieme le contromisure al sottosviluppo pilotato che Marsala ha finora supinamente subìto.
Non mi considero un sognatore, né un profeta di ecumenismi impossibili. Ma, per carità, rifiuto l’idea di shakerare una mescolanza di ingredienti alcolici che, a parte l’ubriacatura, costituirebbe solo un cocktail incoerente e disarmonico. Le differenze fra gli schieramenti vanno individuate fra i rispettiviprogrammi buoni-sinceri-realizzabili e quelli ruffiani-ingannevoli-utopistici.
La dis-unità delle intelligenze provocherà la sicura sconfitta di un’intera città. Ogni rinuncia dei capaci determinerà la vittoria dei soliti mestieranti del consenso e per Marsala il ritorno ad un triste presente
Diego Maggio