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Catania a tutto campo: “A Partanna prepariamo i nuovi talenti. E sui rifiuti dico che c’è un sistema criminogeno”

Da 16 anni amministratore della città che più volte egli stesso ha definito “europea”, Nicola Catania è stato fino a qualche settimana fa il presidente dell’Assemblea del Consorzio trapanese per la Legalità e lo Sviluppo.  Da sempre al centro di iniziative che gli sono valse ampi riconoscimenti, Catania fa un bilancio sul ruolo svolto passando per lo scottante tema della spazzatura, gli eventi dell’appena trascorsa estate fino ad arrivare a quello che lui considera il fiore all’occhiello di tutta la lunga carriera politica: il G55, un centro tecnologico  famoso nel mondo (anche la rivista Forbes ne ha parlato) dove si coltivano giovani talenti.

Sindaco Nicola Catania, un bilancio sul suo triennale mandato che l’ha vista presidente dell’Assemblea Consorzio trapanese per la Legalità e lo Sviluppo.

E’ stata e continua ad essere, una grande opportunità, ma il tutto è commisurato sulla base delle risorse finanziarie messe a disposizione. Nono stante tutto, laddove sono arrivate, siamo stati in grado di dargli un indirizzo ben preciso. Soprattutto, durante il mio mandato, abbiamo creato momenti educativi rivolti alle giovani generazioni. Sono un fermo assertore del fatto che far crescere culturalmente i giovani rispetto ad altre tematiche non soltanto nozionistiche apprese a scuola, li doti di una consapevolezza che permette loro di crescere liberi da qualsivoglia contaminazione e devianza illegale purtroppo presente nel nostro territorio. La libertà è costruita proprio sulla conoscenza. Ogni anno, come assemblea, abbiamo dato degli indirizzi al CdA, composto, come sapete, dalla Prefettura, da un giudice e dal presidente del tribunale di Trapani. In seguito venivano elaborati i bandi che tenevano molto in considerazione le tematiche di indirizzo che avevamo fornito. Il Consorzio ha, come dicevo, delle grandi potenzialità.

Sindaco, la prima cosa bella che le viene in mente del lavoro svolto in questi anni.

Restituire spazi di marginalità per noi è stato importante. Parlo di Paceco con il giardino della legalità, parlo del campetto di calcio a Marsala o la creazione di murales intelligenti.  Parlo di luoghi fisici dove questi principi si concretizzano. Questo ha creato momenti di coinvolgimento molto significativi e tutti con un unico obiettivo: creare cultura e senso di legalità.

Si ritiene soddisfatto di quanto è stato fatto in questi anni?

Sono stato particolarmente onorato del fatto che, nonostante non fosse previsto dallo statuto, sono stato riconfermato per tre anni consecutivi. Gli altri sindaci sono stati sempre magnanimi nei miei confronti, mettiamola così.

E adesso andiamo alla questione più spinosa. Lei e il sindaco di Marsala Di Girolamo, siete presidenti, rispettivamente, delle SRR “Trapani Sud” e “Trapani Nord”. L’emergenza rifiuti è sempre dietro l’angolo in provincia?

Secondo me non possiamo restare legati ad una ditta privata che dice tutto e il contrario di tutto e dunque dipendere dalla sua volontà. Dobbiamo avere la capacità di guardare più lontano e su questo il sindaco Di Girolamo concorda con me.  Abbiamo approvato per la prima volta in assoluto delle linee guida uguali tanto a Trapani Nord quanto a Trapani Sud che sostanzialmente hanno anticipato la riforma regionale.

Ci spieghi meglio.

Abbiamo previsto nel breve, nel medio e nel lungo termine quella che deve essere la gestione dei rifiuti guardando all’aspetto di carattere pubblico, alle discariche pubbliche, e stiamo attivando un percorso virtuoso. Stiamo ragionando sulla riapertura del Polo Tecnologico di Castelvetrano che nell’immediato ci potrà aiutare almeno per i primi 8 mesi. Stiamo vedendo dei progetti insieme ai tecnici delle due SRR per Calatafimi Segesta che è un finanziamento già accantonato e stiamo lavorando in prospettiva per la discarica di Campobello di Mazara. Stiamo lavorando perché non si debba verificare l’ennesima emergenza ambientale. Ed uscire dalle grinfie del gestore privato perché, secondo me, certi meccanismi, lasciano molto da pensare.

Ovvero?

Non aver guardato nel passato ad un sistema organico pubblico, secondo me, lascia immaginare, e mi assumo la responsabilità di quanto dico, che dietro ci sia un sistema criminogeno anche perché il settore è molto appetitoso. Noi abbiamo il dovere di evitare che i cittadini paghino tasse rifiuti troppo esose, anche perché, le ricordo che portiamo ancora i nostri rifiuti a Catania. Dobbiamo creare dunque un processo virtuoso che faccia risparmiare i cittadini ed impegnarli di più nella differenziata. A Partanna siamo all’82% della differenziata e sto parlando di cifre reali. Ecco perché il mio impegno è far pagare meno tasse a chi è virtuoso.

Chi vi aiuterà in questo?

Sono contrario allo spreco di tempo di denaro e così abbiamo individuato nella Trapani Servizi, che già esiste, l’ente gestore che può aiutarci in questa nostra strategia. La Trapani Servizi deve aprire per forza con le quote sociali perché non può esserne proprietario un solo comune per legge.  Anche il Comune di Trapani si è detto disponibile e stiamo lavorando tenendo conto della prospettiva e con intelligenza, guardando non soltanto l’emergenza ma alla non creazione dell’emergenza. Credo e spero che il modello Trapani possa essere esportato nelle altre province.

