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Chiara Modica Donà Delle Rose/1: il futuro di Castelvetrano, Selinunte e Triscina. Attacco al nuovo direttore del Parco Archeologico

Chiara Modica Donà Delle Rose, poliedrica assessora alla cultura nella Giunta Alfano, nella lunga intervista concessa al nostro giornale ha raccontato particolari inediti della sua vita e delle sue esperienze siciliane, la prima a Salemi accanto al suo amico Vittorio Sgarbi allora sindaco e quella appena iniziata a Castelvetrano. L’intervista è divisa in due parti.

Tante donne in una sola. Tante anime, tutte creative e spumeggianti e con l’allure della colta aristocratica abituata ai palazzi, ai castelli e ai Musei. Perché ha accettato l’incarico offertole dal sindaco di Castelvetrano, Enzo Alfano?

Quando lui mi ha esposto il programma era ancora in corsa per diventare primo cittadino. Mi chiese di aiutarlo entrando nella lista di potenziali assessori che lui avrebbe presentato. Io non lo conoscevo personalmente ma conoscevo un po’ di più il suo potenziale sindaco, Biagio Virzì. Allora gli dissi che avrei preferito che vincessero senza il mio apporto che forse, in campagna elettorale, avrebbe anche potuto essere negativo.

Perché, avvocato?

Ero quella che veniva da fuori. E’ vero che i siciliani sono un po’ esterofili ma è anche vero che nelle cariche di questo tipo, non sempre vale questa tendenza. Le dico che rivestire una carica di questo tipo è per molti un punto di arrivo ma in realtà, fare qualcosa per gli altri, nell’ambito dell’amministrazione di una città o di un governo, dal mio punto di vista, dovrebbe essere più una missione. Ho una visione molto veneziana, ecco.

In che senso, contessa?

Penso alla Repubblica di Venezia in cui i Dogi non guadagnavano dall’incarico ma si dedicavano alla città con saggezza. Non si entra in politica per diventare ricco e famoso ma magari se lo sei già.

Perché ha dunque accettato?

Per amore di questa terra e per la stima che avevo nei confronti di Sebastiano Tusa. Lui mi raccontava che per lui Castelvetrano era la prima casa. Due anni fa ho finanziato un grandissimo manifesto all’aeroporto di Birgi che rappresentava i Templi di Selinunte.

Lei conosce la realtà di Castelvetrano?

Adesso sì, all’epoca, no. Io ho una visione fortemente cristiana. Per me chi nasce in un posto deve avere le stesse possibilità che ha uno nato a Parigi oppure a San Pietroburgo. Sono contro la damnazio della fatalità della nascita. Tra l’altro, oltre 165 ettari del Parco Archeologico di Selinunte sono dentro la contea di Castelvetrano, le pare poco?

Per Castelvetrano cosa ha già fatto e si può fare, assessore?

Intanto ho trasformato subito il convento di San Francesco di Paola in un luogo accentratore. E’ chiamato Polo multifunzionale ma era deserto. Quindi ho riaperto la coorte e fatto delle attività teatrali ed artistiche. E’ prevista anche una grande mostra su San Francesco di Paola. Vorrei trovare risorse anche attraverso donazioni per riuscire a sistemare i libri dell’Accademia Gentile in librerie degne di essere chiamate tali e scannerizzare tutto il materiale che c’è lì dentro per creare un Polo Museale dell’Archeologia diffusa.

Ovvero, contessa?

Il reperto potrà essere visibile sia dentro il Convento San Francesco di Paola, sia nel Museo di Civiltà Contadina che nel Palazzo Pignatelli.

Come?

Attraverso immagini. Chiederemo ai carabinieri del patrimonio artistico di darci in comodato d’uso alcuni reperti archeologici trafugati da Selinunte e poi ritrovati. Mi piacerebbe anche creare una sessione dedicata a Gennaro Pardo, un pittore che ha ripreso molto il paesaggio archeologico. L’archeologo Davide Camporeale ha ipotizzato che ci sia un Teatro a Selinunte e ha individuato più o meno anche in quale zona potrebbe trovarsi. Si tratterebbe di un Teatro di legno e in gran parte deteriorato. È lui che mi ha fatto conoscere il Pardo anche se io avevo visto alcuni suoi quadri alla GAM di Palermo. Avevo visto il suo bel quadro che raffigura il Tempio E prima che venisse elevato da Mussolini.

Il problema dei tombaroli, a Selinunte, è stato risolto?

