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Nicola Fici: “Disponibile a fare il sindaco, alternativo a Di Girolamo”

Il suo nome è tra quelli che girano maggiormente nei palazzi della politica in questi mesi. Eppure, Nicola Fici ha preferito evitare la sovraesposizione mediatica, come già aveva fatto nel 2015 quando – reduce dalla sua prima esperienza consiliare e dalle primarie vinte al fianco di Alberto Di Girolamo – decise di non ricandidarsi a Sala delle Lapidi.

Cosa c’è di vero sulle voci che la vedono in corsa per la prossima primavera?

C’è di vero che ho dato la mia disponibilità a rappresentare un gruppo che possa unire la città. Ritengo che bisogna guardare al di là degli steccati e delle ideologie, puntando su un progetto civico trasversale, che abbracci mondi e provenienze diverse. Saranno poi il programma e la visione della città a fare da amalgama. Sono convinto che ciò consentirebbe di avere interlocuzioni autorevoli con le istituzioni regionali e nazionali e rappresenterebbe la ricetta vincente per risollevare la città.

Il suo è un progetto alternativo a quello dell’attuale Amministrazione Di Girolamo?

Sì, è un progetto alternativo. Alberto Di Girolamo ha fallito da un punto di vista politico, soprattutto perché non è riuscito a favorire il rinnovamento della classe dirigente. In campagna elettorale, proprio su questo aspetto, aveva suscitato grande entusiasmo nella società civile. Poi quest’entusiasmo è svanito, come dimostra la rottura con un consigliere comunale come Daniele Nuccio, che ha dimostrato di saper fare politica rispettando le istituzioni e l’interesse collettivo.

Di fatto, il suo progetto sembra simile a quello di Giacomo Tranchida a Trapani…

Credo che il progetto civico di Giacomo Tranchida potrebbe essere riproposto per le prossime amministrative a Marsala se c’è la capacità da parte di ogni soggetto politico di mettere da parte i conflitti del passato e guardare al futuro con forza e coraggio.

Pd e M5S sono al governo assieme e in Umbria sperimenteranno una prima alleanza elettorale. I pentastellati potrebbero essere suoi interlocutori?

Secondo me il Pd nazionale ha perso la sua identità rimanendo schiacciato su tatticismi politici e lasciando a Lega e M5S il rapporto con i cittadini. Ciò fa sì che adesso sia costretto a cercare un rapporto con i pentastellati. Io penso che, soprattutto, occorra riprendere il rapporto con le persone, anche qui a Marsala.

Ma lei resta comunque un uomo del Pd?

Il Pd e il centrosinistra rappresentano il mondo da cui provengo. E’ chiaro però che la città ha bisogno che si faccia rete e sintesi tra chi ha voglia di fare cadere gli steccati e i personalismi per un progetto comune di sviluppo.

Cosa serve a Marsala?

Serve rimettere al centro della discussione le questioni più importanti: porto, aeroporto e identità turistica che Marsala e la provincia di Trapani devono darsi, una volta per tutte. Per quanto riguarda il porto, è arrivato il momento di togliere le riserve e capire se ci sono davvero le condizioni per fare partire il progetto privato della Myr. Il progetto pubblico, invece, deve tornare al centro degli interessi della città, non può essere terreno di scontro. Se al Comune di Marsala non ci sono le competenze, la stazione appaltante torni alla Regione. Ai tempi dell’Amministrazione Adamo, ricordo che in città si diceva che i soldi non ci sarebbero mai stati. Ora è stato dimostrato che i soldi c’erano e ci sono, come dimostra quanto hanno saputo fare a Favignana e Marettimo. Per quanto riguarda il Distretto Turistico, pare che il sindaco di Marsala non stia mantenendo gli impegni presi. Vero è che Ombra sta facendo bene all’Airgest, ma ricordiamo che sul co-marketing e gli aiuti di Stato serve cautela. Se poi non riusciamo a creare un brand turistico forte con il Distretto, nel giro di qualche anno rischiamo di tornare alla situazione della scorsa estate, quando l’aeroporto era davvero sul punto di chiudere.

A proposito di brand, quello della città di Marsala è strettamente legato al mondo del vino. Lei che opera in questo settore, ritiene che la politica dovrebbe restare neutrale – come in qualche occasione ha detto anche il sindaco – o dovrebbe essere maggiormente interventista?

Se vogliamo ricreare l’identità di Marsala, non si può restare neutrali su uno dei prodotti centrali nell’economia e nella storia della città. Il problema del vino Marsala è frutto dei tempi che viviamo, ma direi che il lavoro iniziato dal notaio Salvatore Lombardo in questi mesi può essere un ottimo punto di partenza. Il Marsala non può non avere un Consorzio.

Servizi e decoro urbano sono tra i temi che maggiormente toccano la sensibilità dei marsalesi. Lei cosa farebbe?

Sui rifiuti sono dell’avviso che bisognerebbe mettere pienamente in atto ciò che era oggetto dell’appalto, a partire dalle isole ecologiche fisse e mobili. Quella del Salato, da sola, non può bastare. Servirebbe inoltre introdurre una maggiore premialità per le compostiere e, in generale, per chi è virtuoso e differenzia bene i rifiuti.

Vista la sua giovane età, non possiamo non chiederle cosa pensa dell’emigrazione giovanile, che sta svuotando Marsala delle sue migliori energie senza creare le condizioni per un loro ritorno…

E’ un grosso e grave problema, che riguarda tutto il Sud. Occorre creare opportunità di lavoro e per questo serve un maggiore confronto con le nuove generazioni. Ad esempio, mettendo spazi pubblici a disposizione dei giovani, corredandoli, però, di servizi adeguati. Altrimenti finisce come con il progetto dei chioschi che dovevano sorgere al Parco di Salinella…E poi bisognerebbe cercare maggiori sinergie tra pubblico e privato.

Vincenzo Figlioli

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