L’Amministratore Delegato di Gesap, Giovanni Scalia, non ha dubbi: la Sicilia ha un esponenziale di crescita enorme e c’è spazio per crescere tutti senza per questo far soffrire gli altri “antagonisti”. Inevitabilmente, dunque, abbiamo chiesto all’Amministratore Delegato di parlarci anche della crisi di Birgi e nell’intervista al nostro giornale, Giovanni Scalia, ha anticipato la nascita di alcuni progetti senza tralasciare la lucida analisi di alcuni fenomeni nostrani che impediscono la crescita a 360% del nostro territorio. Laureato in ingegneria gestionale con 110 e lode, Master in Business Administration (MBA) con Borsa di Studio della Deloitte Consulting Spa alla Luiss Business School di Roma, Scalia, proviene da una famiglia leader nel settore della pelletteria con una catena di negozi nel palermitano. Ad appena 39 anni ha un curriculum di tutto rispetto. Dal 2012 è consigliere di Gesap, la società che gestisce il “Falcone Borsellino” mentre dal 2015 è presidente di Gh Palermo, società di handling dell’aeroporto di Palermo con oltre 300 dipendenti. Dal 2018 è amministratore delegato di Gesap, incarico riconfermato lo scorso 2 ottobre dopo quel piccolo terremoto societario in cui vennero azzerati i vertici, causato proprio dalle dimissioni del CdA composto dal già Amministratore Delegato, Giovanni Scalia, dai consiglieri Cleo Li Calzi e Domenico Cacciatore. Questo provocò la decadenza del “vecchio” presidente Tullio Giuffrè, sostituito subito da Francesco Randazzo. Alla prima assemblea dei soci, vennero riconfermati i ruoli di Scalia, Li Calzi e Cacciatore. Per il quinto anno consecutivo, i numeri dell’aeroporto di Punta Raisi registrano lusinghieri segni positivi con crescita costante del numero dei passeggeri e non solo. Scalia, recentemente, ha infatti dichiarato che la “crescita è dovuta anche al settore non aviation che ha visto incrementi del 10% sia nel rent a car che nel food and beverage e anche nella vendita al dettaglio”.
Amministratore Delegato Scalia, Gesap vola davvero. La crescita costante dell’aeroporto di Punta Raisi registra quasi 6 milioni di passeggeri in transito nell’aeroporto palermitano, numeri che fanno ben sperare per il futuro. Questa crescita è la conseguenza della crisi del “Vincenzo Florio” o è merito della capacità attrattiva che esercitate sulle compagnie aeree?
La crisi di Birgi che ci ha avvantaggiati è un po’ una leggenda metropolitana. Non c’è relazione fra la crescita di Gesap e dell’aeroporto di Palermo con le problematiche dell’aeroporto “Vincenzo Florio”. Anzi le dico che speriamo di continuare a crescere tutti insieme.
Ci spieghi perché non c’è relazione.
Per il semplice motivo che noi abbiamo una trentina di compagnie aeree. Il tema è che l’aeroporto di Palermo in quanto struttura è credibile. Nell’ultimo Convegno sugli aeroporti regionali siamo stati citati fra gli aeroporti più in crescita. Siamo una piccola eccellenza negli aeroporti regionali cioè fra quelli al di sotto dei 15 milioni di passeggeri. Consideri che la crescita del nostro aeroporto è stata portata non soltanto da Ryanair che era di fatto l’unica compagnia a Trapani, ma anche dalle altre compagnie. Non c’è relazione fra decrescita di Birgi e crescita di Palermo. Speriamo che continuiamo a crescere tutti insieme.
Dunque avere più compagnie è un vantaggio?
Sì, certo. Si cresce tutti insieme ed è un bene. Volotea 6 anni fa non volava e adesso fa quasi 1 milione di passeggeri. Le compagnie non ragionano a livello locale. Easy Jet, Volotea o Ryanair non è che dicono: metto i voli a Palermo o a Trapani? Ragionano su scala globale, soprattutto europea. Per esempio la Ryanair quest’anno ha chiuso 6 basi fra le quali Tenerife e Palma di Majorca.
Più volte Punta Raisi si è detta contraria alla fusione con Birgi. Avete semmai parlato di sinergie. Ci vuole spiegare cosa intende per sinergie?
La fusione fra i due aeroporti è tecnicamente impossibile. Non ce la faremmo economicamente. Palermo ha fatto l’anno scorso 4 milioni di euro di utili. Quest’anno sicuramente farà ancora di più ma deve però sostenere investimenti importanti. Nel prossimo quadriennio c’è un piano di investimenti di 90 milioni di euro. Il rifacimento del terminal, da solo, vale 40 milioni di euro. Siccome questi soldi che arrivano vanno investiti lì, non ci sono finanze per fare altre attività. Una fusione significherebbe per noi, il fallimento. Per le sinergie, le dico che ci siamo incontrati, ai tempi, con Paolo Angius, allora presidente Airgest e con il Direttore Generale, Michele Bufo. Partiamo dalla premessa che in realtà, nel mondo aeroportuale non c’è concorrenza. I gestori aeroportuali collaborano molto fra loro.