Enrico Caruso, l’ex direttore, aveva ripristinato i recinti. Aveva infatti trovato l’intero parco nella parte sulla spiaggia che ne totalmente sprovvista. Ci aveva messo 2 anni per impostare gli impegni di spesa e predisporre la recinzione che a maggio era finalmente completata. Caruso, prima di venire trasferito a nemmeno metà del suo mandato, aveva anche ordinato a numerose telecamere per monitorare l’accesso diurno e notturno al parco, nei suoi 260 ettari di terreno. Il parco infatti è dotato di pochissimi guardiani in proporzione alle dimensioni, non vorrei sbagliare ma penso non superino il numero di 6 in contemporanea nelle ore notturne, se non di meno e sono spesso inviatati a stare chiusi nelle guardiole per il timore di aggressioni ( come sono avvenute in passato). Il nuovo direttore (Bernardo Agrò ndr) è stato da me informato di tutte queste criticità, già a giugno, nonché della circostanza che il lido sulla spiaggia del parco non utilizzare le parti del parco e che se voleva proprio tenerlo, pur senza le autorizzazioni del comune, avrebbe potuto ma facendo transitare i turisti direttamente dalla spiaggia. Sul punto ho insistito molto e ho altresì invito numerose documentazioni a sostegno, tra cui anche le note della direzione dei beni culturali che giustamente evidenziava che quella parte di spiaggia era del parco e non del demanio marittimo e che quel lido in quel modo non era autorizzato. Ma il problema non è tanto Lido e non Lido, è il fatto che tale approccio ha portato ad aprire h/24 una varco dentro il parco da sud, ossia da Marinella, completamente incustodito da giugno a fine luglio certamente, perché una delle prime cose che ha fatto il direttore è stata quella di autorizzare il lido e tutto quello che ne consegue. Il lido privato però aveva un guardiano sulla spiaggia h/2 che guardava gli ombrelloni e le attrezzature sulla spiaggia tutta la notte. Ciò nonostante, proprio alle spalle della casetta del guardiano privato del lido, tutti proprio tutti, di sera potevano entrare ed uscire nel e dal parco proprio da quel varco (dalla strada comunale e dalla spiaggia). A fine luglio come semplice cittadina gli ribadii con determinazione , nel corso di un colloquio, che era un situazione pericolosissima per l’incolumità del parco e dei reperti che ancora sono custoditi e da scavare. Gli consigliai che avrebbe dovuto ordinare di chiuderlo urgentemente perchè, in primo luogo non era autorizzato ( ma che con il giusto iter avrebbe potuto negando però l’accesso dentro il parco sia di giorno che di notte) ed in secondo luogo rendeva incredibilmente intutelabile il parco dalle possibili attività dei tombaroli. Cercai di convincerlo che almeno per la sera avrebbe dovuto rifletterci, precisandogli e ridandogli la documentazione necessaria per apprendere che quel lido non  era stato autorizzato. Aveva tutti i mezzi per, in autotutela negare ciò he aveva appena arrivato autorizzato in controtendenza al suo predecessore e in contrasto con il diniego delle autorizzazioni del comune di Castelvetrano. Quindi il lido se voleva rimanere aperto, avrebbe potuto farlo, ma non passando per il terreno del parco (ossia aprendo ben due parti delle recinzioni che aveva posto il precedente direttore). La sera di fine giugno e luglio 2019 chiunque poteva entrare ed uscire nel parco senza problemi e senza una vigilanza particolare. Per fortuna dopo avere ribadito più volte al direttore che questa situazione era altamente pericolosa per il parco, lui ha ordinato ( mi sembra a fine luglio) la chiusura notturna dei due cancelli alla ditta del lido e fatto predisporre una piccola recinzione alta un metro per impedire ai bagnanti di superare il viottolo dentro il parco che dalla strada portava alla spiaggia.

