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Scavi, progetti e fruizione: il punto sul Parco Lilybeo

Doveva essere incentrata sulla presentazione del progetto Archeologia Solidale, la conferenza stampa tenutasi ieri mattina nella casa del tiro a segno del Parco Lilybeo. In realtà, l’incontro tra i vertici dell’ente, le istituzioni cittadine e i giornalisti si è trasformata in un’occasione per fare il punto sul prezioso sito culturale marsalese, ormai dotato di autonomia economica e gestionale, dopo gli anni trascorsi sotto la direzione del Polo Regionale di Trapani.

A dare argomenti ai taccuini dei giornalisti, la contemporanea presenza del direttore uscente Luigi Biondo e del neo dirigente Enrico Caruso, figure di innegabile competenza, ma animate da una visione diversa dello sviluppo del Parco, come testimoniato dalle parole con cui il neo direttore ha dato il via alla conferenza stampa. Nelle loro parole il senso di un passaggio di consegne che ormai è nei fatti. “Da quando Lina Di Stefano è andata via, non si è più lavorato come si doveva in un sito così importante, al di là di alcune scoperte che comunque sono state fatte”, ha affermato Caruso, aggiungendo che “Lilybeo è stata trascurata, a beneficio di Selinunte e di altri siti”. “Incrementeremo le ricerche, perché senza ricerche il Parco non motivo di esistere. Faremo in modo che Marsala diventi sempre più un punto di riferimento”. Per raggiungere questo obiettivo, Caruso punta con convinzione su Santa Maria della Grotta: “Il mio cuore è lì. Ho ottenuto un piccolo finanziamento per rifare la recinzione ed evitare che la gente si infili là dentro per vandalizzare la struttura, come purtroppo è già successo”. In passato, il neo direttore aveva messo a punto un progetto di recupero del Complesso per cui serviranno 5 milioni di euro. “Speriamo che ce lo finanzino. Se così sarà, Lilybeo non avrà nulla da invidiare a Siracusa”.

Il direttore uscente Luigi Biondo, ha parlato di “un passaggio di consegne molto sereno”, tracciando un bilancio positivo della sua esperienza a Marsala: “Sono contento dei progetti iniziati, continuati e finiti in questi anni”. Uno tra i più importanti è la riapertura del Decumano Massimo (Plateia Aelia) dal viale Vittorio Veneto, che restituisce ai marsalesi la loro storica “passeggiata” da Porta Nuova al Ferro di Cavallo, in seguito alla convenzione stipulata tra il Comune e il Polo regionale di Trapani. “Un anello che congiungeva la città al mare e che per un po’ di tempo era stato spezzato”. Biondo si è inoltre dichiarato orgoglioso della convenzione con l’Università di Ginevra, che si è concretizzata in una serie di campagne di scavi. La terza, attualmente in corso, si sta sviluppando attorno all’Insula Nona, in cui l’archeologa Alessia Mistretta (che ha definito Lilybeo “una città unica”) ipotizza che si possa rinvenire un Ninfeo e il corrispondente asse viario, come testimoniano le tracce di una fontana monumentale e di alcune monete romane e bizantine.

Presente anche Luisa Cifarelli, docente di fisica all’Università di Bologna e presidente dell’Istituto “Enrico Fermi” di Roma, che sta portando avanti delle ricerche interdisciplinare che toccano, in particolare, l’archeologia urbana e funeraria e l’archeologia marina. “L’autonomia economica che garantisce l’istituzione del Parco – ha aggiunto a riguardo la dirigente Anna Maria Parrinello – potrà portare altre opportunità”. L’assessore Clara Ruggieri, ha auspicato una maggiore fruizione del Parco da parte dei marsalesi, mentre il sindaco Alberto Di Girolamo si è augurato che continuando a scavare si possano trovare altri reperti e che si possa aprire presto al pubblico anche il Baglio Tumbarello. “Più attrazioni diamo, più occasioni di lavoro creiamo”, ha ribadito il primo cittadino, soddisfatto anche per la collaborazione con i centri per immigrati. “Questi ragazzi non devono essere un peso, ma una risorsa. Bisogna accoglierli e integrarli. Funzionano i ponti, non i muri”.

A proposito del progetto di Archeologia Solidale sopra menzionato, è stata ancora la dottoressa Mistretta a sottolineare che i ragazzi degli Sprar stanno collaborando alle campagne di scavi, rendendo un prezioso servizio alla città. “Vengono da realtà diverse e hanno vissuto sofferenze terribili, è bello vederli condividere con noi questo tipo di esperienza”.

Vincenzo Figlioli

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