E in cosa è consistita questa eventuale collaborazione?
Per esempio i voli alternati.
Ovvero?
Prima tutti voli che atterravano a Palermo, se c’era brutto tempo, se ne andavano a Catania. Ovviamente questo per il passeggero era un disagio. Noi abbiamo suggerito alle compagnie aeree di atterrare a Birgi. In questi giorni di maltempo, ad esempio, un volo Ryan Air, ha atterrato al “Vincenzo Florio”. Poi abbiamo delle sinergie sul Rent Car.
Direttore Scalia, si è mai incontrato con il “nostro” presidente Airgest Salvatore Ombra?
No, ancora non ci siamo visti ma sicuramente ci incontreremo in qualche occasione.
Quali sono le previsioni per il 2020?
Quest’anno noi, per la prima volta nella storia, supereremo i 7 milioni contro il 6,6 milioni dell’anno scorso. Siamo in crescita ed è una crescita che continua ad essere creata fondamentalmente dai voli internazionali.
Quanto incide l’internazionale nella crescita del “Falcone Borsellino”?
L’internazionale cresce ogni mese, rispetto all’anno precedente del 20/30%. Si tratta di una crescita importante. Si tratta prevalentemente di turisti ed è un buon segno.
Perché?
Significa che abbiano un territorio attrattivo per l’estero e questo crea economia.
Da dove provengono questi turisti internazionali?
Consideri che nel picco della Summer, quest’anno abbiamo avuto 105 destinazioni di cui una ventina nazionali. Prevalentemente la fa da padrona l’Europa. Provengono dalla Francia, dalla Germania e dalla Gran Bretagna. Poi anche dalla Russia, dai Paesi dell’Est, dalla Polonia. L’anno prossimo prevediamo di crescere ancora e con lo stesso trend.
Ci vuol anticipare come?
La ciliegina sulla torta sarà il volo diretto Palermo-New York che inizierà a maggio e vi sarà un volo quotidiano.
Dunque sarà ripristinato il volo Palermo New York?
Sì, ed anche con qualcosa in più. Il “vecchio” volo lo faceva la compagnia aerea Meridiana con 4 rotte settimanali. Il nuovo, per New York, lo farà United che è la quarta compagnia aerea al mondo. Lo consideriamo un volo di apertura verso L’America anche perché loro hanno 130 coincidenze. Ci sarà un volo al giorno, dunque 7 rotte invece che 4 e soprattutto con aerei che hanno più di 200 posti di cui una settantina Business Class o di Premium Economy. La United prevede che il target dei loro passeggeri prevalentemente sia composto da americani.
Quali altri rotte sono previste?
Ci sarà un incremento di voli e aumenteranno le frequenze. Quest’inverno sono iniziate 4 nuove rotte verso Cracovia, Frankfurt Hahn, Tolosa e Bordeaux. E ci saranno anche l’anno prossimo. Ci sarà anche Vienna, Stoccarda per proseguire questo percorso di crescita.
Cambiamo argomento. Sono previste azioni per rafforzare i collegamenti fra l’aeroporto “Falcone Borsellino” e il Porto di Palermo?
Il vero tema secondo me importante per la Sicilia in generale, dal punto di vista del trasporto, è proprio l’accessibilità. Lunedì 11 dicembre è uscito un maxi progetto che riguarda i collegamenti fra Porto e aeroporto. Secondo me sarebbe una bellissima cosa ma non sono io poi quello che lo va a guidare. Visto da me, dall’esterno, però sarebbe una cosa eccellente.
Che progetto è?
È un progetto di cui si parla da tempo, ovvero del famoso passante diretto fra Porto e aeroporto. Giancarlo Cancellieri l’ha presentato lunedì. Credo che passerà però un bel po’ di tempo per fare 12 km di scalo.
Amministratore delegato, sta parlando del tunnel sottomarino lungo 12 km per collegare gli hub portuali e aeroportuali di Palermo bypassando la città per evitare il traffico? Mi pare che si tratti di un progetto da 1,2 miliardi e per realizzarlo si stima che ci vorranno almeno 5 anni.
Sì, certo. Noi però ci siamo visti con il Porto per parlare di un’altra importante sinergia. Calcoli però che non è inserito in questo Piano 20/23, ma in quello successivo. Vorremmo sviluppare un porticciolo nel mare antistante l’aeroporto. Oltre a fare un Parco a mare, molto bello, che realizzeremo già in questo quadriennio, svilupperemo un porticciolo ma è opportuno parlarsi col Porto e con gli esperti del settore per farsi dare dei suggerimenti. Vorremmo creare anche una sinergia con le navi da crociera.