In sostanza cosa farà la Trapani servizi, la società di gestione rifiuti per la città di Trapani?

Dovrà gestire per noi una campagna mobile per l’organico portato al polo tecnologico di Castelvetrano che, le anticipo, sto lavorando per riacquistare. Come sapete è in mano ai procuratori fallimentari ed è soggetto all’acquisto dei privati. Stiamo lottando perchè questo non succeda, unitamente alla Provincia, al Prefetto e alle altre istituzioni.

Con Sicilfert cosa è accaduto secondo lei?

Sicilfert è vittima di un modus operandi adottato che nel tempo, alle pubbliche istituzioni, non è più piaciuto sia per la troppa attenzione che ha provocato che per l’altalena di affermazioni spesso contraddittorie che ha fatto. Per farle un esempio, ha detto cifre, in termini di peso nel conferimento che poi ha smentito, per non parlare delle prescrizioni che diceva di avere e che invece non era vero. Ecco perché dobbiamo renderci autonomi e poi, con il privato Sicilfert, laddove ce ne fosse bisogno, trovare un punto di convergenza e di concorrenza per non avere più il coltello alla gola.

Sicilfert è finita nei guai soprattutto per via dell’inquinamento, del percolato che inquinava le falde acquifere circostanti, no?

Sì, certo, so che è così. Prima l’hanno sequestrata e poi dissequestrata, poi la faccenda delle prescrizioni, ecc, ma pensavamo che si potesse risolvere ed invece no.

Di Partanna si parla spesso anche a proposito della manifestazioni estive, tradizionalmente molto ricche di proposte. Recentemente sono stati anche espressi dubbi sulle procedure amministrative seguite. Qual è la logica con cui ogni anno organizzate il vostro calendario di eventi?

Riguardo una recente inchiesta giornalistica sulle manifestazioni estive ho già pubblicato la mia replica che ha smontato punto per punto le affermazioni fatte contro di me. In generale, mi meraviglio della meraviglia. Sa come si ottengono questi risultati? C’è da lavorare e basta. C’è chi pensa ad andare in vacanza e c’è chi decide di restare a lavorare come faccio io. E’ una scelta. Non vado al mare da 16 anni, da quando sono amministratore di questa città. Io non accompagno la mia famiglia in spiaggia e non ricordo nemmeno come sono fatte la sabbia e l’acqua del mare. E ogni sera, vado agli spettacoli, dopo aver lavorato tutto il giorno per quello spettacolo. Dovreste chiedere a chi non fa niente, semmai. Le dico che noi facciamo tutto “in house” con gli impiegati comunali perché preferiamo non affidare a società esterne l’organizzazione.  I miei collaboratori che sanno cos’è la SIAE, un botteghino, cos’è un palcoscenico, un backstage, questo è il segreto. In questi anni ho fatto scuola e quindi sanno cosa fare. Ogni anno partecipiamo ad un concorso che la Regione bandisce e ci classifichiamo con un punteggio alto perché è da più di 3 anni che svolgiamo questo tipo di eventi a Partanna. E così ogni anno la Regione ci finanzia.

Torniano alla delicata tematica dei fondi per il terremoto del Belice, di cui nel gennaio dell’anno scorso si è celebrato il cinquantesimo anniversario. Qual è lo stato dell’arte?

Guardi, le dico che questa alternanza di governi non ci ha avvantaggiati. Le dico pure che l’ex ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, non ha mai risposto alla mia richiesta di un tavolo per discutere. Devo dire che il nuovo sottosegretario, Giancarlo Cancellieri, siciliano come noi, l’ho visto più motivato. L’ho “minacciato” in verità di diventare il suo stalker, di chiamarlo cioè continuamente fino a quando non avrò ottenuto la giusta attenzione. Non so cosa farmene delle passerelle nelle commemorazioni. Cancellieri in verità ha promesso che se ne sarebbe occupato e mi ha promesso che avrebbe convocato un tavolo tecnico durante il corso di questa legge di stabilità.

Progetti per il futuro, sindaco?

Il futuro è già qui, da noi, a Partanna e si chiama G55, un know how che stiamo esportando come modello virtuoso.  A Partanna non facciamo solo feste ma coltiviamo e prepariamo intelligenze, menti eccelse che si faranno valere nel futuro.

Vuol parlarci di questo G55 di cui lei, sindaco, è tanto orgoglioso?

G55 è la struttura che noi abbiamo adibito alle nuove tecnologie, alla New Economy. Si tratta del primo co working pubblico in Italia. Prepariamo i bambini ad usare la tecnologia, prepariamo le start up. Siamo stati contattati dalla Silicon Valley per formare i ragazzi, ne vogliono circa 300, che lavorino da qui, da Partanna, senza spostarsi, con un contratto a tempo indeterminato con 5,6 mila dollari al mese. Ha parlato di noi il giornale americano “Forbes” e di noi si sono occupati altri giornali internazionali premiando il nostro sistema.  Ecco, questo è un sistema per non far partire cervelli e spopolare le città. Qui non abbiamo industrie e questo benedetto turismo ancora non parte. Ci siamo inventati un sistema che consenta di lavorare tramite internet stando nel proprio paese e guadagnare bene.  E’ possibile fare un’inversione di tendenza e impedire la fuga dei cervelli. Come vede, basta, e non è poco, avere una visione a lunga gittata e non fermarsi mai alle prime difficoltà.

Tiziana Sferruggia

redazione

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Tags: Nicola Catania