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Dionisiache di Segesta, il programma del fine settimana, tra musica, teatro ed editoria

Prosegue il programma delle Dionisiache, la rassegna culturale che si sta tenendo presso il Teatro del Parco Archeologico di Segesta. Da venerdì 23 a domenica 25, andrà in scena la commedia plautina Trinummus (Le Tre Monete) con la regia di Domenico Pantano e interpretata da Marco Prosperini, Orazio Alba, Veronica Baleani, Maria Lauria, Paolo Ricchi, Krzysztof Burzacky Bogucky, Vittorio Chia Considerata vicina alla produzione di Terenzio, propone un certo moralismo, elemento notoriamente inconsueto nei testi di Plauto.
Venerdì 23, alle 22, Kate Worker (voce) e Riccardo Randisi (piano) porteranno in scena sulla collina del tempio Broadway 2.0, spettacolo che intende rendere un sentito omaggio alla tradizione del musical attraverso la riproposizione di alcuni dei brani più rievocativi della tradizione americana, proposti attraverso l’esecuzione di arrangiamenti originali targati nei quali affiorano e si amalgamano perfettamente sia la conoscenza jazzistica di Randisi che la visione musicale trasversale ed europea della Worker. Con loro anche Marco Zammuto al contrabbasso,  Fabrizio Giambanco alla batteria, Davide Rizzuto al sassofono.

Domenico Pantano


Per il ciclo “conversazioni d’autore” sabato 24, alle 21.30, sulla collina del tempio, il giornalista e per anni corrispondente de la Repubblica Alberto Stabile, dialogherà con la giornalista Jana Cardinale su “Medio Oriente in fiamme: dallo Yemen al Golfo persico, dalla Libia all’Iran con 12 milioni di persone in fuga dai conflitti”. Introduce Rossella Giglio, direttore del Parco archeologico di Segesta.
Sempre nel programma del Calatafimi Segesta festival Dionisiache 2019 arriva “Music from Myths” sabato 24 agosto, alle 22.30, sulla collina del tempio, composizione e produttore Salvo Ferrara. Con Salvo Ferrara, piano-synths, Fabio Ferrara, 1° violino, Pippo Di Chiara     2° violino e tastiere, Gaspare D’Amato, viola, Andrea Rigano, violoncello, Agostino Cirrito, sax, akay ewi, e Cristiano Nasta, live set-up programming e sound. Ingresso libero. Il concept è incentrato sul tema del rapporto fra suoni e mitologia, fra percezione uditiva e suggestione visiva. La composizione estende il concetto di classicità avvalendosi di un approccio creativo aperto alle moderne tecnologie di audio produzione. Il suono che ne scaturisce rappresenta il segno peculiare della “laicizzazione” dell’ispirazione classica dell’autore: se l’impronta, nella sua cellula compositiva, è chiaramente orchestrale, in effetti il suo sviluppo viene sostenuto da inconsuete soluzioni timbriche e ritmiche nelle quali arpeggiatori di stampo ambient si sovrappongono a freseggi dettati dagli archi, pads dal sapore “cinematic” fanno da sfondo a larghe melodie cantate dall’ewi (electronic wind instrument), matrici pianistiche, minimaliste si animano grazie all’apporto di drum machines.
L’ultima notte bianca è in programma tra sabato 24 e domenica 25 del Calatafimi Segesta festival Dionisiache 2019, con Pietro Adragna, 31 anni, di Erice, fisarmonicista italiano, concertista di livello internazionale, proclamato campione del mondo di fisarmonica nel 2009 e nel 2011.

Pietro Adragna


Iaia Forte sarà invece protagonista, domenica 25 agosto, dell’ultima alba della rassegna, con “Penelope”,  per la regia di Giuseppe Argirò. Liberamente ispirato all’Odissea di Omero, lo spettacolo di portata affabulatoria che si radica nell’impegno civile, è un viaggio ironico e struggente attraverso i luoghi visitati da Ulisse e raccontati dalla voce femminile di Penelope, che con abile trasformismo vocale, veste i panni dei personaggi coinvolgendo gli spettatori nel gioco teatrale delle diverse metamorfosi., nella parola e nel teatro, l’unica forma di rappresentazione possibile”.
Domenica sera, alle ore 21.30, andrà in scena “L’osso che canta in Sicilia”, una fiaba di magia tra oralità e scrittura. Si tratta di una conferenza spettacolo ideata da Sergio Bonanzinga (Università degli Studi di Palermo), con la partecipazione di Francesca Chimento, Barbara Crescimanno e Michele Piccione. Introduce Rossella Giglio, direttore del Parco archeologico di Segesta. Con il titolo convenzionale “L’osso che canta” si usa indicare una fiaba di magia diffusa in tutta l’area europea. Nel corso della conferenza-spettacolo verranno letti e drammatizzati i testi del cuntu attestati nella letteratura folklorica ed etnomusicologica (Gonzembach, Pitrè, Grisanti e Favara) e mostrati i filmati di alcuni fra più significativi esempi rilevati nella tradizione orale contemporanea.
redazione

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