Venerdì scorso ho imparato che Stilton non è solo il famoso Geronimo, personaggio (topo intellettuale) della serie di libri per ragazzi di Elisabetta Dami, bensì anche il nome di un formaggio inglese. È accaduto il 1 novembre 2019, nello scenario della splendida campagna tra Marsala e Trapani: ho vissuto una esperienza unica grazie alla iniziativa di Slow Food, condotta di Trapani, fiduciario Giuseppe Raineri, organizzata presso l’Agriturismo Vultaggio all’insegna della qualità dei formaggi. Col nome di “Cheese, naturale è possibile”, la serata, collegata alla XII edizione di Cheese, Fiera Mondiale del formaggio svoltasi dal 20 al 23 settembre 2019 a Bra (Cuneo), è stata finalizzata alla degustazione di formaggi provenienti da piccoli produttori che lavorano secondo pratiche tradizionali nelle malghe, i pascoli alpini in cui si tengono gli animali d’estate. Questa attività detta anche alpeggio, è fondata sulla lavorazione del latte in montagna nello stesso luogo in cui pascola il bestiame soprattutto bovini, effettuata spesso dagli stessi pastori (malgari o malghesi) nei mesi dell’anno da giugno a settembre. La malga è dotata di tutte le attrezzature e strutture, compresi i fabbricati per le varie fasi previste dalla tradizione casearia, perciò si realizza tutto lì.
Sei le specialità assaggiate provenienti da quattro regioni: il Formaggio del Maso di razza Rendena del Trentino Alto Adige, il Cuc di Mont del Friuli Venezia Giulia, il Monte Veronese di Malga del Veneto, il Castelmagno d’alpeggio del Piemonte e infine due formaggi inglesi il Cheddar artigianale del Somerset e lo Stichelton o Stilton, quello che mi ha fatto pensare allegramente al personaggio Geronimo. Franco Saccà, esperto Master sui formaggi, ha svolto il ruolo di relatore accompagnando la degustazione con la storia e la descrizione delle caratteristiche organolettiche dei formaggi, tutti ‘Presídi Slow Food’. In abbinamento i vini della Ditta Augustali di Alcamo, man mano descritti dall’enologo Vincenzo Bambina. Questo evento realizzato grazie a Slow Food ha contribuito a diffondere una importante realtà, e cioè che con questo tipo di attività agro-zootecnica effettuata nei luoghi montani, che peraltro ci ricorda poeticamente la transumanza decantata da Gabriele D’Annunzio, viene garantita non solo una sana crescita degli animali, alimentati in modo naturale e non con insilati e mangimi che contengano OGM, ma anche una qualità della produzione scevra di additivi chimici, spesso artificiosi se non addirittura nocivi alla salute dell’uomo, che spesso sono utilizzati nelle industrie dei prodotti in commercio. È un invito alla naturalezza e a riflettere sul motto di una di queste malghe che recita così “Vacche felici, formaggi sani e gustosi”.
Maria Grazia Sessa