Sempre a fine luglio, la cosa ancora più grave, in prossimità del Tempio D, ossia Zona A dove si può scavare solo a mano, lui ha  promosso ed autorizzato l’utilizzazione di scavatrici meccaniche per scavare a più di due , tre metri di profondità per piantumare dei Cipressi nel parco, senza autorizzazione della Soprintendenza e del Comitato Scientifico dell’ente parco di Selinunte comitato che esiste de jure, dimorando commissariabile le sole figure degli esperti nominati dall’assessore e dai comuni. Questa zona è oltre che d’importanza estrema dal punto di vista archeologico è anche importantissima per il disegno di Porcinai e le scelte botaniche ed agronome poste in essere dal grande studioso ed architetto di giardini ai tempi di Vincenzo Tusa. I cipressi come le acace orridi non sono nel progetto del grande professore che insegnò proprio a Venezia nell’università di cui sono membro del CdA, lo IUAV. Ci disse poi che aeva piantato dei cipressi per assicurare la privacy delle star del Google Camp, potendo utilizzare scelte meno costose e meno invasive, ma soprattutto a norma di legge. E poi, il danno e la beffa le hanno annaffiate con l’acqua di rubinetto, probabilmente con presenze di cloro che hanno visibilmente rovinato le piante ( questa ovviamente è solo una supposizione logica). Quindi mentre da una parte google acquistava l’uso esclusivo del Parco dall’altro queste economie venivano in grande parte impiegate per comprare dei cipressi a km di distanza da Selinunte, senza le regolari autorizzazioni per piantarle in zona A. Il denaro ricavato con il Google Camp, per me ma questa è una mia opinione condivisibile o meno, è stato sprecato così. Con i soldi dei Vip ha anche finanziato spettacoli e fiere a Partanna. Lo poteva fare certo ma non con i capitoli di spesa dell’ente parco ma chiedendo dei soldi all’assessorato nel suo ruolo di funzionario preposto alla cura del Castello di Partanna. Negli anni precedenti, Selinunte, era alla ribalta della cronaca, con spettacoli, nonostante l’aeroporto di Trapani fosse chiuso. Per fortuna il precedente Direttore ha attivato molte iniziative dalla creazione dell’olio del parco di Selinunte sino alla creazione del grano  e della pasta del parco di Selinunte che da due anni si trova in commercio, ha avviato campagne di studi e redazioni di testi che ancora oggi sono sopravvissute, come gli scavi francesi e tedeschi sino all’ultimo che il 28 novembre prossimo condurrà l’ambasciatore tedesco a Roma e il nostro ministro della cultura Franceschini a Parco di Selinunte. Ora il Parco è chiuso nel fine settimana e sta vivendo in grande parte di rendita delle attività fatte precedentemente, ma non so ancora per quanto. Il parco ha bisogno di aiuto e di aprirsi sul lato Triscina e noi vorremmo aiutare questo direttore che è visibilmente in difficoltà.

Di Caruso, invece, che idea si è fatta?

Ha lavorato bene. Gli contesto solo una cosa: considerava il Parco Archeologico di Selinunte, staccato da Castelvetrano. E’ l’unico difetto che mi permetto di sottolineare. In verità è un difetto che hanno tutti i direttori di questo Parco. Selinunte è talmente bella che qualsiasi città appare brutta.

Perché i direttori hanno tentato di tenere ben distante Selinunte da Castelvetrano?

Forse vogliono proteggerla da quello che è successo a Triscina. Molti pensano che sia colpa dei castelvetranesi se Triscina è così abusiva con costruzioni quasi sulla spiaggia.

E di chi è la colpa?

Triscina è un esempio classico di luogo preso d’assalto nella rinascita post bellica quando tutti hanno avuto la possibilità di potersi permettere la casa al mare. In un certo senso era la casa sicura in cui rifugiarsi in caso di sisma. Dopo il terremoto, infatti, ci fu un incremento. Ricordo che ancora non esisteva il concetto di abusivismo che è comunque successivo al concetto di lottizzazione. Lì lo Stato non era presente, questa è la verità. Triscina viene citata come modello di abusivismo. Io per esempio trovo molto più brutta Jesolo con questi grattacieli altissimi di 30 metri sulla spiaggia, eppure nessuno dice niente. Penso che a Castelvetrano ci siano bellissime persone. Marchiarli di mafia, di cattivo gusto e di abusivismo mi sembra pura demagogia.

Però Castelvetrano, assurge agli “onori” della cronaca per aver dato i natali al superlatitante.

Sì, è vero, ma ha dato i natali anche ad Ernesto Basile, a cui vorrei intitolare una piazza o una strada così come a Vincenzo e a Sebastiano Tusa e anche a Ludovico Corrao. A Castelvetrano sono nati anche il filosofo Giovanni Gentile e il pittore Gennaro Pardo, per non parlare del filosofo selinuntino Empedocle.

A Castelvetrano ci sono belle cose da vedere. Penso alla Chiesa di San Domenico, la Cappella Sistina siciliana, la Chiesa Madre, la Torre federiciana all’interno di Palazzo Pignatelli che si pensa possa essere un resto dell’antico Castello Bellum Videre.

Sì, è proprio così. Castelvetrano può tornare una bella città. Era una città famosa per le palme. Io sto creando una serie di cose nuove anche se è difficile. Non abbiamo soldi. L’opposizione, che fa capo al precedente governo, in realtà dimentica che ha sperperato tutto. Io finora ho fatto quanto avrebbero fatto 3 assessori.

Cosa vuol fare lei per il Parco Archeologico?

Vorrei riaprire la Porta di Triscina. La comunità europea ha finanziato quasi 3 milioni di euro per questa Porta. Due anni fa dissi ai Commissari di sbrigarsi altrimenti avrebbero perso i finanziamenti. Infatti l’hanno riaperta subito. Vorrei renderla viva, vorrei che all’interno della Porta ci fossero attività. Vorrei ricreare il sistema delle piazze a Triscina nei luoghi dove sono già state demolite le case abusive. Farei una sorta di percorso botanico che sia fedele allo status quo ante. Ho già parlato col professor Raimondi, con l’agronomo Giuseppe Barbera, il botanico Pietro Pedone, Bruno Massa e il professor Silvestro Buscemi.

