Nei giorni scorsi abbiamo raccontato dei passi in avanti che si registrano verso l’inizio dei lavori del prolungamento della barriera curvilinea del Porto di Marsala. Un intervento per cui la Regione ha stanziato 800 mila euro e che dovrebbe avere inizio nei primi mesi del 2020. Sulla questione interviene l’avvocato Diego Maggio, secondo cui la vicenda dell’area portuale di Marsala “ha i connotati della commedia, se la cosa non fosse ormai precipitata in una vera e propria epocale tragedia”. “L’investimento finanziario per gli interventi urgenti (spaparazzati come un “rifacimento” dell’attuale porto pubblico) è di appena 800 mila euro – sottolinea Maggio -. Una cifra che non potrà incidere su nulla: che non cambierà il volto della parte marinara della nostra città, che non porterà alcuna rivoluzione imprenditoriale, nè economica. E nemmeno per un… “aperitivo” verso la messa in sicurezza del porto, che si sta letteralmente sbriciolando. Una cifra così irrisoria che è come un pietoso palliativo rispetto ad un malato terminale, come è ormai rovinosamente definibile la nostra infrastruttura portuale”.
La nota di Maggio poi riprende la questione dei 49 milioni che dovevano invece essere destinati ai lavori di messa in sicurezza dell’area portuale, nell’ambito del progetto caldeggiato dalla giunta Adamo: “I marsalesi hanno il diritto di sapere che fine hanno fatto. […] Se non ci sono più (magari per intervenuta perenzione), vogliamo sapere perché e di chi è la responsabilità di tale delittuosa scomparsa. All’esito di siffatto accertamento, rimane intatto – anzi si rafforza – il nostro pieno diritto di pretendere un porto che sia armonioso con la città, che sia volano di sviluppo e che sia portatore sano di turismo ed ed economia (peschereccia, di passeggeri e crocieristi, nonché di nautica diportistica). Un porto i cui fondali siano di almeno sette metri. Un porto polifunzionale: e, perciò, sia marinaro e commerciale, che di imbarcazioni edonistiche e sportive”.