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In ventimila a Palermo per il corteo di Coldiretti. La protesta degli agricoltori contro i ritardi burocratici e l’immobilismo della Regione

Circa 20 mila agricoltori si sono ritrovati oggi a Palermo alla manifestazione indetta da Coldiretti Sicilia, che ha colorato di giallo il centro del capoluogo con un lungo corteo, partito da piazza Marina e conclusosi a piazza Indipendenza. L’iniziativa nasce per protestare contro il fallimento delle politiche agricole giovanili regionali, i ritardi burocratici, la mancanza di una strategia di sviluppo, la crisi dei comparti vitali tra cui la zootecnia, la cerealicoltura nonché il costo dell’acqua alle stelle. Emblematica, a riguardo, la vicenda dei finanziamenti del PSR: a fronte di 4600 istanze presentate nel 2017, nessun giovane ne ha finora potuto usufruire.

Sotto accusa il governo regionale guidato da Nello Musumeci e l’assessore al comparto Edy Bandiera, di cui sono state anche chieste le dimissioni. I vertici nazionali e regionali di Coldiretti hanno anche incontrato il presidente, rimanendo insoddisfatti delle sue risposte. “Durante l’incontro con Nello Musumeci – sottolinea il presidente nazionale Ettore Prandini – è emerso che devono passare anni per ottenere un cambiamento che riguardi la soluzione ai problemi della zootecnia, viabilità, al sistema irriguo. E questo credo non si possa assolutamente accettare perché significa confinare la Regione all’ultimo posto. Il punto è che se non si spendono i fondi europei in tempo, la Sicilia rischia di non averli più. Un paradosso perché questa isola ha bisogno di investimenti, di strade, di possibilità al pari del resto d’Italia. La Sicilia ha il diritto a non essere una regione di serie B. Se aspettiamo 15 anni non ci saranno più le imprese agricole”. Aggiunge il presidente regionale di Coldiretti Sicilia: “Vogliamo un confronto chiaro, aperto sui punti che abbiamo individuato come strategici primi tra tutti il finanziamento ai giovani. In queste ore leggiamo di finanziamenti nei vari comparti che solo grazie alla nostra manifestazione sono stati sbloccati ma un conto è dire e un altro è fare in tempi europei. Vogliamo risposte chiare e concrete nei prossimi giorni. Se così non fosse organizzeremo altre manifestazioni”.

A guidare le delegazioni trapanesi di Coldiretti, il presidente della Federazione provinciale Antonio Rallo. Numerose anche le presenza istituzionali della provincia alla manifestazione, tra cui l’assessore Rino Passalacqua, in rappresentanza del Comune di Marsala. A rappresentare il Comune di Petrosino c’erano invece il presidente del Consiglio comunale Davide Laudicina e il consigliere Sebastiano Paladino. “La nostra agricoltura”, affermano Laudicina e Paladino, “ha bisogno della linfa vitale dei nostri giovani, che devono essere messi nelle migliori condizioni per poter svolgere il proprio lavoro. Ribadiamo con forza il nostro sostegno a un settore vitale per il territorio petrosileno”. Sul palco di Palermo è salito anche Antonio Parrinello, in rappresentanza del gruppo dei giovani agricoltori di Marsala e Petrosino. La zona di Trapani è la più danneggiata di tutte. Le cooperative sociale ci pagano a 20-25 centesimi al chilo e non riusciamo nemmeno a coprire i costi di gestione. E’ una vergogna, tra qualche anno non ci sarà più nessuno a coltivare le nostre terre”.

“Oggi a Palermo – afferma il sindaco Giacomo Tranchida – la città di Trapani testimonia il sostegno ai giovani agricoltori e chiede al Governo regionale di cambiare passo”.

«Anche il Comune di Campobello – afferma il sindaco Giuseppe Castiglione – ha voluto far sentire la propria presenza a sostegno dei giovani agricoltori, una categoria molto importante per l’economia campobellese che necessita di risposte adeguate per poter avviare il necessario sviluppo del comparto».

Tra i partecipanti al corteo anche una delegazione di Anci Sicilia, guidata dal presidente Leoluca Orlando, sindaco di Palermo. “La crisi economica e la crisi dell’agricoltura non sono soltanto un problema che riguarda le imprese agricole anche se basterebbe questo per spiegare la mobilitazione di oggi – conclude il presidente Orlando – ma è anche una ragione profonda di spopolamento delle zone interne della Sicilia e di impoverimento complessivo della nostra Regione”.

redazione

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