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Il seme di Futura Marsala

E’ stato un fine settimana intenso, per certi versi inconsueto, quello appena trascorso a Marsala. Qualche turista arrivato per caso in città si sarà probabilmente meravigliato della mole di eventi e iniziative in programma: gli incontri culturali di 38° Parallelo, gli incontri elettorali o informativi in vista delle Europee, il Freeze Mob all’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi, il convegno del Movimento per la Vita, il sit in contro l’omofobia in piazza Loggia e tanto altro.

E poi, Futura Marsala, l’evento che per tre giorni ha trasformato la città in una vera e propria capitale dell’innovazione, riempiendo i principali contenitori culturali, le strade e le piazze di giovani provenienti da tutta Italia. Un’opportunità preziosa per gli studenti, i docenti del territorio e l’intera città. Bastava fare una passeggiata in centro per ritrovarsi immersi in un clima diverso, ricco di energia e creatività, un’effervescenza paragonabile a quella dei grandi centri universitari del nord Italia. Un clima che Marsala conosce, per averlo vissuto anche in altri momenti della sua storia recente, ma che spesso si è rivelato una parentesi, destinata a chiudersi rapidamente. Come se il futuro fosse un vestito sgargiante da indossare con entusiasmo a Carnevale e riporre nell’armadio a stretto giro di posta, per tornare il resto dell’anno ad abiti più tradizionali e a tonalità più rassicuranti.

Se è vero, dunque, che i turisti dello scorso week end saranno tornati entusiasti da una città in cui sembrava succedere qualcosa di interessante ad ogni ora del giorno, è altrettanto vero che durante i mesi autunnali o invernali tanti altri visitatori saranno tornati a casa delusi per la povertà di proposte trovate a Marsala. Difficile spiegar loro che questa città si accende e si spegne in maniera schizofrenica e che le iniziative più meritorie si scontrano spesso con ostacoli tecnici e logistici che non dovrebbero appartenere al nostro tempo. Difficile spiegarlo anche ai giovani abitanti di questa terra, che vorrebbero vedere le loro strade, le loro piazze, i loro centri culturali sempre costellati di contenuti e si scontrano spesso contro ottusi oppositori delle loro aspettative, tanto da pensare di andare a cercarsi altrove il futuro, la creatività e l’effervescenza sporadicamente assaporata da queste parti. Mi piace pensare, tuttavia, che il seme di Futura Marsala possa dare altri frutti qui, dove è stato piantato. E che questa città possa presto uscire dal costante senso di sospensione che si respira da tempo e che la rende costantemente nostalgica del proprio passato e terrorizzata dal futuro.

Vincenzo Figlioli

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