Sono incinta. Ho aspettato sette lunghi mesi per poterlo finalmente dire. Sono incinta, aspetto un bimbo. Mi sento stanca, appesantita e dolorante, ma stiamo bene. Almeno per ora.
Sono incinta. Ho speso tanti soldi in test di gravidanza, ogni mese, vedendo ogni volta svanire le mie speranze in un bastoncino di plastica che buttavo con rabbia dentro la spazzatura.
Per tutto questo tempo ho pensato a tutte quelle famiglie che non riescono ad esultare per un test positivo. Ho pensato a quelle attese, a quei tre minuti che sembrano ore, a quella seconda linea rosa che non spunta. E tu la guardi e la riguardi, anche a distanza di ore. Come se il risultato potesse cambiare con il tempo.
Ho pensato a tutte quelle donne che si sentono in colpa perché non riescono a regalare un fratellino al primogenito. Ho pensato a tutti quegli uomini che non hanno la gioia di sentirsi chiamare “papà”.
Non sono pensieri che si dovrebbero fare in gravidanza, soprattutto quando l’ormone è già impazzito e le lacrime scendono giù facilmente.
Sono incinta. Ero felice prima e lo sono adesso. Perché noi una bimba l’avevamo già, e presto, se tutto andrà bene, ne avremo due.
Il mio corpo grida “letto”, ma il mio cuore è colmo di gioia. È un po’ come quando è il giorno del tuo compleanno, tu lavori, sei in spiaggia, cucini e nel frattempo, di tanto in tanto, pensi “oggi è il mio compleanno, che bello”.
Quindi presto ricominciamo con i pannolini, le ore perse di sonno, le visite post parto, i cambiamenti di umore, le corse verso il bagno perché non riesci a trattenere la pipì.
No, non mi manca tutto questo. So che è difficile e che lo sarà di più, per tanti motivi. Ma alla fine mi dà una enorme consolazione regalare a Chiara un compagno di giochi, un punto di riferimento, un complice, un amico per la vita. Anche quando io non ci sarò più.
Ho mille dubbi, tante paranoie, molte preoccupazioni, ma forse è normale. Un’unica certezza. Tutto quello che ho promesso a Chiara, lo prometto alla lenticchia che vive dentro di me, con la consapevolezza, questa volta, che posso farcela, che posso essere una buona mamma o che almeno mi sforzerò di esserlo a tutti i costi. Per tutti due.
Così ad entrambi prometto che darò tutto l’amore che ho, che vi coccolerò e rimproverò quando sbaglierete. Che vi leggerò le favole ed insieme immagineremo i finali alternativi. Che vi insegnerò l’inglese e vostro padre vi insegnerà a giocare a calcio. Che crescerò con voi e con voi commetterò tanti errori. Che avremo tante difficoltà, ma anche tante soluzioni. Che ce la faremo, sempre. Che vi porterò a sentire l’odore del mare e ad andare sott’acqua, così capirete come si sentono i pesci a nuotare nel blu. Che vi insegnerò che gli scarafaggi non sono brutti e con voi, forse, supererò la mia paura o farò finta di essere coraggiosa. Che guarderemo Peppa Pig, ma anche la Carica dei 101, Nemo e Cattivissimo me. Ed insieme reciteremo le battute a memoria. Che vi dirò che i film a lieto fine sono belli, ma la vita non funziona sempre così. Che l’amore vi farà stare tante volte male, ma alla fine sarà quello a rendervi felice. Che la famiglia, i nonni, le sorelle ed i fratelli, gli amici sono il bene più prezioso. Che nella vostra vita dovrete imparare a confrontarvi con tutti, con il panettiere che vi vende la brioche la mattina e con l’impiegato in banca che vi scambia gli assegni. E a tutti dovrete portare rispetto e pretenderlo. Che chiedere scusa a volte è difficile, ma spesso è doveroso. Che piangere fa bene e non è mai una cosa da femminucce. Che gli animali sono belli e dovrete rispettarli. E magari un giorno ne avremo uno. Che l’insalata si condisce prima con il sale, poi con l’aceto e solo alla fine con l’olio. E vi racconterò di tutte le persone a cui voglio un bene dell’anima, anche se non ci sono più.
Noi quattro insieme saremo una forza della natura.
Dunque questo è quello che prometto. Nè soldi, nè giocattoli, nè vestitini. Ma amore. Il più grande, ingenuo, amore puro.
Ad entrambi, la cosa più bella che la vita potesse regalarmi.
Michela Albertini