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Il pianoforte “gentile” di Paolo Passalacqua, dall’amore per il jazz al nuovo inedito trio

Ci sono musicisti che con garbo, con la stessa grazia con cui toccano i tasti di un pianoforte, contaminano la propria vita di arte e bellezza. Di questi “musici gentili” fa parte Paolo Passalacqua, pianista e compositore marsalese con una valigia piena di esperienze importanti. Dalla sua terra, dove ha suonato e studiato con grandi artisti nazionali e internazionali, non è mai veramente andato via, perchè della sua “guida” c’è bisogno sul nostro territorio. Ed è Paolo a raccontarci il suo percorso “ebony and ivory”, per dirla alla Paul MacCartney. “Sin da piccolo a casa mia respiravo musica d’Oltreoceano con i vinili di mio padre che era un cantante. Così ho conosciuto Bing Crosby, Dean Martin, le grandi orchestre jazz-swing così come gli italiani Natalino Otto e Alberto Rabagliati. A 8 anni ho iniziato a studiare pianoforte, ho affrontato l’approccio classico allo strumento studiando al Conservatorio “A. Scontrino” di Trapani con il Maestro Giuseppe Lo Cicero, e già a 13 anni suonavo nei locali e nei club della mia Città”.

Poi arriva la folgorazione per il jazz. Perchè le riviste “I Giganti del jazz” e “I Grandi del Jazz”, che uscivano in edicola negli anni ’80, lo hanno sempre affascinato. Così nel 2002 Paolo si diploma in jazz al Conservatorio “V. Bellini” di Palermo col Maestro Garsia e dopo i laboratori con Dusko Goyckovich alla Scuola Europea d’Orchestra Jazz. “La mia musica è stata segnata da Porter, Gershwin, Carlo Alberto Rossi e Armando Trovajoli – ci racconta Paolo Passalacqua -. Importanti sono stati gli anni con la Fondazione Brass Group di Palermo o all’Open Jazz Club. Qui ho respirato musica interagendo con grandi musicisti, da Milici, con cui ho tenuto circa 150 live, a Loredana Spata, Simona Molinari, Norma Winstone. Ma anche Ted Curson (contrabbassista di Charles Mingus), Paul Jeffrey, Emanuele Cisi, Lele Melotti e tanti altri musicisti miei concittadini che stimo molto e che mi hanno voluto nei loro lavori discografici”. 

Dopo l’attività didattica tra Palermo e Reggio Calabria (qui anche come capo dipartimento di Musica Jazz), Passalacqua torna al Conservatorio di Trapani questa volta come docente, ma senza mai abbandonare la musica live partecipando a festival e rassegne in Italia e all’estero. Adesso ha un progetto solido da presentare: “Sto riconcentrando su me stesso la parte musicale della mia vita e ho fondato un trio jazz contaminato, dal bebop alle songs americane e al virtuosismo più prettamente jazzistico, assieme ai miei giovani compagni di viaggio Giuseppe Pipitone al contrabbasso e Salvo Casano alla batteria. Il primo ha una grande maturità musicale, il secondo spinge sull’estro delle sue spazzole. Un trio poliedrico che vuole suonare sia standard che inediti e che intende coinvolgere altri artisti, magari delle voci interessanti. Crediamo molto in questo progetto e vogliamo che il grande pubblico possa ascoltare la nostra musica, possa godere delle nostre vibrazioni”.

redazione

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Tags: Paolo Passalacqua