Cosa ha in mente, contessa?

Un progetto molto ambizioso di Green Urbanism.

Cos’è?

Una città ideale in cui il verde regna sovrano. I commissari hanno demolito 36 case ma i luoghi non sono tornati come erano originariamente. Devono essere demolite altre 50 case e non vogliamo farlo demandando all’impresa il progetto di demolizione. Vorremmo fare un bando per inserire la “demolizione parziale”

Cioè?

Demolire in parte, anche perché costa molto smaltire i materiali. L’idea è utilizzare parti già esistenti e farne dei terrapieni su cui crescerebbe della vegetazione “guidata” anche perché Madre Natura si riprende tutto.

Questo progetto diminuirebbe i costi delle demolizioni?

Sulle demolizioni devo dire una cosa: i commissari hanno chiesto alla Cassa Depositi e Prestiti, 3 milioni di euro per demolire le case abusive con il pretesto che i proprietari delle case avrebbero risarcito il Comune. Ma come si fa a recuperare i soldi? Molti non hanno eredi e molti non hanno i soldi. Su chi ti rivali? E’ dunque impossibile.

Cosa ha in mente?

Ho pensato di fare un bando, prima di Natale, e di proporlo sfruttando questi soldi che ci sono stati dati in prestito e di affidare i lavori a chi farà il progetto migliore, meno gravoso dal punto di vista economico, più veloce e più performante dal punto di vista estetico.

La spiaggia è bella, si presterebbe al turismo e ad altre attività, assessora.

Vorrei fare di Triscina una spiaggia fortemente attenta alle problematiche motorie e adatta agli ipovedenti. Ci sono nelle vicinanze molti centri di riabilitazione. Le difficoltà motorie non ce le hanno solo gli handicappati permanenti ma anche coloro che hanno ad esempio subito un’operazione, gli anziani. Visto che la spiaggia è così morbida, pianeggiante, si presta molto a questo tipo di attività.

E per Castelvetrano città?

Vorrei trasformare l’albergo Zeus, confiscato alla mafia, in un ostello per i giovani. Vorrei creare un’Università Internazionale come c’è a Perugia. Un’università di specialistica dedicata sia agli archeologici, ai geologi, agli architetti, agli ingegneri e anche ai giuristi. Si studierebbero anche le lingue del Mediterraneo. L’italiano, il turco, lo spagnolo, il francese, il greco, l’arabo, il croato, il serbo.

C’è un personaggio moderno, a parte Vittorio Sgarbi, che le piace tanto?

Il mio mito di oggi è Bill Gates. Per me lui è un genio dell’informatica ma è anche una persona che ha dedicato tantissimo delle sue capacità, non soltanto economiche, agli altri ed è una persona che lavora h24 perché è una testa che produce in continuazione. Per me è un esempio di filantropia moderna. Tutti dicono che si è fatto da solo ma non dicono che potrebbe benissimo starsene a casa a godersi i soldi. Ed invece si dedica continuamente agli altri rischiando a volte anche la vita per migliorare il mondo a favore degli altri.

Lei viene dal mondo della politica, contessa?

No. Non ho mai fatto politica. Ho fatto un concorso universitario per lavorare al parlamento europeo come stager ed ho seguito l’allora vicepresidente del parlamento europeo, l’onorevole Barzanti che era di estrema sinistra. Con me c’erano altri giovani di diverse nazionalità.

Cosa facevate esattamente?

Facevamo gli emendamenti , i regolamenti e le direttive per il parlamento europeo negli anni ‘90. I politici dicevano quello che volevano e noi eravamo gli scriba che li traducevano in emendamenti giuridici. Poi ho fatto carriera universitaria sia in Francia che in Italia. Non sono un personaggio del mondo dello spettacolo come Philippe Daverio o Vittorio Sgarbi, o Beppe Grillo.

Lei è avvocato, assessore, scrittrice, è sempre in giro per il mondo. Come fa a conciliare tutto?

Perché ho un bravo marito. Ho un marito d’oro. È un uomo paziente che sa “domarmi”. Grazie al suo grande amore sono serena. Dormo pochissimo, dalle 3 alle 6 ore a notte e penso che ogni giorno sia un dono di Dio. Quando mi alzo sono già operativa. Ho mille idee e mio marito mi aiuta a trovare un po’ d’ordine. Mio marito è un uomo eccezionale. Ringrazio anche i miei genitori per avermi dato gli occhi filosofici per capire il mondo.

continua

Tiziana Sferruggia

redazione

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