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In classe

Noi siamo per una scuola quanto più laica possibile.

Lo abbiamo scritto e, per quello che serve, abbiamo detto anche che siamo anche per una società laica che permetta a tutte le culture di esprimersi. Abbiamo scritto iniziando così queste nostre note perché periodicamente spunta fuori la storia del crocifisso nelle classi. Siamo stati anche noi studenti, ormai in tempi preistorici, e non ci ricordiamo battaglie per togliere il crocifisso. Lì era, con accanto la foto del presidente della repubblica di turno, e lì restava. Nel dibattito si sono catapultati tutti: quelli in difesa del simbolo religioso in aula, (la maggioranza dei politici che evidentemente sospettano che il loro elettorato sia credente…) e quelli che forse atei militanti criticano il simbolo religioso appeso. Ad intervenire sono stati come sempre vescovi e politici. Noi abbiamo fatto, seppur sommaria, una ricerca: ma qualcuno ha chiesto a un maestro, ad un uomo o una donna di scuola cosa ne pensano? Il problema sarebbe quello di mettersi nei panni degli studenti. L’aula non è uno spazio casuale per un allievo ma è la sua seconda casa: non è nostra questa espressione ma di Maria Montessori.

Un fiore, una mappa del mondo, gli articoli della Costituzione appesi, un calendario con i piatti di ricette culinarie, come affermato dal neo ministro alla pubblica Istruzione Lorenzo Fioramonti, al posto di un crocifisso lasciano il tempo che trovano (per quanto il calendario delle ricette…). Secondo noi devono avere un valore, non possono essere un suppellettile. E allora chiediamoci: ha senso appendere una croce se a quel crocifisso nessuno rivolge uno sguardo, una parola? Ha senso appendere la foto di Mattarella se poi i bambini pensano che il presidente della Repubblica sia Salvini o Di Maio? Meglio, spiegare agli alunni il significato mistico della croce e quello più laico della divisione dei poteri e dei personaggi che in quel momento occupano i posti di governo. Per caso abbiamo visto in una classe lo scorso anno un calendario- almanacco interculturale che indicava le festività religiose e le ricorrenze civili di diverse culture, insieme alle ricette del mondo (e qui…). In un’aula va dato senso e valore a ciò che si appende, che sia una croce o un calendario.

Gaspare De Blasi

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