Ci spieghi meglio, direttore Scalia.
In pratica il turista che arrivasse all’aeroporto di Palermo, salirebbe su un’imbarcazione che lo porterebbe a raggiungere il Porto di Palermo e potrebbe anche fare una mini crociera passando da Cefalù, Ustica e le Isole Eolie. Faremmo un accordo con le compagnie aeree che non venderebbero ad esempio un biglietto New York- Palermo ma New York-Ustica.
E New York-Egadi, no?
Anche Egadi perché no. Credo siano ad un’oretta di navigazione.
Lei ha parlato di passante Palermo-aeroporto ma il passante ferroviario che congiungerebbe anche la provincia orientale di Palermo con l’aeroporto, a che punto è? Molti residenti di quelle zone preferiscono andare all’aeroporto di Catania pur di non entrare nel ginepraio del traffico palermitano.
Palermo è uno dei pochi aeroporti in Italia ad avere la fortuna di avere una stazione ferroviaria al suo interno. Mentre in molti Paesi, come la Germania, è un valore enorme, A Palermo, a causa della rete ferroviaria che abbiamo, è un vantaggio limitato.
Cosa si potrebbe fare?
Si dovrebbero creare delle strutture ferroviarie che porterebbero a Trapani, Agrigento, Catania. E’ un enorme potenziale ma sfruttato a metà. Speriamo lo capiscano. E’ chiaro che chi arriva all’aeroporto di Palermo lo fa per girare la Sicilia, non per venire soltanto nel capoluogo. Arriva e magari va a Trapani e ad Agrigento.
Dai recenti dati però risulta che chi atterra a Palermo non viene a Trapani.
Questa è una parziale verità. Con un dato alla mano, nel 2018, è aumentata la presenza turistica a Trapani del 2%. L’internazionale, poi, è aumentato del 14,8%. Svizzeri e russi sono aumentati tantissimo a Trapani. Io dico che se ci fossero buone strade e treni più efficienti, un turista potrebbe atterrare a Palermo, girare tutta la Sicilia e ripartire da Comiso oppure da Trapani o magari da Catania. Ecco perché dico che c’è spazio per crescere tutti.
L’importante è essere attraenti come territorio, dunque?
Il potenziale della Sicilia è enorme. in tutta la Sicilia transitano 20 milioni di passeggeri con 5 o 6 milioni di abitanti. Ci sono regioni in cui il numero dei passeggeri, rispetto agli abitanti, è 6 o 7 volte. Penso a Cipro, a Creta, all’Irlanda.
In pratica, se un turista vuole visitare un luogo, Valle dei Templi, Parco di Selinunte, il Satiro di Mazara, non gli importa dove atterra ma come raggiungerli, no?
È proprio così. Bisognerebbe produrre un enorme piano di investimenti per velocizzare il tutto. Da Palermo, per arrivare a Trapani, in treno, ci vogliono 5 ore.
Torniamo a parlare del “Falcone Borsellino”. Perché è andata via da Punta Raisi la compagnia aerea Vueiling?
Non è in realtà andata via. Ha eliminato i voli per Roma e fa il volo per Barcellona e per Firenze. Hanno le basi operative a Barcellona. Non so se lo stop dei voli per Roma per Roma sarà però definitivo. E’ sospeso, questo sì.
Chi decide il prezzo dei biglietti, Scalia? Una società aeroportuale come ad esempio Gesap, ha il potere di calmierarli o di aumentarli?
Quello che possiamo fare noi è cercare quanto più possibile di attrarre compagnie. Ed è il lavoro che facciamo e che ha portato l’aeroporto di Palermo a passare dai 4 milioni di passeggeri agli attuali 7. E poi dobbiamo occuparci di fare i lavori necessari per la sicurezza nello scalo. E’ chiaro che se la compagnia decide di chiudere ed andarsene non possiamo far nulla. Noi possiamo assicurare che l’aereo atterri in sicurezza ma non decidiamo il prezzo del biglietto. Noi speriamo di mettere sempre più voli e dare così la possibilità al passeggero di scegliere quale sia conveniente. Come gestori aeroportuali non è un tema nostro, ecco. E’ chiaro che le compagnie aeree a Ferragosto o a Natale , dove c’è un incremento di arrivi e partenze, su qualunque tratta, aumentano un po’ i biglietti.
E’ la dura legge del marcato, Scalia?
Sì, è così. Però, rispetto a 7 anni fa, dove non c’erano tutte queste offerte, la situazione è molto migliorata. Adesso c’è più scelta, più opportunità. C’è spazio per tutti, le dico.
Tiziana Sferruggia