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Linda Licari: “Di Girolamo ha amministrato secondo legalità e trasparenza”

E’ tra i pochi rappresentanti della maggioranza consiliare eletta nel 2015 ad essere rimasta accanto al sindaco Alberto Di Girolamo in questi anni. Una scelta che, spesso, le è costata non pochi attacchi, anche sui social. Tuttavia, anche in questa fase, Linda Licari mostra di non avere alcun dubbio sulla coerenza dimostrata, anche se la ricandidatura di Alberto Di Girolamo non è affatto scontata.

Farebbe bene il sindaco a riprovarci?

Alberto Di Girolamo non ha fatto una politica mirata a una ricandidatura. Al momento, però, non vedo realtà credibili in giro, pertanto un sindaco che ha amministrato con impegno e costanza, portando a casa progetti importanti, avrebbe il dovere morale verso la città di riproporsi o di indicare una persona di sua fiducia, capace di amministrare secondo gli stessi valori. Penso alle battaglie in materia ambientale, magari non sempre comprese a causa di qualche difetto di comunicazione. O all’aumento degli spazi pedonali, ai progetti per le piste ciclabili…Un’idea di città che meriterebbe di essere portata ancora avanti.

Quando pensa che arriverà l’annuncio?

Ultimamente ci siamo visti più spesso, cosa che a volte è mancata a causa dei suoi numerosi impegni. E, da questo punto di vista, sfido chiunque a trovare un sindaco che lavori di più per la sua città…Credo che sia rispettoso nei suoi confronti dargli il tempo di confrontarsi con le persone che gli sono state vicine o, perchè no, anche con quelli che si sono sentiti esclusi. Servirebbe anche un confronto con gli attivisti e i simpatizzanti del Pd, magari partendo da gruppi più ristretti.

L’impegno per la città di Linda Licari è legato alla ricandidatura di Alberto Di Girolamo o andrebbe avanti comunque?

Io sto lavorando con la stessa assiduità e tenacia di quattro anni fa. Adesso sono un po’ più sicura delle mie forze. Sto creando un gruppo di lavoro con persone nuove ed altre con cui ho condiviso diverse iniziative in questi anni. Mi auguro di poter contribuire a rinnovare assieme a loro anche il Consiglio comunale, senza nulla togliere ai colleghi che ci sono attualmente. Non mi sento una fan di Alberto Di Girolamo, ma del progetto che è stato proposto quattro anni e mezzo fa, nel segno della trasparenza amministrativa, della legalità, che non sono concetti scontati, soprattutto se consideriamo che molte amministrazioni del nostro territorio hanno contestualmente vissuto commissariamenti o scioglimenti per mafia.

Ritiene che comunque il sindaco abbia qualche responsabilità per i problemi sorti con la maggioranza?

Io sono stata la prima a chiedere una verifica politica, nel momento in cui mi sono resa conto che il clima si era fatto pesante. Magari si sarebbe potuta cogliere l’occasione per aprirsi ad altre forze. Mi rendo conto che è difficile accontentare tutti, ma si poteva pensare a un rimpasto di giunta, includendo qualche consigliere comunale o qualche nome indicato dai gruppi consiliari. Quando però ci siamo incontrati e ci è stato chiesto di trovare la quadra intorno a un paio di nomi, si è visto che era impossibile. Il rimpasto, comunque, si poteva fare anche esternamente al Consiglio comunale, coinvolgendo nuove forze da riproporre alle amministrative del 2020. Tuttavia, se non è arrivato a questa conclusione, avrà avuto le sue ragioni.

Al di là del Consiglio comunale, l’indice di gradimento di questa giunta in città non sembra particolarmente elevato. Cos’è mancato nel rapporto con i marsalesi?

Io credo che sia un discorso strettamente correlato a quello del Consiglio comunale. I consiglieri hanno un peso politico quando esprimono un’opinione. E se parlano sempre male dell’amministrazione senza raccontare le cose virtuose che si sono fatte, è chiaro che la sola voce del sindaco non può bastare. Un sindaco che non ha il Consiglio comunale dalla sua parte avrà sempre difficoltà ad amministrare e con la prossima legge elettorale credo che sarà ancora peggio. Sarebbe servito qualche incontro in più, ma sicuramente ha influito anche l’assenza del circolo del Pd negli ultimi anni.

Il “popolo delle sardine”, che si è manifestato anche domenica a Marsala, sta cercando di promuovere una via alternativa alla comunicazione politica, che soprattutto sui social è diventata particolarmente aggressiva. Può esserci spazio per questo tipo di messaggio anche alle prossime amministrative?

Viste le premesse di questi mesi, credo ci sia tanto da lavorare. Anch’io ho subito una strategia aggressiva, volta a demolire la mia persona e la mia azione politica. Ritengo di aver lavorato nell’esclusivo interesse della città, non capisco perchè ho dato tanto fastidio. Spero che si riuscirà a tornare a un confronto civile, anche tra idee diverse.

Per una donna l’impegno politico continua ad essere più difficile?

Molto più difficile. Partiamo già svantaggiate per gli impegni quotidiani che ogni donna vive. E poi nell’immaginario maschile c’è ancora l’idea che le donne elette nei Consigli comunali dovrebbero parlare poco. Per me, invece, la donna, è sinonimo di coraggio e forza, come dimostra la capacità di sopportare la sofferenza del parto. Forse facciamo paura quando appariamo troppo sicure delle nostre posizioni e delle nostre idee.

La prossima amministrazione comunale da quali priorità dovrebbe ripartire?

E’ essenziale che faccia una grande pressione sulla Regione in merito alle tematiche ambientali, per accelerare il processo di creazione degli impianti di compostaggio. Poi dovrebbe impegnarsi per le infrastrutture. Al di là dell’aeroporto, penso ai treni e ai mezzi che dovrebbero consentirci collegamenti adeguati con Palermo o con il resto della Sicilia. Dovrebbe aprire nuovi centri sociali comunali nelle periferie, per dare un segnale di presenza delle istituzioni sul terriorio. E poi, penso alla promozione del city branding, già avviato in molte città, che potrebbe attrarre flussi turistici e investimenti, con ricadute positive per la nostra economia.

Vincenzo Figlioli

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