Tanti cittadini marsalesi si sono visti recapitare nei giorni scorsi – e altri avranno la stessa sorpresa nei giorni a venire – da parte del Settore Servizi Pubblici e in modo particolare dall’Ufficio Acquedotto del Comune, contestazioni per bollette non pagate negli anni trascorsi. Per la verità, così come abbiamo avuto modo di approfondire, si tratta non solo di morosità totali, ma anche di morosità parziali che devono essere dimostrate presentando apposita ricevuta di pagamento all’Ufficio che si trova in contrada Amabilina.
“Ho ricevuto – ci scrive il nostro lettore S. G. – un avviso di contestazione di pagamento non effettuato nell’anno 2016. Da una ricerca casalingaho potuto rintracciare il bollettino del versamento effettuato e qui comincia la prima parte della mia avventura. Mi sono recato in contrada Amabilina, naturalmente con il mio mezzo ed io non sono più giovanissimo, per dimostrare che si erano sbagliati. Alle ore 9 ho ritirato il numero progressivo che per quanto mi riguarda era il 74. Già sul posto però, alcuni impiegati mi hanno detto che in quella mattinata non avrebbero smaltito tutto il lavoro di ricevimento di quanti avevano il numero prima del mio. Ora io mi chiedo: è mai possibile che il Comune di Marsala scarichi tutto sui cittadini che devono dimostrare l’avvenuto pagamento? Io ho la bolletta e sono tra i fortunati che sono riusciti a trovarla. Ma erano in tanti in attesa inferociti ad affermare di avere pagato la tassa che gli è stata contestata e di non riuscire a trovare il bollettino dell’avvenuto pagamento. A quanto pare – ci racconta ancora – neanche i sofisticati mezzi del Comune riescono ad individuare correttamente i pagamenti effettuati, visto che nel mio caso, ma non sarò certamente il solo, mi si contestano versamenti che ho fatto e che il Comune ha incassato”.
Mail di questo tenore continuano a giungere, unitamente a telefonate di protesta, alla nostra redazione. Devono averlo capito al Comune di Marsala visto che hanno raddoppiato il termine per adempiere alla diffida di pagamento per presunta morosità portandolo dai canonici 30 giorni a 60. Rimane però aperta la questione di cercare di capire come mai, a cittadini che parzialmente o totalmente hanno provveduto ai pagamenti delle bollette, sono arrivate o arriveranno contestazioni. Per comprendere meglio, abbiamo interpellato l’assessore all’Acquedotto del Comune. “Pur tra tante difficoltà – ci ha detto Salvatore Accardi -, stiamo cercando di mettere ordine nel settore, visto che non si inviavano lettere di morosità da diversi anni. Comprendiamo che tra le migliaia di avvisi, ce ne possano essere alcuni sbagliati e per questo abbiamo attivato i nostri uffici che ricevono quanti hanno da dimostrare che la contestazione a loro arrivata non risulta esatta. Per cercare di snellire il lavoro ed evitare lunghe file abbiamo prorogato il termine per adempiere alla diffida di pagamento. D’altronde se non avessimo iniziato, avremmo accumulato ancora altro ritardo rischiando di dovere intervenire in futuro con problematiche sempre maggiori”.